Ambrosino Vincenzo

Idee di isola. (3). Gabriele Panizzi

di Vincenzo Ambrosino

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Per gli articoli precedenti sullo stesso tema e dello stesso Autore, digita – Idee di Isola – nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio
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Rosanna Conte  in questi giorni ha riproposto ai lettori di Ponza  Racconta la figura del Sindaco  Don Mario e inevitabilmente ha parlato di un’altra figura fondamentale di quella storia cioè Gabriele Panizzi; io vorrei proseguire la rivisitazione di quegli anni  per proporre ai lettori l’idea di isola che quegli  uomini al potere avevano, sottolineando che le scelte politiche erano coerenti con le idee politiche che le ispirava.
Vincenzo

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Gli anni che andremo ad esaminare vanno dal 1975 al 1991 anni in cui Gabriele Panizzi ha avuto una notevole influenza politica in Regione Lazio e sulle isole.
Il 12 settembre del 1978 la Regione Lazio approva la legge regionale n. 53, denominata “isole pontine”.

Affermo senza ombra di dubbio di ispirazione socialista, non solo perché era stata pensata e stimolata da un socialista, Gabriele Panizzi, ma perché impegnava La Regione (lo Stato) a finanziare strutture che non tenevano in considerazione “dei numeri” ma l’appagamento di diritti sacrosanti dei cittadini.
Il principio ispiratore era: finanziarie tutta una serie di opere pubbliche per far compiere all’isola il salto di qualità organizzativo e ai residenti migliorarne la qualità della vita riconoscendo a questi diritti sacrosanti.

Diritto alla Salute: si finanzia la costruzione del poliambulatorio;

Diritto all’Istruzione: si finanzia la costruzione di scuole;

Diritto all’Igiene: si finanzia la costruzione della rete idrica e fognante e i relativi depuratori;

Diritto a sentirsi cittadini d’Italia: si finanziano le linee di collegamento private complementari a quelle pubbliche;

Diritto ad un autonomia idrica: si progetta e si finanzia la rete idrica sottomarina;

Diritto alla casa e all’arredamento urbano: si approva il Piano Regolatore Generale e si costruiscono case popolari;

Diritto di autodeterminazione nella scelta del futuro da dare alle Forna: si propone per la riconversione della zona ex Samip che l’amministrazione Comunale, bandisse   un concorso di idee a livello nazionale per acquisire idee e progetti affinché i ponzesi potessero liberamente scegliere, magari con un referendum, il futuro di Le Forna.

L’isola con quella legge, con quella Regione, con quegli uomini  al potere, cominciò a prendere forma.

Il 19 ottobre del 1988 Gabriele Panizzi inviava un documento (prot. 591/SP), ai membri della IX Commissione permanente del Consiglio regionale e alla Giunta regionale che aveva come oggetto: “Un nuovo programma straordinario per l’arcipelago ponziano  ed una nuova legge regionale per la sua attuazione”.

Panizzi inviò quel documento perché riteneva necessario rimettere in mano alla Politica seria i destini delle comunità che invece stavano per finire nelle mani dell’economia. Infatti si andavano a costituire a livello Regionale i grandi consorzi e anche le isole ponziane ebbero il loro.

Così scriveva Panizzi:

1.       Il Consiglio Comunale di Ponza (Sindaco Ferraiuolo) ha adottato la deliberazione 25 maggio 1988, n. 19 concernente il conferimento di mandato finalizzato all’ottenimento dei finanziamenti CEE e nazionali per studio e fattibilità per il recupero ambientale dell’isola, alla Società Italiana per l’Ambiente pa-Castalia (Gruppo IRI);

2.       L’Assessore lavori pubblici della Regione Lazio, con nota 6 giugno 1988, n. 1032 concernente la gestione integrata dei servizi energetici, infrastrutturali ed ambientali delle isole pontine ha invitato l’AGIP Servizi “ad approfondire e sviluppare… il lavoro già iniziato al fine di giungere alla formulazione di un progetto di fattibilità contenente elementi tecnico-economici inclusi elementi operativi e gestionali che si intendono proporre”;

3.       Il Ministero dell’ambiente, in attuazione della legge 31 dicembre 1982 n. 979 concernente la difesa del mare, ha commissionato alla EFFEPI, Fiatimpresit-Banco di Napoli una proposta di studio di compatibilità del quadro di sviluppo socio-economico con le esigenze di tutela ambientale nelle aree insulari (Luglio 1988).

