Archivio

Basovizza, non semplifichiamo

Rosanna Conte

Il 28 dicembre, trovandomi a Trieste, ho approfittato di una visita guidata alle foibe richiesta da insegnanti che arrivavano dall’Emila Romagna, per aggregarmi al gruppo, nonostante il tempo bigio.

Sul Carso l’umidità penetrava nelle ossa e, arrivata in anticipo con la guida, abbiamo aspettato sullo spiazzo antistante il monumento posto sulla foiba di Basovizza. Due autobus aspettavano alunni e docenti di chissà quale scuola che già avevano finito il loro giro e, poco dopo la loro partenza, è arrivato l’autobus con il nostro gruppo.

La stele riporta i ritrovamenti ai diversi livelli di profondità 

Disposti in cerchio abbiamo ascoltato il succedersi degli eventi accaduti in quel luogo raccontato della nostra guida che studia da anni col prof. Raul Pupo il tema delle foibe e dell’esodo degli italiani dalle zone giuliane. Ci siamo poi recati ad un altro monumento poco distante dall’osservatorio astronomico triestino, che commemora quattro slavi giustiziati il 6 settembre del 1930 dai fascisti italiani. Un ampio spazio lo circonda e ogni anno, il 6 settembre, arrivano migliaia di sloveni a rendere omaggio ai quattro patrioti.

Monumento ai fucilati slavi antifascisti

Le pietre ricordo dei quattro sloveni antifascisti

Nel 2020, a Basovizza, sia al monumento della foiba che a quello degli antifascisti slavi, si è svolta una cerimonia concreta e fortemente simbolica: il presidente Mattarella e il suo omologo sloveno Borut Pahor si sono incontrati e hanno posto una corona di fiori in ambedue i luoghi. Mattarella ha sottolineato nel suo discorso che se le sofferenze non si dimenticano, oggi bisogna segliere se “fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro”. Ha, poi, concluso, che la strada giusta sulla quale si sono già immessi italiani e sloveni è la seconda che è ” rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace“.

In questa occasione è stato firmato un protocollo che prevede, in segno di risarcimento, la consegna alla comunità slovena triestina del Narodni Dom, la sede della cultura slava incendiata dai fascisti il 13 luglio del 1920.

Considerato che i due luoghi sono simbolo della soffernza dei due popoli, sarebbe stato opportuno che quei ragazzi che avevano visitato la foiba di Basovizza si recassero anche al monumento ai patrioti slavi, ma quando siamo arrivati noi, non c’erano né li abbiamo abbiamo incrociato i loro autobus lungo la stretta stradina che unisce i due luoghi.

E’ lodevole e importante che i ragazzi studino la storia anche visitando i luoghi che videro accadere eventi da ricordare. Entrare nello scenario spaziale di un fatto, specie se si è adeguatamente preparati, apre la strada alla domanda fondamentale della storia: perché?

E le risposte non sono mai semplici, anche se la divulgazione massificata e, ancor più, la distorsione suggerita dalla strumentalizzazione, le semplificano, le decontestualizzano. (vedi qui e qui )

La tragedia delle foibe collegata all’esodo degli italiani dai territori giuliani non è da meno. e i suoi perchè ci proiettano agli inizi del Novecento, tra popolazioni diverse presenti da secoli sul territorio e alle loro differenziazioni sociali innescate dai cambiamenti economici.

Rispondere ai perché solo con gli elementi ideologici intorno ai quali si verificarono i due fenomeni, che sono interconnessi ma non sovrapponibili, non permette di comprendere cosa è successo veramente perché dietro le spinte ideologiche ci sono sempre visioni o esigenze socio-economiche strettamente legate alla gestione del potere. In questo caso ci imbattiamo nelle idee di nazionalismo, irredentismo, antislavismo, fascismo, comunismo, xenofobia, una campionatura articolata che richiederebbe risposte a tanti perché.

Da qui l’insufficienza presente nelle tante semplicistiche asserzioni che, come accade per tutte le asserzioni tagliano il troppo per lasciare solo ciò che interessa che arrivi agli altri. Queste distorsioni storiche sono molto gravi, ma, purtroppo, non ce ne rendiamo conto.

Siamo anche disposti ad imparare un po’ di storia, ma, per favore, che sia semplice e non richieda troppa attenzione!

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top