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Da dove ricominciare?di Claudia Polla Mazzulli . “A volte il clima che si respira nella nostra società non è salubre. E’ inquinato da una mentalità che non è cristiana e nemmeno umana, perché dominata dagli interessi economici, preoccupata soltanto delle cose terrene e carente di una dimensione spirituale. In questo clima non solo si emargina Dio ma anche il prossimo, e non ci si impegna per il bene comune”. Abbiamo un’urgente necessità di “… una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune”. Queste parole pronunciate da Benedetto XVI, profondo conoscitore delle urgenze dell’uomo di oggi e ritenuto universalmente uno dei più grandi teologi e pensatori del nostro tempo, riassumono perfettamente lo stato attuale di pesanti problematiche sociali, economiche, politiche e spirituali che attanagliano il mondo in generale, più in particolare il nostro Paese. Nello specifico, queste problematiche toccano anche Ponza che, purtroppo, le vive e le subisce da troppo tempo senza cenni di una visibile e sollecita soluzione. L’isola, con le sue naturali bellezze e potenzialità, attira molte attenzioni nel bene e nel male. La sua conformazione, la sua storia ricca di fatti e personaggi che vi si sono avvicendati, lo straordinario paesaggio naturalistico attraggono e invitano alla riflessione spirituale che tocca le eterne questioni dell’uomo. Ma purtroppo Ponza attrae con forza anche interessi ben al di là della dimensione spirituale, che mirano soprattutto a soddisfare ambizione, sete di potere e denaro, per lo sfruttamento a scopo utilitaristico delle bellezze dell’isola trascurando l’impegno per il bene comune. Ci troviamo in uno stato di grave recessione economica, la continua chiusura di molte aziende è sempre più preoccupante, la disoccupazione aumenta vertiginosamente, si spegne sempre più l’idea della speranza a livello di vita personale e collettiva specialmente nei giovani, ci si disaffeziona sempre più all’interesse e all’impegno politico oramai in mano ad una casta sempre uguale a se stessa ma in senso peggiorativo. C’è un urgente bisogno di cambiamenti radicali, del risveglio di ideali, di rinnovamento soprattutto della mentalità, della visione del mondo, dell’impegno sociale e politico. C’è un’esigenza di qualità umane morali e spirituali da impegnare al servizio del bene comune che è inscindibile dal bene privato, che contribuisca al superamento delle problematiche che causano stanchezza, egoismi e divisioni a tutti i livelli. C’è bisogno di uomini e donne moralmente integri ed eticamente impegnati, disposti a riconoscere la verità e a viverla senza cedere al compromesso immorale e alla falsità, decisi nel rifiutare il vantaggio egoistico utile al proprio tornaconto. Ma per un sincero impegno al servizio del bene comune è doveroso essere umili, capaci di mettersi all’ascolto degli altri e rifuggire il desiderio di potere e di denaro. Quello su cui è fondamentale riflettere è che il potere non deve essere strumento di dominio utile ad accrescere la propria autorità, non deve essere finalizzato al conseguimento del tornaconto personale o del proprio entourage a disprezzo di qualsiasi legge o convenzione. Ci sono stati uomini di pensiero che hanno saputo testimoniare con la loro vita pubblica e privata come sia possibile agire con disinteresse verso il denaro e il potere, con un’autorevolezza morale loro riconosciuta anche da chi non la pensava allo stesso modo. Scrive Igino Giordani nel suo Diario di fuoco, il 5 agosto 1948: “Tutti questi ululati, da comizi e da assemblee, tutta questa frenesia d’ambizioni e d’intrighi, tutte queste ambasce per sciagure e per quisquilie, caleranno nel silenzio, recinte di buio, appena verrà la morte: e un’ombra uguale pareggerà uomini grandi e uomini piccoli, avversari e amici, la natura e la memoria. Le antipatie, onde ci laceriamo, le ideologie onde ci dimeniamo e le imposture e le convenzioni, la retorica e il tradimento, tutto crollerà nell’annientamento, dissolvendosi, in un attimo, nel nulla…”. A ben vedere le cose non sono mutate da allora ma forse è più forte la consapevolezza di non poter più stare a guardare, rintanati nel proprio egoistico mondo solitario. Ritornando alla realtà delle cose e alle parole citate in apertura di Benedetto XVI, esempio di profonda coerenza tra fede e ragione, si può ritenere che in un mondo contaminato nell’anima, infiacchito da eccessi e dall’indifferenza ai bisogni dei deboli, la sola politica valida per ricominciare sia quella di cambiare nella verità il nostro cuore. (*) – Entrambe le foto sono di Nicole Baio
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