Diceva Panizzi: “Bisogna capire che cosa stia avvenendo con l’obiettivo di attribuire alla Regione, alla Provincia, ai Comuni di Ponza e Ventotene un preciso ruolo”.

In altre parole: “Qui c’è troppa carne a cuocere; cerchiamo di fare il punto della situazione distribuendo ad ognuno la giusta funzione e soprattutto non mandiamo a monte quello finora fatto per le isole”.

Infatti così continuava Panizzi nel suo documento:

a)      “L’azione pubblica per le isole, a mio parere, deve essere riferita ancora alla realizzazione, al potenziamento, alla manutenzione, alla trasformazione di strutture di base, solo per alcune delle quali è auspicabile, sotto particolari condizioni, l’intervento privato…

b)      Occorre concorrere alla crescita dei Comuni non espropriandoli  delle loro competenze e funzioni…

c)       Le sperimentazioni circa nuove forme di approvvigionamento idrico enunciate nella legge darebbero luogo all’accantonamento del progetto di acquedotto sottomarino…”

Così concludeva: “Insomma, anch’io ritengo che – a distanza di dieci anni dalla legge regionale 12 settembre 1978, n. 53, concernente il finanziamento del progetto di intervento denominato “isole pontine” – sia opportuna una nuova legge regionale”.

 

Panizzi era preoccupato – e lo dimostra questo documento – che si perdesse il controllo della situazione; troppe istituzioni si muovevano, (Regione, Ministero dell’Ambiente, Fondi Europei) per questo chiedeva una nuova legge regionale per portare a termine le strutture già pensate nella prima legge, quella del 1978, ma poi voleva che la Regione e quindi i Comuni avessero la regia delle azioni da fare sul territorio.

Questo impegno politico si tramutò in una nuova legge regionale: 9 agosto 1991 n° 38 “Interventi regionali per le isole pontine”, così articolata:

Art 1.

1.       La Regione nell’ambito delle proprie competenze dichiara le isole pontine risorsa naturale di notevole valore da valorizzare e tutelare.

2.       La Regione consapevole che le isole pontine si trovano in una difficile situazione ambientale ed economico-sociale interviene con un piano organico e straordinario di salvaguardia delle risorse e sviluppo.

Tutto ciò che purtroppo, ancora adesso – vedi ‘Mozione Le Forna’ di Vigorelli – non è stato terminato, ha avuto inizio in quel periodo ma è evidente che dopo il 1991 la Regione e le isole Ponziane hanno perso un insostituibile punto di riferimento quello di Gabriele Panizzi.

 

Il compianto Sindaco di Ventotene Beniamino Verde, tra l’altro anche lui socialista, soleva dire: “I politici?… tutti cantastorie, tranne uno… Gabriele!”.

