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Internet, il “lato imbecille della forza” e “L’amaca” di Michele Serra. E’ un argomento molto dibattuto. In molti hanno messo a confronto la copertina di un recentissimo numero di “Time”, la prestigiosa rivista americana, con un’altra copertina della stessa rivista: quella del 2006, in cui il consueto premio “persona dell’anno” veniva assegnato proprio ai lettori del giornale (in qualità di lettori di cose on-line).
Cosa è cambiato in dieci anni da dar luogo a due copertine così diverse? La diffusione mondiale di internet e dei cellulari, d’accordo: l’uso e l’abuso di questi nuovi mezzi; il loro utilizzo da parte di gruppi criminali, destabilizzanti quando non francamente omicidi… In generale una esplosiva espansione dei social network bollati dall’icastica affermazione di Umberto Eco [La Stampa del 10/06/2015: leggi qui]: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».
In proposito riporto l’opinione di Michele Serra nella sua rubrica giornaliera su “La Repubblica”, che spessissimo mi trovo a condividere, con una punta di invidia per la capacità che ha di puntualizzare in modo così chiaro e conciso quel che io penso solo confusamente… L’amaca mercoledì 24 agosto 2016 Non capisco più di che cosa si parla quando si parla di internet. La ragione non è etica ma puramente funzionale: ho troppo poco tempo a disposizione per sprecarlo. So di essere ignorante e nel rapporto con gli altri cerco di privilegiare chi ha qualcosa da insegnarmi. Da non esperto, azzardo una previsione: la divisione tra internet “utile” e internet “nocivo” è destinata ad approfondirsi. Per esempio, sono convinto che in tempi abbastanza brevi ogni sito che voglia puntare su qualità e autorevolezza chiuderà del tutto l’accesso ai commenti; oppure lo terrà socchiuso, grazie a un vaglio che nessuno si sognerà di chiamare “censura” e tutti chiameranno, semplicemente, selezione dei contenuti. Gli haters vincono là dove i mansueti calano le braghe.
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