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Su Ponza e sulla fotografia (7)di Gaia De Luca Tra le luci di Ponza
Seguo Ponzaracconta da alcuni mesi, e ogni volta scopro di Ponza qualche aspetto nuovo; vicende o modi di dire a me sconosciuti. Poiché non abito stabilmente a Ponza, nei miei continui spostamenti tra studio e lavoro, leggere di Ponza mi fa sentire più vicina a casa; mi dà un senso di appartenenza ad una terra, e forse un’isola suscita questo sentimento più di qualsiasi altro luogo. Ponza è stata anche la mia prima ‘musa’, il mio terreno di gioco e di formazione, in un’attività che ho cominciato da poco tempo -solo due anni fa circa – per caso e senza pretese. Non ero un’amante di fotografia né di macchine fotografiche, e non perdevo troppo tempo quando, tra compleanni, gite e festività, c’era ‘l’obbligo della foto ricordo’. Come dicevo, Ponza è stata la prima fonte di ispirazione… le bellezze naturali e i colori la permeano, ma spesso l’abitudine ad averli sotto gli occhi li rende meno affascinanti e visibili. Ora invece i miei occhi erano proprio alla ricerca della meraviglia e la reflex mi permetteva anche di poterla condividere e di suscitare emozioni. Quindi, grazie a qualche consiglio e incoraggiamento venuti nel momento giusto; grazie anche a ponzaracconta e ad altri articoli usciti sul sito sul tema della fotografia, ho cominciato a focalizzare alcuni aspetti del mio modo di fotografare. Esso non segue dei temi precisi ma unicamente le mie impressioni, le mie emozioni rispetto ad un evento, ad un panorama , e il desiderio di fissare un momento o esprimere un mio stato d’animo. Panorama del Porto da ‘sopra la Madonna’ In questa prima serie vorrei soffermarmi sulla luce. Essa è fondamentale per il fotografo, dal momento che egli usa proprio uno strumento ‘cattura-luce’. Nel suo gioco il fotografo può scegliere come catturarla, come modularla e trasformarla, grazie a tre funzioni base: il tempo di esposizione, il diaframma e l’elemento sensibile (la pellicola fotografica per la fotografia tradizionale, o il sensore elettronico, per quella digitale). Il valore ‘ISO’ indica la sensibilità alla luce che si dà al sensore della fotocamera digitale, ed è direttamente collegato ai valori dei due elementi precedenti. Per spiegare meglio, quando si fotografa ‘in priorità di apertura di diaframma’, il diaframma resta ‘bloccato’ sul valore impostato, e quindi aumentando gli ‘ISO’, si potrà diminuire il tempo di esposizione. Se invece si fotografa in ‘priorità di tempi’ e il tempo dell’otturatore è predefinito, l’aumento del valore ‘ISO’ permetterà una maggiore chiusura del diaframma con conseguente nitidezza. In sostanza il valore ‘ISO’ (da: International Organization for Standardization) ha sostituito la sensibilità ‘ASA’ (da: American Standards Association) delle pellicole in uso fino a qualche anno fa, con la differenza che una volta bisognava finire un rullino prima di caricarne un altro a diversa sensibilità, ora si possono cambiare i valori ‘ISO’ per ogni fotografia. Strumenti non meno importanti, ma aggiuntivi, sono il cavalletto, il flash, eventualmente i pannelli e dei filtri. Luci sul mare nella rada di Frontone. Qui ho dovuto usare un cavalletto, perché i tempi di esposizioni sono stati lunghi. A seconda del tipo di luce, se è artificiale (elettrica) o naturale (il Sole per eccellenza, ma anche la Luna) e a seconda dello stato d’animo dell’osservatore, si possono avere risultati molto diversi… Abbascie Mamozio La luce artificiale qui predomina e dà conforto, nel buio, nella solitudine, come quando si ritorna a casa nella fredda brezza invernale, dopo la messa o dopo una passeggiata lungo Corso Pisacane. In questa foto la sensazione di ‘dilatazione dello spazio’ è data dall’inquadratura, direi quasi un ‘effetto ottico’, provocato principalmente dalla curvatura del muretto e dal doppio ripiano: in basso con le barche e in alto verso la piazza. In termini tecnici è stata applicata una maggior chiusura del diaframma, che ha aumentato la profondità di campo. Il porto da Santamaria. Nella foto, la luce alle spalle di chi fotografa è quella di un lampione dell’illuminazione pubblica ‘U fucarazz’ del Venerdì Santo a Ponza Anche questa è una luce che rassicura… e dà vero calore! [su ponzaracconta è già stata presentata la tradizione d’u’ fucarazz’: leggi qui e qui – N.d.R.]. Le luminarie di San Silverio Poi ci sono luci che esprimono la festa, la gioia… Le luminarie di San Silverio colorano e ravvivano l’isola proprio quando i colori naturali sono oscurati.
Nel prossimo articolo proverò a presentare Ponza sotto una diversa luce …
Gaia De Luca [Su Ponza e sulla fotografia (7) – Continua]
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