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La mia bella “sinistrorsa”di Vincenzo (Enzo) Di Fazio Avevo notato che era diversa rispetto a tutte le altre ma non sapevo attribuirne l’appartenenza. Non penso sia rara, penso solo sia un po’ fuori dal comune.
Sono un appassionato di conchiglie, quasi un collezionista. Ne avrò una settantina più o meno tutte diverse, tra grandi e piccole, accumulate negli anni… Praticamente ho cominciato a metterle da parte fin da quando ero ragazzo. La prima, cui sono stato per tanto tempo molto legato, era una patella reale (haliotis lamellosa) rinvenuta sui fondali di Zannone. Allora, adolescente, la misi in bella mostra al collo appesa ad un cordoncino di caucciù. Un’estate, poi, la regalai con un po’ di imbarazzo ad una ragazzina mentre il sole tramontava a chiaia di luna… Un altro bel reperto di quell’epoca è rappresentato da una pinna nobilis colta (in tempi non sospetti) tra la poseidonia, nella porzione di mare tra i faraglioni del calzone muto ed il faraglione della guardia, quando nell’età del vigore giovanile mettevamo a dura prova timpani e polmoni nelle immersioni in apnea. Alle conchiglie trovate nelle acque di Ponza ho aggiunto nel tempo quelle che compravo ogni estate il giorno prima di partire dall’isola. Quel gesto mi serviva per alleggerire la tristezza propria della fine delle vacanze. E’ da tempo che non aggiungo novità alla mia collezione … Sono, peraltro, un collezionista anomalo in quanto non ho mai portato a termine quello che mi ero imposto fin dall’inizio: un’accurata classificazione e denominazione di ciò che andavo custodendo. Sono piuttosto attratto dalla singolare bellezza di questi meravigliosi esseri della natura, in vita così lontani da noi. Oggi molte conchiglie le ho in bella mostra per casa con disperazione di mia moglie che vede, nella loro presenza e nell’attenzione che deve porvi quando spolvera, una dilatazione dei tempi da dedicare alle faccende domestiche. Ma… piacciono anche a lei che, toccandole continuamente, ha imparato ad amarle e ad apprezzarne la bellezza. Spesso, le conchiglie, mi piace regalarle; le trovo tra le cose più vicine alle mie origini di uomo di mare e tra le cose più belle che esistano in natura. (conchiglia della famiglia delle volutidae) (conchiglia della famiglia delle conidae) (conchiglia della famiglia delle arctitectonicidae) I colori degli incavi, quasi sempre tenui e delicati, spesso sono lì ad ammorbidire le forme decise degli involucri. (conchiglia della famiglia delle muricidae) Vestiti splendidi, policromatici, diversi gli uni dagli altri che ne rappresentano la “pelle” sotto la quale, se casualmente svanisce, scopri un’altra magia, la bellezza “dell’anima” fatta di madreperla dai mille riflessi. (conchiglia della famiglia delle naticidae) E poi… pur essendo belle non invecchiano mai, resistendo al tempo come i valori importanti e come i ricordi.
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Caro Enzo,
se permetti, suggerisco di darci subito del tu, in quanto appassionati e collezionisti.
La conchiglia che hai presentato credo che sia (la mia competenza sull’esotico è modesta) un Busycum contrarium vivente nei Caraibi. Come dice il nome, si tratta di una specie naturalmente sinistrorsa, quindi non è una anomalia; evento eccezionale sarebbe trovarla con l’apertura a destra.
Peraltro in Mediterraneo, ed anche a Ponza, ci sono varie specie naturalmente sinistrorse, però sono piccole e sfuggono all’occhio a meno di non sapere dove cercare. Più avanti le farò conoscere sul sito.
Volevo poi segnalarti che l’ultima specie presentata non è un Naticidae, ma un Turbinidae, forse Turbo argyrostomus, naturalmente decorticata (senza periostraco) per far vedere lo strato inferiore madreperlaceo.