Mare

L’altera Atlanta, la polena fatale

proposto da Sandro Russo

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Mi aveva incuriosito la storia di Atlanta – letta nel bell’articolo di Marco Belpoliti -, la polena che faceva impazzire gli uomini, presi d’amore per lei. Richiama il mito di Pigmalione che si era innamorato della statua da lui stesso creata (dalle Metamorfosi di Ovidio, ma anche da altre fonti dell’antichità). Se ricorre come mito, c’è qualcosa di universale e di profondo sotto. Così ho cercato altre informazioni sul web e volevo anche vedere un’immagine della polena. Trovato tutto: lo propongo ai lettori che volessero rilanciare.
S. R.

Atlanta
di Marco Alex Pepè – Al sito segnalato sotto, anche in versione audio

All’interno del Museo dell’Arsenale di Spezia, oltre a una serie d’interessantissimi cimeli marinareschi, è possibile ammirare tra le tante presenti, una polena di probabile origine inglese, dal sinistro fascino.
Ritrovata nell’oceano Atlantico nel 1864 dal capitano Aristofane Caimmi, il quale solcava i cieli marini con la sua fregata Veloce, fu da prima portata al Museo navale di Genova Pegli e in seguito trasferita all’Arsenale di Spezia.
Scolpita con abile maestria da chissà quale cesellatore, Atlanta, cosi ribattezzata dall’equipaggio della Veloce, si presenta come una bella fanciulla dall’avvenente seno scoperto. Le polene, poste solitamente all’estrema prora sotto il bompresso, avevano lo scopo quasi scaramantico di placare le onde del mare e di proteggere l’imbarcazione e gli uomini di bordo dalle insidie marine.
Ma nel caso di Atlanta le cose forse non stavano cosi! Stando alle testimonianze, al limite dell’incredibile, sembrerebbe che questa intrigante scultura, eserciti sul sesso maschile un arcano e pericoloso fascino. Infatti diversi sono stati gli uomini che hanno perso la ragione soltanto per aver incrociato lo sguardo con l’avvenente polena. Il magico allure, Atlanta lo manifestò già a bordo della Fregata Veloce durante il suo trasbordo. Infatti a seguito di alcune scene di gelosia, che l’equipaggio manifestò per una morbosa attrazione verso la statua, il capitano, per salvaguardare la navigazione della fregata, la custodì nella sua cabina.
Molti furono gli episodi che legavano Atlanta alla perdita della ragione di coloro che subivano inavvertitamente il suo fascino, tra questi la triste sorte di colui che per tanti anni aveva prestato servizio come custode al museo. Era il 1924 e l’uomo fu trovato senza vita nei pressi dei grandi bacini dell’Arsenale di Spezia; morì per essere precipitato dall’alto di una torre. Non si seppe mai se cadde in stato di ebbrezza o se volontariamente si gettò nel vuoto. Si sa solo che la sera prima aveva confidato ad amici, i quali lo avevano deriso, che non poteva più vivere senza l’amore di Atlanta: “Sento che quella donna mi attira sempre di più…” – aveva commentato.
Ma non fu il solo, un giovane ufficiale tedesco, tal Frederick Kurz nel 1944 si tolse la vita con un colpo di pistola alla tempia, dopo aver passato tre giorni chiuso nella sua stanza in compagnia di Atlanta, sottratta furtivamente al museo. L’ufficiale lasciò una lunga lettera ai suoi superiori, dove spiegava che l’insolito gesto era dovuto al fatto che non poteva soddisfare le sue bramosie d’amore nei confronti della bella polena.

Se vi capita di passare per il Museo dell’Arsenale di Spezia, non potete non fare una visita al salone delle Polene, dove potrete notare che il petto di Atlanta è ricoperto di una patina nera. Sono i segni lasciati da quanti vedendola, non riescono a resistere all’impulso di toccare l’avvenente seno.

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Testo: Marco Alex Pepè
Voce recitante: Graziella Martinoli

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