Libertà errante
Dice un canto molto amato degli ‘uomini blu’ del Sahara:
Dove sono le tende della nostra infanzia?
aperte verso l’orizzonte di stelle verso il deserto
della libertà errante?
.
I fondi delle tele di Myriam Cappelletti sono corposi ed eterei allo stesso tempo, fatti di materia sedimentata, pressata eppure leggeri come soffi.
Myriam, umbra di origine ma residente in Toscana, ha una solida formazione accademica; il rifiuto della pittura a olio la induce a frequentare corsi di affresco e di restauro, a sperimentare tecniche svariate dalle quali, infine, scaturisce un modo personalissimo ed originale di trattare la tela: dopo aver steso uno strato di intonaco, incorpora frammenti del suo quotidiano (il centrino ricamato dalla zia, il merletto della sottoveste della madre, pezzi di giornale), deposita pigmenti, stende strati di colla, raschia, mischia, sottrae, integra.
I risultati sono questi colori caldi e luminosi, queste superfici evanescenti e grumose su cui, sospesi come bolle di sapone, si librano volti, pesci stilizzati, forme, in un fluire libero e naturale dal figurativo al geometrico all’informale, mai ripetitivo, sempre equilibrato ed armonioso.
Le opere a forma d’abito sono il logico approdo di questo percorso: i tessuti che indossiamo sono, senza dubbio, quelli che maggiormente si impregnano del nostro quotidiano; assumono odori, umori, forme.
A Ponza Myriam ha realizzato, tra l’altro, un’ aerea e candida veste a cui ha dato il titolo di Battesimo del mare; le tasche, però, contengono gli oggetti di stracquo, colorati, impuri, corrosi: la purezza cui è possibile aspirare nasce dalla consapevolezza e dall’equilibrio, non è l’innocenza primordiale né un obiettivo irraggiungibile.
L’opera di Myriam – “Il Battesimo del mare” – si vede sulla sfondo durante l’intervista a Murat Onol
Nota. Myriam Cappelletti ha esposto a New York, Shangai, Seul. Le immagini sono tratte dal sito www.myriamcappelletti.it