Scuola

Sulle percentuali scolastiche di Salvini e Valditara (1)

di Silverio Lamonica

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Ho letto con attenzione l’articolo-collage  I ministri, l’immigrazione e la scuola, pubblicato giorni fa su questo sito. Più che un commento, vorrei fare alcune riflessioni, essendo ancora un “addetto ai lavori”.

1) – Concita De Gregorio. Condivido pienamente l’incipit “Ministro Valditara, sono io a sentirmi straniera… In questo paese cupo e cattivo in cui state trasformando l’Italia. Come condivido pienamente che essere straniero è prima di tutto e soprattutto il modo in cui ti trattano gli altri e come si comportano con te.
Chi ha “una certa età” e specialmente chi negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, dalla Sicilia o da altre regioni del Sud si spostava a Torino o Milano per trovare un lavoro più remunerativo, ricorda che nel cercare un alloggio spesso si imbatteva nel cartello: Non si affitta ai meridionali. Si era “stranieri” entro i confini della propria nazione!

2) – La ragazzina che si dice delusa da questa Italia e vuole rifugiarsi in Gran Bretagna, anche se il Regno Unito, dopo la Brexit, abbia assunto di nuovo le sembianze antipatiche della Perfida Albione, con tutte le restrizioni messe in atto in materia di immigrazione e possibilità di lavoro per stranieri: https://tg24.sky.it/mondo/2024/04/08/regno-unito-visto-lavoro-stranieri ,   https://quifinanza.it/economia/economia-internazionale/regno-unito-visto-lavoratori-stranieri/807847/  ,  https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/04/08/uk-al-via-la-stretta-sunak-sullimmigrazione-addio-agli-studenti-lavoratori-europei-cosa-cambia-dal-reddito-ai-ricongiungimenti/7505379/ e potrei continuare. Ma di che ci meravigliamo? La percentuale dei nostri giovani che emigrano per lavoro è in aumento! https://dirigentindustria.it/lavoro/aumenta-la-percentuale-degli-italiani-giovani-che-vanno-all-estero.html

3) – Il nazionalismo. Tutti i paesi ne sono affetti. È una degenerazione dell’amor patrio, più o meno accentuato. Anni fa appresi dalla TV che le autorità francesi imposero ai nostri ex connazionali di Briga e Tenda di esprimersi immediatamente in francese, subito dopo l’annessione di quei Comuni alla Francia; conseguenza della sconfitta dell’Italia nella II Guerra Mondiale. Su questo versante, lasciatemi dire, l’Italia non ha nulla da rimproverarsi: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche ( Art. 6 della Costituzione ).

4) – Alunni stranieri. Non essendo riuscito il blocco navale, sbandierato ai quattro venti dalla Meloni e accoliti, quand’erano all’opposizione, ora Salvini e Valditara si giocano la carta scolastica del tetto del 20% di alunni “stranieri” per ogni classe. Gli studenti con cittadinanza non italiana, che frequentano le nostre scuole sono circa un milione, pari all’11,3% del totale [  file:///C:/Users/silvia/Downloads/STUDENTI-STRANIERI-IN-ITALIA-STUDIO-UIL-SCUOLA-RUA-PDF-1(1).pdf  ] di cui ben  32,7% frequenta la scuola primaria (elementare). A questo punto, per rispettare il tetto del 20%, occorrerebbe sdoppiare molte classi (ma come la mettiamo con il contenimento della spesa pubblica e relativi “tagli” che colpiscono soprattutto la scuola?), oppure imporre agli eccedenti di frequentare scuole di paesi limitrofi (ciò rappresenterebbe un dispendio economico assurdo per le famiglie); in alternativa costringere una parte di quei bambini a non frequentare la scuola, il che sarebbe un reato ( Legge n. 40/1998, art . 36 ).

5) – Le strategie per l’inserimento degli alunni stranieri sono di competenza del Collegio dei Docenti ( i ministri non dovrebbero mettervi becco!)  https://www.orizzontescuola.it/inserimento-e-lintegrazione-degli-alunni-stranieri-gli-allegati-pdp-schede-valutazione-e-monitoraggio/
Ogni Istituto scolastico può attingere dalle risorse disponibili. Ci si può avvalere anche di operatori culturali qualificati, in collaborazione con gli Enti Locali. Una parte cospicua di alunni “stranieri”, nati in Italia o che vi risiedono da anni, riesce ad esprimersi nella nostra lingua e per loro il problema non si pone ( o almeno non dovrebbe).
Di fronte a casi del genere, il sottoscritto – come capo d’Istituto – non applicherebbe di certo le assurde direttive del famigerato tetto del 20% di alunni “stranieri” per classe.
Le difficoltà sorgono quando devono essere inseriti alunni che non conoscono una sola parola di italiano.
Ho vissuto una tale esperienza quando ero direttore didattico del 1° Circolo di Minturno, verso la metà degli anni ’90.
Come ne venni a capo?
Lo svelerò nel prossimo articolo.

Immagine di copertina: Scuola. Da Il Fatto Quotidiano

[Sulle percentuali scolastiche di Salvini e Valditara (1) – Continua]

 

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