di Giuseppe Mazzella di Rurillo
C’è stato negli ultimi anni nell’isola d’Ischia un eccezionale risveglio per la “massimizzazione” del nostro patrimonio culturale, monumentale ed ambientale, per iniziativa di singoli imprenditori non alberghieri, di donne e uomini di cultura, di associazioni di volontariato civile. Sarà stato l’effetto della globalizzazione, l’entrata della moneta unica, la perdita della rendita di posizione del mercato turistico tedesco sulla quale Ischia ha vissuto per oltre trent’anni al tempo del boom turistico, la concorrenza spietata sul mercato dei viaggi, la rivoluzione della tematica e dell’informatica, ma è certo che abbiamo capito che l’offerta turistica di Ischia non poteva limitarsi alla sola proposta del turismo termale, che anche il turismo termale doveva essere sempre più moderno, efficace, comodo, che accanto a questa offerta dovevamo presentare tutte le straordinarie bellezze dell’isola d’Ischia, che io chiamo “l’Isola Madre dei due Golfi di Napoli e di Gaeta”. Allargare anche i confini del Distretto Turistico e fare quello delle “Isole Napoletane” da Capri a Ponza oltre lo spezzettamento in due Regioni.
Così c’è stata una grande rivalutazione del nostro patrimonio agricolo, di questa nostra civiltà contadina sulla quale le popolazioni di questa terra plurisecolare hanno vissuto per secoli domando gli elementi e modificando la roccia. L’enologo Andrea D’Ambra, il patron della D’Ambra Vini d’Ischia erede di una famiglia di imprenditori vinicoli fin dal 1888, chiama questa agricoltura “eroica” perché i contadini hanno saputo coltivare la vite e farne un ottimo vino ed esportarlo in tutto il Mediterraneo “strappando” la terra alla roccia, creare “parracine” con le pietre che trovavano sui luoghi stessi.
Così la realizzazione delle “strade del vino”, con un consorzio degli imprenditori vinicoli fra i quali i giovani Iacono e Verde delle cantine Pietratorcia con quelli dei prodotti tipici fra i quali la famiglia Di Costanzo di Buonopane con i suoi salumi, ha rappresentato anche con la bella guida del 2012 e con la nostra pubblicazione “Ischianews & Eventi” ed il nostro sito la presentazione di un’isola di straordinaria suggestione che è difficile trovare in qualsiasi altra parte del mondo.
Abbiamo visto che Ischia non è solo mare e acqua termale ma è anche terra e che dalla terra i nostri progenitori ricavano la sussistenza. C’è stata la bellissima opera della geologa Lucilla Monti sugli Itinerari Geologici-Ambientali che ha rimarcato questa ricchezza ambientale di Ischia “la prediletta” negli studi di Alfred Ritmann, il più grande vulcanologo del XX secolo.
I nostri contadini sapevano costruire case e chiese ed hanno lasciato un patrimonio di architettura sacra che l’UNESCO farebbe bene a prendere in considerazione per dichiararlo patrimonio dell’umanità. Ho potuto vedere il restauro – dovuto alla tenacia della signora Flora d’Andrea – della “chiesa verde sull’acqua” al Ciglio e provare commozione al pensiero del lavoro “eroico” degli scalpellini che lavoravano, facendo arte, la pietra del tufo verde dell’Epomeo.
È la stessa emozione che ho provato vedendo i reperti dell’antica colonizzazione greca in Villa Arbusto a Lacco Ameno e nel Museo di Santa Restituta che il prete-archeologo Don Pietro Monti portò alla luce insieme alle origini della tradizione del Cristianesimo nell’isola d’Ischia.
È una emozione che si ripete quando passeggio nel Borgo di Celsa che oggi si chiama Ischia Ponte e mi sento un isolano del XV secolo fra quelle mura antiche e vengo richiamato alla riflessione da quella lapide sulla facciata della Chiesa dello Spirito Santo; quando mi trovo a Forio al cospetto della chiesa di Santa Maria di Loreto o faccio una passeggiata romantica, come ai vecchi tempi con mia moglie, per la Chiesa del Soccorso che Truman Capote nel 1949 chiamava la “chiesa dei marinai che si protende sul mare come la prua di una nave” e che Mons. Pasquale Polito definiva un “miracolo architettonico”.
Emozioni. Quando passeggio nei giardini de La Mortella strappati alla roccia da Sir William e Lady Susanna e sento la presenza umana di Sir Willian e la sua forte musica accanto a me e quasi mi intimorisco.
Sono assolutamente convinto che dobbiamo costruire un percorso delle “Strade della Storia”
Dobbiamo presentare sui mercati dei viaggi un’offerta unica che non teme concorrenza sia per la qualità delle nostre strutture alberghiere sia per il nostro patrimonio ambientale, culturale, architettonico. Ecco perché ritengo inevitabile un unico Comune. Proprio perché voglio valorizzare tutto per aiutare quelle località che possono dare a tutti e che non ne sono capaci. È il caso di Casamicciola con il suo complesso monumentale del Pio Monte della Misericordia in abbandono da 40 anni così come sono in abbandono le terme di La Rita dove il Maestro Arturo Toscanini nel 1953 effettuò le cure termali. La valorizzazione complessiva delle potenzialità di sviluppo economico – dal quale può nascere uno sviluppo sociale ordinato – credo che sia il compito che ci viene assegnato dai tempi di oggi nell’interesse dei nostri figli.
In quest’ottica credo che sia fondamentale un Museo di Storia Moderna e Contemporanea a Casamicciola, il “Paese senza Memoria” la cui identità urbanistica e civile fu distrutta dal terribile terremoto del 28 luglio 1883. In questo spirito ho riproposto il dibattito civile, amministrativo e politico sull’organizzazione e la destinazione di un Museo che è stato allestito sulla carta ed appena accennato e che dopo 13 anni è ancora oggetto di polemiche per la gestione del personale. Ho presentato al Comune di Casamicciola due note ai sensi della legge 241/90 che fa obbligo al Sindaco di rispondere entro 30 giorni perché si costituisca un organico del personale con procedura di evidenza pubblica, come dice la legge, si trovino nuovi fondi, si coordini con tutte le altre strutture dell’isola per un Polo Museale dell’isola d’Ischia che chiamo le “Strade della Storia”.
“La Strada della Storia” – ho concluso la mia nota del 7 febbraio 2013 al sindaco di Casamicciola – potrebbe dare lavoro a molti giovani con titoli di studio perché unita con un “nuovo modello di Sviluppo Locale” e per i giovani per i quali metto a disposizione la mia esperienza avendo “terminati gli esami” del mio lungo percorso professionale ma non ho lasciato l’impegno civile soprattutto per i miei figli, i miei nipoti, ed i figli dell’isola d’Ischia.
Allegata nota al sindaco di Casamicciola del 7.02.13 prot. 1773
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