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Epicrisi 84. L’isola che non c’è, l’isola che vorremmo
Anche se la stagione e la vigilia di Ferragosto dovrebbero portarci a vivere giorni più spensierati (ammesso che sia mai possibile di questi tempi) emerge prepotente dagli scritti di questa settimana un senso di preoccupata aspettativa e la consapevolezza di ciò che non siamo. O che almeno non siamo più. A distanza di meno di un anno dalle prossime amministrative, già l’atmosfera si scalda e “Sogno di mezza estate. Il mio candidato sindaco” di Biagio Vitiello porta subito tutti a pensare… al pretendente che non c’è e a quello che vorremmo, per l’isola che vorremmo. Il dibattito è acceso e ricco di spunti: solo un piccolo assaggio di quanto avverrà da qui alla prossima estate. L’elenco delle “qualità indispensabili” snocciolate da chi scrive solleva interrogativi, dubbi, battute, spalanca addirittura un problema di genere: la questione è aperta, mentre si tenta di spostare l’attenzione sui programmi più che sulle persone. Restando sui temi di attualità, arriva dalla rassegna stampa degli articoli riportati dai media il tema più dibattuto di questi giorni: i rifiuti abbandonati a Zannone, che vedono una denuncia del sindaco Vigorelli contro Parco del Circeo e Forestale, la replica di questi ultimi e il loro intervento sull’isolotto per raccogliere i rifiuti abbandonati, che però – dicono – dovrà essere il Comune di Ponza a smaltire. Il dibattito incendia le giornate di metà agosto e sicuramente si presta a ulteriori, movimentati risvolti. Ma non possiamo certo passare sotto silenzio il grido di dolore “per il mare violato” che arriva acuto dalla Posta dei lettori, con la foto di una grande pinna fatta in pezzi e gettata per terra. Diamo per scontato che gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, a qualsiasi latitudine, sensibilizzino gli alunni alle tematiche ambientali; fondamentale è però il ruolo della famiglia, degli adulti, che debbono dare il buon esempio e regole ben precise. Le pinne tra l’altro sono in via d’estinzione, quindi specie protetta: ben vengano dunque i cartelli che informano e vietano, proprio come in alta montagna, come suggerisce la lettrice del nostro sito Giovanna Rol. Alcuni giorni fa una signora mi ha riferito di aver visto accanto a un cassonetto dell’isola una busta di plastica piena di stelle marine: appena raccolte o già secche e puzzolenti non importa. Anche questo non si fa. Neanche se sono quegli esemplari comuni, di colore grigio, figurarsi quelle rosse, bellissime. Già, bellissime, ma solo sott’acqua, dove il loro colore brilla e il movimento è lento, elegantissimo. Anche la pinna è incantevole sul fondo del mare, con le valve socchiuse che guardano verso l’alto: sembra che sbocci come un grande fiore da una prateria. Ma ben povera cosa diventano tutte queste meravigliose creature una volta strappate al loro ambiente naturale: seccano, scoloriscono, si svuotano, perdono tutta la loro regalità. Per il capriccio di un bambino, per quello di un adulto. Ma intanto godetevi la festa estiva per eccellenza: buon Ferragosto. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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