“Alexander and Bonin” è una importante galleria d’arte di New York, nel quartiere Chelsea, specializzata nell’esposizione e nella valorizzazione di artisti d’avanguardia.
Abbiamo incontrato Ted Bonin a Ponza nel mese scorso, durante una visita ispirata alla ricerca del lavoro che Paul Thek svolse a Ponza (leggi qui) , e che sarà oggetto di una mostra che si terrà alla galleria durante il prossimo mese di gennaio.
E’ la prima volta che vieni a Ponza, quale è stata la molla che ha fatto scattare il desiderio di conoscere questi luoghi? E che impressione ne hai ricavato?
Dagli scritti di Paul Thek e dalle opere che ha realizzato mentre era a Ponza, mi è sempre stato chiaro che si trattava di un posto speciale per lui, che io da tempo avevo il desiderio di conoscere. L’anno scorso ho lavorato ad una mostra che riguardava il lavoro realizzato da Thek a Ponza e nel suo studio di Roma. Le opere in mostra appartengono al periodo che va dalla sua prima visita a Ponza nel 1968 fino all’ultima nel 1979: essa include studi e disegni a matita, dipinti ad olio di Ponza e dipinti realizzati su quotidiani dell’International Herald Tribune. La selezione dei dipinti su giornale è stata basata sui quaderni dove registrava i suoi pensieri e le sue attività, tra cui ad esempio sogni e idee per nuovi soggetti.
Una selezione di questi quaderni apparirà anche in “Paul Thek: Ponza – Roma”.
Perché credi che Paul Thek abbia in un periodo della sua vita scelto proprio Ponza come patria d’adozione?
Nei suoi scritti Thek descrive spesso la pace e la chiarezza che Ponza gli donava. Nessuno dei molti altri luoghi dove Thek ha vissuto sono menzionati in tale veste. Tra le varie strade di “realizzazione spirituale” che egli ha esplorato, l’esperienza di Ponza è stata senza dubbio la più gratificante.
So che ci sono tantissimi taccuini di Thek tuttora inediti. Pensi che sia possibile un giorno pubblicare quelli che riguardano il periodo trascorso a Ponza?
La risposta breve alla tua domanda è sì. Attualmente stiamo fotografando tutti i quaderni accessibili di Thek (in tutto sono circa un centinaio) e, idealmente, saranno tutti pubblicati a cura di diversi autori che si concentreranno su singoli taccuini o gruppi di taccuini.
Riuscire a pubblicare i quaderni relativi al lavoro effettuato a Ponza, o che menzionano Ponza, sarebbe certamente un obiettivo importante. Tuttavia, così come l’artista stesso, anche i suoi quaderni si muovono in modo fluido attraverso il tempo, il luogo ed i contenuti, e non possono essere classificati in maniera completamente univoca.
Qual’è lo spirito della Mostra che stai organizzando a N.Y., cosa pensi possa aggiungere alla storia artistica ed umana di Paul Thek?
Lo spirito della Mostra che stiamo progettando per New York sarà il più personale che abbiamo mai organizzato. Avrà solo pochi riferimenti alle sue Mostre in Musei e Gallerie d’Arte. Ci sarà più attenzione al concetto della casa utilizzata come studio, allo sviluppo del suo lavoro, al suo modo istintivo di dipingere e disegnare in maniera sia classica che contemporanea.
A Ponza spesso dipingeva con il suo amico di lunga data e collaboratore Franz Deckwitz. I loro dipinti raffigurano alcuni motivi comuni e un confronto del loro lavoro a Ponza rivelerebbe una ricerca parallela simile a quella di Cézanne e Pissarro (1) – ma questo può essere il soggetto di un’altra mostra!
Negli ultimi anni vi è una riscoperta di Thek, perché? Pensi che come artista e come uomo Thek ha ancora qualcosa da dire al mondo di oggi ?
La riscoperta di Thek è in vigore da più di vent’anni e riflette un interesse per pratiche moderniste non allineate. Durante la vita di Thek la sua diversità, il suo stile, non sono stati generalmente ben accettati, ma negli ultimi venti anni abbiamo visto molti artisti contemporanei esplorare pratiche analoghe alle sue, e la sua considerazione crescere di conseguenza.
Come Mike Kelley (2) giustamente scrisse nel 1992 “tanta arte recente assomiglia a quella di Paul Thek” (2 bis).
