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Memo di un sabato sera di agosto (7). Alle dieci c’è la serata conclusiva di ‘Ponza d’Autore’, sesta edizione. Nuzzi, padrone di casa, prende spunto dalla chiusura dell’Unità e dalla proposta della Santanchè di rilevare la testata: “E’ giusto che un imprenditore di destra salvi il giornale che fu di Gramsci?”. David Parenzo formula – in stile tranchant, come dice lui – una domanda di mezz’ora a Paolo Mieli, già direttore del Corriere della Sera, il quale sviluppa e ribadisce il seguente concetto: “La sinistra è ppesaaante, saccente, moralista, malata di nepotismo per cui piazza nelle redazioni pletore di figli, di amici, di figli degli amici, vedi Rai. Guadagno l’uscita, la platea è semivuota ma nelle prime file, quelle dei graduiti ospiti, non ci sono sedie vuote. Davanti al portone di Pascarella si esibisce “The club swing band”: bravissimi, briosi, coinvolgenti, con una cantante, Elena Maiella, semplicemente strepitosa. C’è folla, si balla, si applaude fino a mezzanotte passata. . (*) Pierre Dukan è un medico francese, radiato dall’ordine dei medici nel 2012. È l’inventore della cosiddetta dieta Dukan, una dieta dimagrante. 3 commenti per Memo di un sabato sera di agosto (7)Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Allora non “mi sono perso” nulla.
Ho letto con piacere e molta attenzione l’ottimo pezzo di Rita Bosso, riguardante l’intervento di Paolo Mieli a Ponza, all’hotel Santa Domitilla.
L’Unità è stato un giornale fondamentale per la crescita della democrazia italiana, organo ufficiale del Pci, un partito di grandi dimensioni, di larghissima influenza sociale e di forte egemonia su gran parte della cultura italiana.
Sono stati menzionati spesso da eminenti studiosi gli orientamenti unitari e democratici adottati nella lotta al fascismo, successivamente il ruolo avuto nella tenuta e nel consolidamento della democrazia e, anche attraverso l’azione della Cgil, il contributo alla crescita delle condizioni materiali delle classi popolari, sul terreno dei salari e su quello dello stato sociale.
Sono nato in Emilia, mi ci reco spesso. La qualità della vita resta, nonostante la crisi economica, tra le migliori in Europa. Provate per crederci.
La chiusura dell’Unità è l’ennesimo fallimento italiano, comunque la si pensi. Sarebbe stato lo stesso se avesse chiuso un’altra testata perchè il giornalismo serio e vero, non manipolato, non venduto, che forse non esiste, NON DOVREBBE MAI CHIUDERE e chi ne ha mal gestito il percorso dovrebbe quantomeno fare pubblica ammenda. Ma nessuno più si scusa, nessuno ha la forza, il coraggio e l’onestà di ammettere di aver sbagliato. Ormai, credo, solo ai bambini dell’asilo e delle elementari si insegnano questi valori, così che poi possano conoscerli e sapere che i grandi ne fanno volentieri a meno.