Gabriele Panizzi
Gabriele Panizzi. Foto del 2010

 

NotaGabriele Panizzi (Terracina, 11 marzo 1937) è un politico italiano, esponente del Partito Socialista Italiano e già parlamentare europeo. Dal 1984 al 1985 fu presidente della regione Lazio.
È subentrato al Parlamento europeo nel maggio 1994 dopo essere stato candidato alle elezioni del 1989 per la lista del PSI. [NdR – (Da Wikipedia)]

 

[Idee di Isola (3) – Continua]

2 Comments

2 Comments

  1. rosanna

    9 Novembre 2013 at 17:22

    Caro Vincenzo
    il tuo è un articolo molto interessante. Ripercorrere le vicende politiche degli anni passati, quando si partiva dall’affermazione dei diritti per fare politica e non dagli interessi di parte, è un modo intelligente di stimolare la riflessione e la discussione. Conoscendo la tua puntigliosità nei riferimenti al passato, credo che la ricostruzione sia abbastanza esatta e completa e per me che non vivevo a Ponza, pur venendoci ogni anno per mesi, è un po’ la sistematizzazione di fatti che non ricordavo bene. Però sorge spontanea la domanda: dove si è interrotto quel filo positivo così bene avviato? E perché?
    Io so che la legge del 1991 è stata abolita nel 2001 dalla giunta Storace, ma la dinamica dei rapporti fra comune/regione in quei dieci anni mi sfugge. Forse il nodo da sciogliere è proprio lì: la differenza fra le due leggi e le forze che si sono fronteggiate in quel decennio a Ponza…

  2. vincenzo

    9 Novembre 2013 at 18:19

    Cara Rosanna, il mio scopo è proprio questo; di dire a tutti noi: “Parliamo della nostra isola ma non abbiamo un’idea di isola quale realmente debba essere e per cui vale la pena combattere uniti”

    Dal 1975/80 governò Alleanza Democratica con Don Mario e Silverio Lamonica (come tu hai descritto) ma poi, terminati quei cinque anni, il collante che aveva unito quegli uomini – sconfiggere il dittatore e chiudere la miniera – finì, e ognuno andò per la sua strada.
    La DC di Ferraiuolo vinse e governò dal 1980/85. I rapporti con Gabriele erano buoni, infatti Gazzotti, segretario DC, spesso confondeva l’amico Gabriele dimenticando che era socialista. Ma il PSI a Ponza criticava la DC al potere. I finanziamenti comunque arrivavano senza impedimenti.
    Alle nuove elezioni ci fu il caos. Gabriele voleva l’unione dei due partiti DC e PSI perché diceva: “Solo con i due partiti uniti noi possiamo imprimere una accelerazione alle problematiche locali con più forza politica”.
    I due partiti che si erano sempre criticati, e soprattutto il PSI aveva criticato Ferraiuolo, dopo riunioni e polemiche estenuanti, si presentarono comunque insieme, ma Gazzotti segretario doveva fare il capolista e in un secondo momento doveva subentrare Ferraiuolo a fare il Sindaco. Di questo papocchio ne approfittò il PCI che fece una lista con gli indipendenti di sinistra e vinse le elezioni, con Lamonica Sindaco e Antonio Balzano vice Sindaco. I punti di riferimento di questa amministrazione furono diversi e divennero conflittuali con il PSI, la DC e la Regione con Panizzi. Questa amministrazione durò solo 2 anni; decadde e venne il commissario prefettizio Reppucci.
    Alle elezioni successive si confrontarono tre liste: la DC di Ferraiuolo con il Senatore Bernardi, il PSI con Totonno Scotti e una lista civica con Peppe De Gaetano. Vinse la DC.
    In Regione, lo abbiamo detto, si facevano i grandi consorzi, tutti d’accordo, ogni partito sponsorizzava le sue ditte e si trovavano i soldi. Bernardi pensò bene: “Noi siamo l’amministrazione di Ponza, chiediamo i soldi alla CEE per fare un nostro progetto e poi andiamo a parlare con questo al Consorzio in Regione: noi mettiamo il progetto e loro i soldi e le ditte. In parte così avvenne, ma avvenne anche un’altra cosa: che il grande gioco dei consorzi cominciò a saltare nelle mani di chi l’aveva pensato.
    Ma il progetto resta e secondo me è ancora oggi L’IDEA DI ISOLA adeguata ai tempi. Spero di poterne parlare in seguito.

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