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Inchiesta sul cospirazionismo in Italia, e non solo (3)

segnalato da Sandro Russo

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Continuiamo la pubblicazione dell’inchiesta di Stefano Cappellini su la Repubblica, giunta alla terza puntata della serie.


Viaggio nel cospirazionismo in Italia 3 /
Fratelli di Bannon. I complotti che uniscono Grillo e Meloni
di Stefano Cappellini – da la Repubblica del 31 ottobre 2023

Come le espressioni “Sostituzione etnica” e “Grande Reset” sono transitate in Italia passando per i meet-up dei Cinquestelle e la propaganda di FdI

Genova, 1 dicembre 2013. Beppe Grillo parla dal palco di una manifestazione del Movimento 5 Stelle: “Cari giovani, non espatriate, cospirate!” Chiaramente l’invito è a tramare contro il potere, ma come non cogliere la suggestione della lotta occulta per rovesciare il sistema? I meet-up, la forma di aggregazione digitale che ha accompagnato l’ascesa del M5S, hanno preceduto di quasi un decennio i forum di Qanon. Uno degli argomenti più discussi erano: le scie chimiche. Un altro: i vaccini provocano l’autismo. Nei suoi primi anni il network digitale del M5S si appoggia costantemente a due siti di propaganda filorussa: Sputnik e Tse tse.

Se uno dei capisaldi di Qanon – la vicenda dei bambini rapiti dalla setta Cabal per suggerne adrenocromo – vi evoca qualcosa di simile in Italia, non è difficile acchiappare il filo: ricordate Bibbiano? La vicenda su cui Alessandro Di Battista, l’ex M5S più affine alla cifra del rossobrunismo complottista, voleva scrivere un libro. L’allora leader del M5S Luigi Di Maio mandò in rete un famigerato video nel quale giurava che mai il Movimento si sarebbe alleato con il Pd, un partito che rapiva bambini, proprio come i membri di Cabal, la setta di potenti che secondo Qanon governa il mondo. La stessa Giorgia Meloni si presentò davanti al cartello stradale che indicava il comune di Bibbiano per promettere che non se ne sarebbe metaforicamente andata finché giustizia non fosse stata fatta.

Se si creassero due insiemi con i temi cospirazionisti più cari a M5S e Fratelli, l’area di sovrapposizione sarebbe estesissima. Non per caso sono i due partiti italiani per i quali espresse preferenza Steve Bannon, che con Meloni in particolare ha avuto un rapporto strettissimo, fino a essere ospite d’onore della festa di Atreju. Lui ha ricambiato definendola “Thatcher d’Italia”. Qualche anno prima, nel giugno 2018, Bannon sbarcò in Italia per battezzare la nascita del governo gialloverde Lega-M5S: “Roma ormai è il centro della politica mondiale. Il M5S? Ogni tanto do qualche consiglio”.

Due grandi complotti cari a grillini e Fratelli d’Italia: The Great Reset, il Grande Reset, piano collegato alla cosiddetta dittatura sanitaria instaurata con il Covid. E The Great Replacement, la sostituzione etnica, nota anche sui manuali neofascisti e suprematisti come “white genocide”, il genocidio dei bianchi.

A introdurre il Grande Reset come un piano reale è stata l’ultradestra americana, mistificando un documento uscito dal World Economic Forum di Davos, uno degli appuntamenti che condivide con l’annuale riunione del club Bilderberg la palma di evento più cannibalizzato dalle teorie cospirazioniste. Pilastro del Great Reset è l’idea che la pandemia di Covid sia stata creata artificialmente per assecondare la volontà di controllo digitale delle persone attraverso i vaccini e i chip sotto pelle.
Nel rendere popolare in Italia la teoria ha avuto un ruolo di primo piano Carlo Freccero. Già responsabile dei palinsesti Fininvest nella fase pionieristica della tv privata, un antico milieu situazionista nel curriculum intellettuale, Freccero è stato recuperato nella vita pubblica dal M5S che prima lo ha nominato in quota nel cda Rai e poi gli ha affidato la direzione di Rai 2.
Il 20 settembre 2021 Freccero scrive una lettera al quotidiano La Stampa per protestare contro l’introduzione del Green Pass: “Diciamo la verità: non è la pandemia ad avere causato la crisi economica. È piuttosto la crisi economica ad avere causato la pandemia, o quanto meno, ad averla amplificata al fine di ultimare il Grande Reset”.

