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Aforisma in dialetto. “Ie vulesse quaglià”di Francesco De Luca . “Ie vulesse quaglià” – decette ‘a quaglia, persa ‘i pacienza. Personale nota interpretativa Chi è la quaglia? L’impaziente, il frettoloso, chi mira a soddisfare la sua intemperanza, l’orgoglio, l’avidità, l’ambizione, la saccenteria. Cosa vuole cagliare? Vuole vedere eseguite le sue aspettative, realizzati i desideri, raggiungere lo scopo prefissato. Chi è il tordo? L’uomo con esperienza dei simili, del tempo e dell’impatto dell’operatività umana sulle vicende. E le circostanze? Come spiegarle? E’ il quadro delle relazioni in cui vuole andare ad inserirsi il disegno dell’impaziente. Il gallo? Chi è il gallo? Incarna il precedente da cui trarre insegnamento. E’ il quadro già realizzato che porta conoscenza dall’esperienza. Cosa significa: che ha voluto cantare? Significa che si è proposto come protagonista del momento. Confidando sulla sua dote canterina si è presentato in scena. In pignatta, cosa significa finire in pignatta? Significa che non soltanto, il gallo, il tentativo non l ‘ha raggiunto, ma che la sua stessa presenza vitale è stata annullata. Ma questa è soltanto una delle interpretazioni dell’aforisma. La mia. Sta a voi elaborare la vostra. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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