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Un tuffo in acque giovanilidi Francesco De Luca (Franco)
Noi del Porto abbiamo preso confidenza col mare dietro la Caletta. Una piccola spiaggetta protetta dalla scogliera, sabbia finissima, acqua bassa il necessario, a due passi da casa. Ci vedevamo ogni giorno lì. Distinti nelle categorie: signorinelle, adolescenti, ragazzi; e nei giochi. E anche nei tuffi: ai piccoli toccava “u scoglio d’u uaglione “, ai grandi, dove ora c’è lo scalo d’alaggio, u scoglio d’ u giovane “. Chi batteva tutti era Tommasino De Luca. Alto, castano, fisico atletico, aspetto cordiale. Ebbene Tommasino, tanto limò la sua capacità di tuffatore che non gli bastò più lo scoglio d’u giovane. Quando era spronato ad evidenziare le sue doti alle francesine del Club Azur dava appuntamento all’imboccatura delle grotte di Pilato. Lì, sulla sinistra, erano intagliati nella roccia scalini, che portavano fin sopra al Cimitero. Li utilizzavano i fanalisti della Madonna come scorciatoia per raggiungere casa. Tommasino saliva per circa dieci metri (a me dal basso sembravano di più ), si atteggiava un pò alla Steve Reeves, poi apriva le braccia ad angelo e si tuffava. Nello specchio di mare sottostante, nelle barchette, c’eravamo noi, che si era portato dietro. Ma in una, insieme ad un suo compagno (…chi? Antonio Ciacione o Silverio Capaciotele o Silverio u Romano?) c’erano due ragazze straniere. Adolescenti anche loro e desiderose di vivere la giovinezza nell’esaltazione. Applaudivamo tutti e Tommasino replicava, sempre più spavaldo, più fiero, più bello.
Tempo passato ma… volete sapere una cosa ? Io l’ho invidiato per quella sua maestrìa. Oggi gli sono grato per questo ricordo.
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