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Kurt Cobain’s revival

proposto da Sandro Russo

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Serata memorabile quella di ieri al Teatro Manzoni di Roma, con quattro filosofi – musicisti – musicologi a parlare del tempo dei Nirvana, ma soprattutto di Kurt Cobain, il seguito ideale della serata che allo stesso tema ha dedicato Alessandro Alfieri.
Un aspetto singolare di questo trentesimo anniversario della morte – ha detto uno dei relatori – è vedere che si sono moltiplicate le rievocazioni, le citazioni sui media, i libri sul musicista scomparso, molti di più che per il decennale e il ventennale, come se ci fosse voluto tutto questo tempo per capirne la grandezza e arrivare a considerarlo l’ultima grande rockstar dei nostri tempi. Secondo il mio modesto parere se la batte con David Bowie (scomparso nel 2016), per questo primato… Comunque sono stati due grandi. Anche di lui, tanto abbiamo parlato sul sito.


Comunicazione integrativa mattutina agli amici

Come vi ho promesso ier sera – Silvia, Massimo, Lorenza Emanuela – , vi mando una più completa trattazione su Kurt Cobain e i Nirvana, tratta dal precedente “spiego” di Alessandro Alfieri sempre al Teatro Manzoni del 15 febbr. scorso; quella di ieri sera, più particolareggiata, presupponeva, appunto, questo inquadramento.
Nel primo dei tre link trovate anche il VideoYouTube originale, montato dai tecnici del Manzoni, di meno di un’ora, che ‘omette’ tutti i pezzi musicali presentati -; mentre svolgendo il discorso in tre puntate su Ponzaracconta li ho reinseriti.
In allegato-immagine la schermata dei pezzi dedicati ai Nirvana che potete trovare sul sito, tra cui due bei pezzi di Ernesto Assante (buonanima).
Buona delibazione
rust

Gli anni ’90. Breve il tempo dei Nirvana (prima parte) – Ponza Racconta

Gli anni ’90. Breve il tempo dei Nirvana (seconda parte) – Ponza Racconta

Gli anni ’90. Breve il tempo dei Nirvana (terza parte) – Ponza Racconta

Ha scritto Tano
Alzarsi dopo una notte disassata con una gamba in fermento e trovarsi sul desco insieme col caffè e il tortino di pasqua scampato alle razzie postquaresimali l’articolo di Sandro sull’argomento bisandrico- musico-social-politico è stata una botta da megawatt, che assorbita e iniettata nelle vene giuste (ah, il doppio sistema veno-arterioso di noi profughi di Aldebaran!) ci riporta dalla quiete eterna alla licantropia endemica dei remotissimi anni adolescenziali. Anni senza la musica, senza i personaggi perduti nell’abisso senza fondo del Mito, ma trasudanti iperuranici bollori esistenziali. Fatemi trovare a tavola una dose di licore siffatto e salirò senza paura sul predellino del treno che in silenzio s’abissa fra galassie e immense assenze totali.

Ha scritto Lorenza
Rustico grazie mille di questo risveglio e del bignami in tre puntate che leggeremo/ ascolteremo con piacere appena ci saremo ripresi dalla serata di ieri che, con i suoi tecnicismi, ci ha steso.
Silvia ha dormito con gusto ma piglio impeccabile, Massimo è rimasto senza cena, io e Maruzzina senza alcolici… ma la tua lieve pendenza di testa verso la spalla del vicino era profonda meditazione o richiamo di Morfeo?

Risponde Sandro
Scherzi? Non mi sono perso una virgola! Certo sulle scale pentatoniche e sul diabolus in musica ho boccheggiato, ma niente che con adeguate letture non si possa comprendere. Bravissimo il quarto relatore, che spiegava, suonava e cantava: un coraggio da leone, confrontarsi con i video originali di Kurt Cobain unplugged che avevamo appena sentito. Come ha detto lui è questo il compito più arduo del musicologo-filosofo: tradurre la musica in concetti e parole comprensibili a tutti.
Per me è stata una serata molto interessante.

Marco Maurizi e (sotto) il suo libro (Jaca Books; 2018)

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