Ambiente e Natura

La frana di Casamicciola

di Rosanna Conte

Casamicciola sta vivendo l’ennesimo disastro e noi siamo vicini alla popolazione del piccolo comune ischitano. Le frane sono spesso legate ad una cattiva gestione del territorio dove l’abuso del singolo non tiene contro della sicurezza dei più. Non sappiamo se quanto è successo stamane sia stato determinato da questo malcostume imperante, ma ci deve servire comunque da monito.

La configurazione dei luoghi va rispettata e aiutata ad essere recuperata. Penso alle parracine ponzesi che erano tutelate una volta dal lavoro costante dei contadini, pronti a riparare ogni piccolo accenno di cedimento; penso ai canali di scolo tenuti puliti costantemente per consentire il defluire della pioggia nell’alveo prestabilito ed evitare la tracimazione nel terreno coltivato; penso anche alle antiche vie d’acqua che a Ponza sono state deviate o coperte e spero che questi interventi siano stati adeguati alla portata dell’acqua che scende dalle nostre colline ormai abbandonate.

Ricordiamo quanto è successo al Fieno qualche anno fa.

Giuseppe Mazzella di Rurillo, scrive stamani sul suo profilo Facebook:
La questione di Casamicciola é nazionale ed europea. La stampa nazionale si ricorda di questo piccolo paese di 8mila abitanti solo per le tragedie. Dovrebbe dedicare spazio ed impegno a costruire una classe dirigente ed una società civile. Continuerò il mio impegno civile. Oggi invoco gli uomini eroici della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, delle Forze dell’ordine, della Sanità, del Volontariato di salvare vite umane.

Nel momento del dolore,  Giuseppe di Rurillo pur invocando l’aiuto, non dimentica la necessità dell’impegno civile. Tutti siamo coinvolti quando succedono questi disastri. Non so se spetti alla stampa nazionale “costruire” una classe dirigente e una società civile, ma credo che essa con tutte le forze civili del nostro paese debba essere sempre vigile sulle tematiche del territorio e, naturalmente, anche sulla classe politica che si presenta sempre più impreparata ad affrontare temi etici e sempre meno capace di gestire correttamente le sfide che il territorio italiano, così accidentato, ci pone.

E, purtroppo, all’orizzonte è rispuntato il progetto di costruire il ponte sullo Stretto di Messina. I disastri si prevengono. Dopo è tardi.

***

Aggiornamento del 26 novembre, h 19,30 (a cura della Redazione)

La notizia della frana di Casamicciola sulla stampa nazionale:
Qui da la Repubblica on-line (redazione di Napoli):

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/11/26/news/ischia_ancora_una_tragedia_a_casamicciola_nel_paese_che_non_trova_pace-376244180/?ref=drla-2

3 Comments

3 Comments

  1. La Redazione

    26 Novembre 2022 at 19:47

    Aggiornamento del 26 novembre, h 19,30

    La notizia della frana di Casamicciola sulla stampa nazionale:
    Qui da la Repubblica on-line (redazione di Napoli):

    https://napoli.repubblica.it/cronaca/2022/11/26/news/ischia_ancora_una_tragedia_a_casamicciola_nel_paese_che_non_trova_pace-376244180/?ref=drla-2

  2. vincenzo

    27 Novembre 2022 at 09:57

    Quante volte Giuseppe Mazzella ha parlato della sua Ischia e in particolare di Casamicciola abbandonata.
    Dopo la frana di 10 anni fa, c’è stato il terremoto ed in questi giorni si è rinnovato il dissesto idrogeologico.

    E’ chiaro che in questo momento di lutto cittadino non si devono fare polemiche. Bisogna trovare i dispersi, seppellire i morti, bisogna stare a fianco della protezione civile. Ma poi passerà il tempo e dimenticheremo.

    Ho sentito su Rai News 24 il Sindaco di Forio D’Ischia Francesco De Meo dire: “il capro espiatorio non c’è”
    Abbiamo abbandonato la campagna, le opere idriche che prima i contadini facevano sulle colline non si fanno più per cui, quando cade una quantità di acque in modo violento e in poco tempo, il terreno non riesce ad assorbirla, e non trovando argini, l’acqua (‘u lavo) prende velocità trascinando a valle ogni cosa.
    Buona descrizione del fenomeno idrogeologico nelle nostre isole.
    Ma se io faccio una casa o una strada, e per farla taglio il bosco o la macchia mediterranea, che faccio: aumento o diminuisco il rischio idrogeologico?

    Non ci sono colpevoli? Forse i colpevoli sono i nostri vecchi contadini che non sono riusciti a campare 400 anni.
    Qualcuno già ha detto che non si deve parlare dei condoni delle opere abusive, oggi c’è un problema più serio sono “le bombe d’acqua” che sono improvvise e non prevedibili.
    E allora che facciamo? Come si può mettere in sicurezza un territorio che non ha una programmazione urbanistica, dove la gente costruisce case abusive che poi verranno per forza di cose condonate?

    Io penso che non possiamo rassegnarci a vedere queste scene e a continuare a dire che le nostre isole sono le più belle del mondo, che dobbiamo ringraziare il padre eterno di essere nati in queste isole, per cui non ci dobbiamo lamentare.

    Questi discorsi sull’importanza del controllo del territorio vanno fatti anche a Ponza visto che ci dicono che possono arrivare improvvise le bombe d’acqua.
    Dobbiamo cominciare a prenderci le nostre responsabilità, a cominciare dai Sindaci.

  3. Tonino Impagliazzo

    28 Novembre 2022 at 22:06

    Aiutare e confortare i cittadini dell’isola d’ Ischia, in questo momento, è un dovere che appartiene a tutti. Ma questo evento non deve essere letto unicamente come segno della sventura, deve essere piuttosto l’occasione per una riflessione allargata. Condivido il racconto e la riflessione di Rosanna Conte ed il commento di Vincenzo Ambrosino di vigilare sulle modifiche dei percorsi pedonali per l’accesso alle “restaurate abitazioni” dell’isola affinché non si stravolga ulteriormente il territorio. Vigilare per evitare di far finta di non aver visto, vigilare affinché non si nasconda il taglio di arbusti o lo smantellamento di muretti a secco o di sentieri di pubblica fruibilità. Ed ancora evitare in maniera responsabile che “Relazioni Geologiche Strutturali” di tecnici compiacenti consentano la costruzione di edifici, pergolati, servizi accessori ed altro là dove le caratteristiche del territorio prescrivono/consigliano di non farlo. Come pure occorre porre in adeguata evidenza che i territori insulari sovente sono schiaffeggiati da violenti mareggiate che lasciano cadere in mare rilevanti parti di falesie causando la perdita di arenili lungo la costa. Il Ministro Musumeci in queste ore, parlando della “frana di Casamicciola”, ha indicato tra le categorie fragili anche “le piccole isole” le quali subiscono unitamente al disagio ambientale anche la perdita di territorio (falesie e arenili), con conseguente messa in crisi della sicurezza e dell’economia turistica. Non vorrei credere che ad Ischia, dove la rabbia è così enorme e crescente, non fosse noto il pericolo. L’eredità di 27 mila case fuorilegge, tra vincoli ignorati e condoni lumaca, era nota a tutti.

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