Il fatto che c’è stata una importante rivalutazione di Paul soprattutto dopo la sua morte, può far correre il rischio che la sua arte e la sua memoria vengano in qualche modo manipolate, dando una visione non rispondente alla realtà? Come evitare questo rischio?
Si dice che il testo di Susan Sontag del 1966 “Contro l’interpretazione” (3) (che è dedicato a Paul) proveniva da qualcosa che egli ha più volte espresso:
“Io sono contro l’interpretazione“.
Tuttavia, una volta che un’opera d’arte o la documentazione di un’opera d’arte è fuori nel mondo, non è possibile controllare tutti i modi in cui il lavoro viene visto o interpretato.
Possiamo solo sforzarci di esporre al meglio il suo lavoro e di contestualizzare la sua storia personale ed artistica.
Dal momento che elementi del lavoro di Thek sono stati riutilizzati dallo stesso autore in contesti diversi nel corso degli anni, anche le esposizioni vanno viste come qualcosa che si evolve: nasce, rinasce, si riutilizza. Noi non possiamo ricreare le sue installazioni temporanee in quanto non sarebbe possibile realizzare il suo tocco, ma quando le opere esistenti sono da esporre, la documentazione esistente viene consultata. Vorrei aggiungere che gli sforzi generosi di una manciata di curatori appassionati e storici dell’arte hanno aiutato molto a diffondere una rappresentazione accurata del suo lavoro.
Adesso che hai conosciuto Ponza, credi che nel nome di Paul Thek sarebbe possibile organizzare a Ponza un evento artistico, o comunque una sorta di ponte con New York?
Sarebbe meraviglioso! Dopo aver visto il luogo che ha ispirato e donato serenità a Thek , vorrei che i ponzesi potessero vedere il lavoro che ha fatto in questo bellissimo ambiente .
“Paul Thek: Ponza – Roma” sarà in mostra presso ‘Alexander e Bonin’ , New York dal 10 gennaio al 21 febbraio 2015.
Successivamente si sposterà a Zurigo, Mai 36 Galerie, dal 17 marzo al 25 aprile 2015.
Note
(1) – Agli inizi del novecento Camille Pissarro (1830- 1903) scrive: Cézanne ha subito il mio influsso a Pontoise ed io il suo. […] Diamine, eravamo sempre insieme! Ma un fatto è certo, ognuno di noi custodiva l’unica cosa importante, la “propria sensazione”…
(2) – Mike Kelley (1954-2012), è un artista americano.
(2 bis) – ‘Mike Kelley, Death and Transfiguration, a letter from America’; pubblicazione originale in: Paul Thek; Castello de Rivara (TO) 1992
(3) – Susan Sontag (1933-2004), è scrittrice, saggista, critico d’arte.
“Contro l’interpretazione” (1967 – Mondadori editore) rappresenta una critica al pensiero strutturalista ed alla sua pretesa di scomporre qualsiasi opera al fine di rintracciarne quasi ossessivamente motivazioni e messaggi nascosti.
Per Susan Sontag, invece, il valore dell’opera risiede in ciò che è non interpretabile, intraducibile. Anziché l’interpretazione, la questione centrale è il rapporto tra gli oggetti, il corpo, lo spazio: solo in questo modo vediamo le cose per quello che sono.
La Redazione
10 Gennaio 2015 at 17:59
Durante la stessa intervista, Enzo Di Giovanni ha risposto – questa volta nel ruolo di intervistato – come redattore di Ponzaracconta e persona informata dei fatti, ad alcune domande del Direttore della Galleria newyorkese, sui tempi e sui luoghi del soggiorno di Paul Thek a Ponza; la sua testimonianza dovrebbe comparire da qualche parte nel catalogo della mostra.
Dal momento che la Mostra, che inizia oggi 10 gennaio, durerà più di un mese per poi spostarsi in Europa, è importante sottolinearne l’importanza. Non sappiamo quanti ponzesi d’America andranno a visitarla, ma non capita tutti i giorni un evento con Ponza in evidenza, già dal titolo, al centro della Grande Mela!
Vincenzo Tricoli
12 Gennaio 2015 at 05:57
Ciao Ponza Racconta.
Grazie per la segnalazione. Pensiamo di organizzare una visita alla Mostra. Cercherò di eseguire la scansione di una copia del catalogo e inviarlo.
Saluti da New York
Vincenzo