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Noi… Equilibristi instabili (1). Qualche giorno fa ho volentieri rivisto un film che mi è piaciuto molto, sia per i messaggi insiti in esso, sia per le immagini, la fotografia, l’epicità, la tecnica che oserei dire, perfetta. E’ la storia di Pi (1) che ogni giorno si cura di tigri, zebre e altri animali dello zoo del padre. Animato da un forte senso religioso, matura in lui la convinzione che tra la natura e l’uomo ci sia comunione, concetto che il padre non condivide. Le immagini (straordinaria e suggestiva quella della scialuppa sotto un cielo stellato…) regalano la luce giusta e i colori le rendono calde e intime e passano, immediate, dagli occhi al cuore. Non mancano: il simbolismo, i richiami ad altri film e opere letterarie, le metafore e i messaggi celati, la conoscenza e sperimentazione di valori positivi e negativi dell’essere umano, la solitudine e infine la decisione, supportata da una grande fede, di tornare nel mondo delle emozioni e delle relazioni con gli altri perché senza di questi, la solitudine è insopportabile. Guarda qui il trailer italiano del film Amo ascoltare la musica quando sbrigo le faccende domestiche e tra le varie canzoni, stamattina in due di quelle trasmesse, c’era la parola “equilibrio”. Immediata è stata, in me, l’associazione di questa parola al film di cui sopra e quelle zattere costruite da Pi (la prima costituita da galleggianti e remi e la seconda, da tronchi) sono state le prime immagini che subito mi son tornate in mente e non è per nessuna natura razionale (che non mi appartiene) che ritenga importante questo elemento pratico nel film, quanto piuttosto del mezzo attraverso il quale Pi ha ritrovato il suo equilibrio e la speranza. Certamente la zattera è presente nella letteratura antica e moderna, dall’Odissea di Omero, ai romanzi di Verne e Salgari, fino ai disperati naufraghi della nave francese “La Meduse”, cui si è ispirato il celebre dipinto di J.L.T. Gericault riguardanti una delle più impressionanti tragedie del mare che della zattera, ci ha fornito un’idea di un mezzo di salvataggio poco affidabile. La zattera della Medusa (Le Radeau de la Méduse) è un dipinto a olio su tela (491 x 716 cm) di Jean Louis Théodore Géricault, realizzato nel 1818-19 (Parigi, Museo del Louvre)
*** Cliccare sulle immagini per ingrandirle Nota (1) – Nel film viene spiegata l’origine del curioso nome del ragazzo: Piscine Molitor Patel, detto Pi. . Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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