Botanica

Vetivèr, gli diamo la cittadinanza onoraria?

di Sandro Russo, con la collaborazione di Biagio Vitiello

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Ha scritto Biagio Vitiello il 22 maggio scorso

“…per contrastare in modo serio e metodico i dissesti idrogeologici in atto, basterebbe mettere in atto tecniche (in parte) antiche di prevenzione, consolidate dall’impiego secolare, semplici ed economiche, come il ripristino delle parracine, la canalizzazione delle acque meteoriche, la piantumazione di essenze adatte allo scopo, in primis le piante di Vetivèr (Chrysopogon zizanioides, una pianta erbacea perenne, Famiglia Poaceae, originaria dell’India, pianta originaria dall’India caratterizzata, a differenza delle altre graminacee (che abitualmente propagano le loro radici in senso orizzontale-  ndr), ha radici lunghe e profonde da 2 a 4 metri) (…)”
Leggi qui l’articolo.

E questa è la sua testimonianza:
Circa 30 anni fa sentii parlare del vetivèr sia perché  con le sue lunghe radici  tratteneva il terreno, sia perché dalle sue radici si ricavava un profumo soave dal costo esorbitante.

Il vetivèr è un pianta proveniente dall’India , adatta quindi al clima caldo umido, come quello di Ponza, e ho appurato che cresce bene in terreni profondi e sabbiosi, necessita dopo la piantumazione di pochissima acqua. Ho comprato 50 piantine da una azienda toscana: www.vetivertoscana.it …ma il prezzo non lo ricordo.

Le piantine erano alte 20-25 cm , con 3-5 cm di radici. Le solo radici vanno interrate  in una buca e innaffiate poco, solo per il primo anno. Si riproduce come una barriera e non è infestante, non ho mai pulito il terreno intorno, anche vicino ad altre piante come il fico d’india , che ha radici più superficiali.

Non l’ho mai estirpata, per sentire se le radici profumano, ma mi dice mia moglie che non profumano senza averle macinate (evidentemente ha sperimentato di nascosto, perché le mie piante sono sacre e nessuno le deve toccare). Le piante vanno messe in posizione sud, altrimenti avvizziscono e muoiono, quindi hanno bisogno di molta luce.

Piante di vetivèr – da www.toscanavetiver.it – come pure il brevissimo video .mp4 sottostante

https://www.vetivertoscana.com/video/vetiver_radice.mp4

Ognuno ha le sue strade per conoscere le cose.
Per me molto importanti sono stati i viaggi, i periodi più o meno lunghi trascorsi in giro per il mondo, o anche in Italia, ma sempre in realtà diverse da quelle che mi erano abituali.
Così da un lungo viaggio in Malesia (Sepang), una trentina di anni fa, ospite di un amico, a casa sua e in giro con lui – italiano con una attività imprenditoriale, laggiù – nei suoi viaggi d’affari, in Indonesia (Semarang, Bali, Ubud). Paesi ricchissimi di stimoli di ogni natura, sensoriali e culturali… Un viaggio da cui sono tornato, potrei dire, “frastornato”.
A così tanta distanza, le prime sensazioni che mi tornano alla memoria sono (nell’ordine) olfattive, uditive e visive. Ho cercato di darne conto sul sito in un articolo di sei anni fa, in cui raccontavo (e fornivo qualche esempio) della musica gamelan, ma insieme delle altre scoperte di quel viaggio. Tra esse, sul versante olfattivo il profumo del vetivèr, che si sente dovunque il Indonesia: nell’aria, per strada, nei mercati, lo porta la gente addosso.
https://www.ponzaracconta.it/2018/08/26/una-canzone-per-la-domenica-gamelan-una-musica-davvero-strana/

Il vetiver è una pianta erbacea perenne molto profumata, cresce con fusti alti fino ad un metro e mezzo e lunghe foglie sottili con cui i contadini di Haiti tradizionalmente ricoprono i tetti.

La parte più utilizzata della pianta però, sono le sue radici e radichette, le quali crescono anche fino a 5 o 6 metri e trattengono il terreno, impedendo l’erosione causata dalle piogge e ripulendolo dalle sostanze tossiche.
Dalle sottili e resistenti radici del Vetivèr è estratto in corrente di vapore anche il prezioso olio essenziale, una nota bassa che ricorda la terra ed i legni.

Wild green vetiver, olio essenziale di vetiver. Molto conosciuti sono anche i profumi di vetiver prodotti da Guerlain e da Terres d’Hermès

Radici di vetiver, in mazzetti

Il vetivèr è un eccezionale repellente per gli insetti ed anti-tarme. Tanto che nelle terre da cui proviene, come per esempio l’India, viene utilizzato per proteggere gli animali domestici dalle pulci e per profumare le tende delle finestre e i ventagli in modo tale da allontanare mosche e zanzare. In Russia venivano attaccati sacchetti impregnati di olio essenziale nelle fodere delle pellicce per proteggerle appunto dalle tarme. Con le lunghe radici della pianta si intessono coperture per tetti, stuoie… ogni tipo di utilizzo, perfino l’impagliatura delle sedie.

Altre volte abbiamo affrontato sul sito la problematica delle piante non autoctone (furastère). Possiamo riaprire la discussione…


Seguono altre note e foto fornite da Biagio Vitiello, delle piante di vetivèr a dimora sul costone scosceso verso ‘le Formiche’ e verso ‘la Parata’ (faraglioni del Calzone Muto sullo sfondo)

Come si potrà constatare, anche l’Olmo (pur con le sue radici superficiali) contrasta il dilavamento. Si riproduce da seme o dalle radici (polloni) che emergono dal terreno. L’olmo (Ulmus minor – Fam. Ulmaceae)) fu portato al Belvedere da mio padre, quando fu richiamato in Sardegna, per il servizio militare, durante l’ultimo conflitto. Gli sarebbe servito come legname per la costruzione di barche (ne fece due, quando era al faro della Guardia; ne ricordo una, a chiglia piatta che chiamavano ’u chiatteniello’

 

1 Comment

1 Comments

  1. Biagio Vitiello

    28 Maggio 2024 at 11:56

    Su richiesta di Sandro ho inviato in redazione altre notizie e alcune foto aggiuntive sul vetivèr e sui versanti scoscesi della mia proprietà dove ho messo a dimora l’essenza (decine di anni fa, ormai).

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