La teoria della sostituzione etnica, cara al neonazismo di mezzo mondo come solo il ministro Francesco Lollobrigida pare ignorare (si scusò per averla citata spiegando che non sapeva fosse un cavallo di battaglia dei nazi-fascisti), si basa sul principio che le persone non si spostino da un continente all’altro per soddisfare bisogni primari, bensì emigrino in Europa e America perché spinti da un disegno organizzato e ben finanziato da plutocrati burattinai, il cui scopo è appunto sostituire la civiltà cristiana di razza bianca con il meticciato (è una delle ragioni per cui Meloni affronta sempre il tema puntando il dito su trafficanti e scafisti).
C’è in questo caso una figura pubblica diventata il nemico per eccellenza: George Soros, miliardario ungherese, teorico della società aperta e inclusiva, noto in Italia perché le sue operazioni sulle valute portarono all’inizio degli anni Novanta alla svalutazione della lira. Soros è il bau bau dei complottisti, il grande Satana, il capo dei burattinai. Su Soros sono state inventate storie di ogni genere. La fake più nota è forse la diffusione in rete dell’immagine di un giovane in divisa da Ss spacciato per un imberbe Soros seguace di Hitler. I suoi inesistenti trascorsi nazisti sono infatti utilizzati come formidabile richiamo acchiappagonzi. Lo stesso schema, del resto, utilizzato da Putin per invadere l’Ucraina: la denazificazione del Paese.
L’invenzione di precedenti nazisti nelle famiglie dei personaggi sgraditi è un classico dei canali Telegram cospirazionisti. Ultimo bersaglio è Ursula von Der Leyen. A rilanciare la fake che suo padre fosse nazista, subito dopo la visita di Von der Leyen per esprimere solidarietà a Israele per il massacro di Hamas, è stato il segretario di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo.

Ben prima di Qanon e di Meloni (“Noi non prendiamo i soldi dagli usurai”, disse la non ancora presidente del Consiglio commentando la notizia che il partito + Europa aveva incassato un finanziamento da Soros) c’era già stato Beppe Grillo a puntare il bersaglio. Quando nel 2017 l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ricevette Soros a Palazzo Chigi, questa fu la reazione di Grillo: “Di cosa avete parlato con Soros? Si è lamentato per l’inchiesta del procuratore Zuccaro sulle Ong che agirebbero come taxi del Mediterraneo e che sono finanziate con milioni di dollari ogni anno da Soros stesso?”. Grillo parlò anche di “Shoah di un sistema finanziario e bancario che fa migliaia di morti all’anno”. Incalzato da una giornalista a scusarsi per l’uso improprio dell’Olocausto, Grillo replicò così: “Chi c’è dietro le banche, chi c’è dietro i poteri finanziari? Quando tocchi quelle cose vengono fuori queste lobby, che sono lobby d’affari. Io non chiedo scusa a nessuno”.

Per suffragare la tesi della sostituzione etnica molti complottisti citano il piano Kalergi, usato nel discorso pubblico come lo fu nell’Europa del primo Novecento il Protocollo dei Savi di Sion, il falso che denunciava il piano di controllo degli ebrei sull’umanità, usato a pretesto dagli antisemiti di ogni genere e latitudine, e che negli ultimi decenni è stato citato come testo di riferimento da un solo politico: il senatore Elio Lannutti, portato in Parlamento dal M5S.
Kalergi, al secolo Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, era un aristocratico austriaco morto nel 1972, pensatore europeista, autore negli anni Venti di un libello sul paneuropeismo e di un altro, poco successivo, sul valore della mescolanza delle razze. Il primo a parlare al pubblico televisivo del cosiddetto piano Kalergi, citato testualmente anche da Meloni prima della sua elezione a Palazzo Chigi, fu Gianluigi Paragone, conduttore del programma La Gabbia, in onda su La7.
Paragone è stato portato in Parlamento dal Movimento 5 Stelle, da cui poi è uscito polemicamente, per entrare in quell’area no Vax e pro Putin dove puoi incontrare a braccetto di opinioni lo stalinista Marco Rizzo e il forzanovista Roberto Fiore, l’ex sindacalista della Cgil Giorgio Cremaschi e il neofascista Giuliano Castellino, che la sede della Cgil l’ha assaltata insieme a Fiore al termine di uno dei bellicosi raduni No Vax nella Capitale.

3/continua

L’articolo in formato .pdf: La Repubblica 31 ottobre. S. Cappellini Cospirazionismo.3

Per le puntate precedenti sul sito:
Un articolo “necessario” sul cospirazionismo in Italia, e non solo (1): leggi qui
Inchiesta sul cospirazionismo in Italia, e non solo (2) – leggi qui

1 Comment

1 Comment

  1. Luigi Maria Dies

    3 Novembre 2023 at 13:55

    Buongiorno. Come si dice?
    Mescolare alghe e pesci, ovvero buttarla in caciara.
    Fare un unico pentolone dove nessuno deve capire niente.

    Siamo tutti in guerra.
    Perché ti sei arruolato?
    La Repubblica (che non avendo nessuno se ne frega)
    – Perché sono scapolo e mi piace la guerra; e tu?
    I cinquestelle (dopo ottanta anni di convivenza col sistema corrotto)
    – Perché sono sposato e mi piace la pace.
    Vogliamo far passare per la stessa minestra un profiterol vero e uno di plastica per carnevale. Ma non c’è speranza: per “Repubblica” e anche per la Republica Italiana sarà purtroppo sempre carnevale.
    Buon venerdì, io non esco con “Repubblica”. Abbraccio sempre tutti. Luigi.

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