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Lo sguardo degli altri. Il reportage di Christoph B. Keller (2)
. Cliccare sul link per accedere all’intervista in audio . Inizia quindi il diario di una “Verinselung” (= identificazione), col diventare tutt’uno con l’isola, i suoi ritmi e la sua realtà; con tutti gli effetti, positivi e/o negativi, che questa scelta comporterà…
Partenza
L’Autore vorrebbe trovare storie di resistenza in quella realtà: resistere in mezzo al mare, alla natura arrida, al calore asfissiante dell’estate e ai giorni di tempesta e isolamento in inverno, al vedere poche facce e sempre le stesse. Vorrebbe anche saperne di più del partire (della decisione radicale di operare un distacco, tipica delle isole) …c’è una nostalgia che rimane?
Lui prova a stilare degli appunti: “elenco di cose che cercano le persone su un’isola”; ovvero il bagaglio di aspettative che porta con sé la gente che arriva su un’isola e gli altri sentimenti che ci si possono trovare; le tracce (e associazioni) che proverà a seguire: sogni dell’isola – nostalgia per l’isola – essere maturi per l’isola(mento) – sesso sull’isola – felicità dell’isola – l’isola come fuga – l’isola come protezione – desiderio di isola – amore per l’isola – soluzione isola – aspettative dall’isola. Quindi inserisce il pensiero ad un amico che ha creato un sito di un’isola di fantasia, tutta inventata, chiamata “S. Remusa” un luogo per pensieri, memorie e racconti di viaggi, che include tutto quello che si associa o che si è associato in passato all’immaginazione di un isola. Lì viene espresso il seguente concetto: Non quello che c’è permette ad un luogo di essere il paradiso, ma quello che non c’è. Quindi il paradiso diventa tale solo per l’esclusione da esso (= solo dopo averlo perso si comprende ciò che si ha avuto). Il paradiso esiste, ma appena lo si pronuncia non c’è più. La nostra mente lo crea e nello stesso momento ce lo sottrae. “Il solo atto di nominarlo fa sparire l’Eden” (…che mal di testa! – Nota di Ike). Nota dell’Autore (Keller): “Ma se il solo “pronunciare” il nome del paradiso, porta alla sua “sparizione”, allora Ponza non c’è per i turisti, perché vedono solo la superficie, la sua scenografia. Non vengono davvero per “Ponza” ma per quello che vogliono immaginare di essa. Con ogni sguardo sulla realtà dell’isola si escludono da soli da essa”. Dov’è allora quell’altra Ponza? L’ammore, quann’arriva, te n’accuòrge Duie uocchie che se fissano int’a mente Si ritrova all’entrata della sala comunale, dove si svolge una riunione dai toni accesi. Ascolta e nota: – Uno spettatore, un carabiniere, tutte e due annoiati, tante parole artificiose e niente dietro… e “conclude”: Ponza è un’isola ma la politica italiana non si ferma davanti ad essa! La passeggiata prosegue. Si lascia alle spalle il rumore del porto e i suoi turisti, e prende strade secondarie…
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