Ricorrenze

Il nostro 25 aprile

segnalato dalla Redazione

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Martedì, 25 aprile, festa della Liberazione, il CeSDIP-APS (Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane – Associazione di Promozione Sociale) ha organizzato la proiezione – alle 18,30, nella Sala Consiliare in via Parata – del documentario Voci dal confino. Colonia di Ponza 1928-1939, prodotto dall’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), con la partecipazione di Umberto Migliaccio, che con Luca Mandrile e Claudio Di Mambro l’ha realizzato.

Una giornata di festa civile che va vissuta con qualche riflessione, considerato il grande oblìo che avvolge gli eventi fondativi della democrazia del nostro paese.
Il 25 aprile è il giorno stabilito, nel 1945, dal Comitato di Liberazione Nazionale per l’insurrezione armata a Milano, ma in altre città la lotta contro i nazifascisti stava ancora continuando. Ricordiamo che Antonio Camporese, marito di Carolina Guarino morì il 28 aprile combattendo nell’ultimo scontro per la liberazione di Padova.

Quel giorno finì l’incubo dell’occupazione tedesca, sostenuta dagli ultimi ferventi repubblichini, i fascisti della Repubblica di Salò, e per le strade si poté assistere a manifestazioni di sincera gioia, ma anche agli urli di coloro che stavano saltando sul carro del vincitore gettando alle ortiche e di nascosto distintivi, mostrine e abbigliamento fascisti che avevano indossato fino a poco prima.

Gli opportunisti ci sono sempre e a tutti i livelli, ma il comportamento dei voltagabbana che quel 25 aprile si intrufolarono tra le file dei partigiani vincitori, festeggiando e ostentando gioia più di loro, ferì molti dei veri combattenti facendo presagire quello che sarebbe  successo negli anni successivi; la mancata epurazione dalle istituzioni pubbliche ripropose drammatici rigurgiti fascisti. La storia degli anni che noi stessi abbiamo vissuto ne è piena: stragi incluse.

Oggi, settantotto anni dopo, in una società completamente cambiata,  pare che il valore del sacrificio di chi ha combattuto per la dignità dell’Italia, sia dimenticato, sottovalutato, se non addirittura dileggiato.
Eppure è grazie alla Resistenza che non solo non siamo stati schiacciati dai tedeschi, ma abbiamo potuto partecipare al tavolo delle trattative del dopoguerra con una certa dignità, anche se non con piena autonomia.

Ricordiamolo sempre: i partigiani hanno riscattato l’onore dell’Italia.

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Appendice.1. (cfr. Commento di Maria Conte)

Foto di Antonio Camporese inviata dalla nipote Maria Candida Conte come allegato al suo commento 

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Appendice.2

Cristina Vanarelli dà il suo contributo alla festa della Liberazione con l’immagine del bozzetto del Monumento alla Resistenza realizzato dal padre, Augusto Vanarelli

Anche Emilio Iodice ha avuto un pensiero per il nostro 25 aprile

25 aprile – Festa della Liberazione

Qui
Vivono per sempre
Gli occhi che furono chiusi alla luce
Perché tutti
Li avessero aperti
Per sempre
Alla luce

(Giuseppe Ungaretti)

Appendice.3 (cfr Commento Redazione)

Il contributo di un lettore.
In un video di poco più di 9 minuti Sandro Pertini intervistato da Enzo Biagi. Siamo nel 1982 e Sandro Pertini, all’epoca Presidente della Repubblica, parla dell’esperienza della prigionia e del confino sotto il regime fascista. Parla anche di Ponza, di Santo Stefano e di alcuni compagni antifascisti, come Scoccimarro, Secchia, Amendola. E del suo incontro con Gramsci.

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3 Comments

3 Comments

  1. Maria Candida Conte

    22 Aprile 2023 at 15:09

    Amici della Redazione, grazie a voi, alle Associazioni, a quanti hanno ricordato, e ricordano, mio Zio, Antonio Camporese, in occasione del 25 Aprile.
    Lui e la moglie Carolina Guarino, sorella della mia mamma, hanno sostituito i miei genitori, per gli anni che sono stati loro concessi: pochi a lui, tantissimi a lei.
    È con orgoglio e con amore filiale che aggiungo: Antonio Camporese, ha dato la vita per i suoi ideali, a 39 anni, il 28 aprile 1945 in Padova ed è stato insignito di medaglia d’argento al valor militare. Ora è sepolto nel Cimitero Maggiore della città, nella chiesetta Ossario dei Caduti per la Patria. Gli sono stati dedicati: un circolo sociale, una strada, una lapide sulla cinta muraria padovana.
    Spero che i ponzesi accorrano, numerosi, alla proiezione, il 25 aprile, per onorare, con la presenza, un martire, che è anche un po’ di Ponza, dove ha trascorso anni di confino ed incontrato il grande amore della sua breve vita.
    Grazie a tutti e saluti da
    Maria Conte, ponzese doc, padovana d’adozione.

    PS. Una foto dello zio Toni è allegata all’articolo di base

  2. La Redazione

    25 Aprile 2023 at 06:06

    Dei tanti articoli e commenti letti in questi giorni sui giornali, a proposito della ricorrenza del 25 aprile, ne riportiamo uno, di Michele Serra, da la Repubblica di domenica 23 aprile.

    L’amaca
    Come la pizza senza farina
    di Michele Serra

    Festeggiare il 25 aprile senza partigiani e senza Bella Ciao è ridicolo: come andare a cavallo senza cavallo, o fare la pizza senza farina. Ridicola, dunque, è l’aggettivo che meglio si attaglia alla decisione del sindaco leghista di Seriate, Cristian Vezzoli, di celebrare il 25 aprile praticamente da solo, lui e la sua fascia tricolore. E alle tante scelte consimili, che definirei di svuotamento del 25 aprile per poterlo poi riempire di una molto generica fuffa “democratica” buona per tutte le stagioni, per tutte le storie, per tutti i Paesi.
    Due osservazioni. Una futile, una di sostanza. Quella futile: ma perché i leghisti si chiamano tutti Cristian, Albert, Manuel, presto anche Giacom e Lucian?
    Esiste una selezione del personale fondata sull’elisione della vocale finale?

    Quella di sostanza: ma non sarebbe meglio, per leghisti e neofascisti (per primo La Russa) dire con franchezza che sono contro il 25 aprile? Che non è la loro festa, che non li rappresenta? Non è penoso, e anche parecchio ipocrita, questo sforzo di sembrare partecipi, però a modo loro, di qualcosa che odiano (l’antifascismo, la Resistenza, i partigiani)? Il moltiplicarsi, in tutta Italia, di indicibili fatiche, e contorsioni dialettiche, e simulazioni di appartenenza a una medesima comunità, testimonia una cosa soltanto: che la comunità è divisa nonostante quasi ottant’anni di volonterosa simulazione. Prenderne atto è più salubre (per tutti) che simulare una concordia nella quale crede, eroicamente, ormai solo il Quirinale, che ha il dovere istituzionale di farlo e lo fa con altissimo profilo: un grattacielo che parla agli gnomi.

  3. la Redazione

    25 Aprile 2023 at 13:18

    Segnalato da un lettore un interessante video del 1982 (che riportiamo in calce all’articolo di base) con un Sandro Pertini intervistato da Enzo Biagi.
    Pertini, allora Presidente della Repubblica, parla della sua prigionia e del confino sotto il regime fascista, ricordando anche Ponza e alcuni compagni antifascisti confinati come lui sull’isola. E del suo incontro con Gramsci.

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