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Schizzi di salsedine da Ponza (23)di Franco De Luca
Fatica a procedere questa primavera. Attesa come foriera di venti diretti verso nuovi intenti, con volti e movenze diversi da quelli usuali, si sta progressivamente adagiando sulla speranza. Ponza nella sua storia ha ognora visto agitare sulle sue alture il vento della speranza. E i Ponzesi se ne sono nutriti come di un alimento giornaliero. Perché la loro natura li ha indotti di solito ad attendere da altri la soddisfazione dei loro desideri. Non di quelli di prima necessità, no… quelli li hanno affrontati col lavoro e con l’intelligenza pratica. Quelli comunitari invece non sono mai stati coltivati con la passione, con la solidale unione, per cui “autorità” non paesane erano demandate a perorare le loro richieste presso le sedi istituzionali. Ai Ponzesi rimaneva la speranza. L’attesa che la speranza portasse frutti. La speranza, che ha, sì, una piccola componente di impegno attivo, ma maggiore è la caratteristica della passività. Questa primavera, dopo l’agitazione elettorale, già sta assestandosi sulla speranza.
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