Scuola

Lettera aperta a Mimma Califano

di Silverio Lamonica


Silverio Lamonica fa riferimento a questo articolo, del 13 sett. scorso, a firma di Mimma Califano (ndr)

Cara Mimma, in merito alla tua “difesa di ufficio” dell’Amministrazione di cui  facevi parte, mi colpiscono tre passaggi:

  • Affermi:  “Purtroppo quella Società, (la prima ditta appaltatrice n.d.r.) appena aperto il cantiere, iniziò ad avanzare pretese di vario tipo, nelle more della valutazione della correttezza di quelle pretese, divenne ufficiale che la Società aveva dichiarato fallimento, pertanto i suoi erano stati solo tentativi per spillare soldi al Comune di Ponza.
    Nel frattempo comunque si era portato via tutto quello che poteva, incluse porte e finestre”.

Ebbene, oltre che per il reato di bancarotta fraudolenta (Art. 216 Codice fallimentare), i titolari  della ditta che “ si era portato via tutto quello che poteva” dovevano essere denunciati anche per furto (Artt. 624 e 625 C. P.) e appropriazione indebita di beni pubblici.

Cara Mimma, dalla tua replica non risulta che abbiate formalmente denunciato la ditta inadempiente, per i reati di cui sopra. Lo avete fatto?

Qualora non lo aveste fatto (e spero vivamente di no) voi potreste essere tacciati di complicità e connivenza!

  • Altro passaggio della replica: “Ci sono voluti cinque anni di impegno amministrativo per consentire la realizzazione dei lavori di ristrutturazione”.

 Cara Mimma, a me sembra eccessivo un impegno di ben cinque anni per raggiungere l’obiettivo di cui sopra. Pensa che tra il 1975 e il 1980, 5 anni per l’appunto, con l’Amministrazione di Mario Vitiello (ero vicesindaco) furono appaltati i lavori e ultimati gli edifici scolastici di Santa Maria e Cavatella, oltre alle strade di Sopra Giancos e Calafonte e avviati i lavori dell’edificio Pantano (ora sede dell’ I.T.T.) e del Poliambulatorio di Tre Venti. Ma allora le ditte tenevano il “nostro fiato sul collo”. Sindaco, assessori e consiglieri controllavamo minutamente il prosieguo dei lavori, se sorgevano difficoltà si interveniva e si superavano. Non c’era lassismo! Non era possibile, per le ditte, fregarci il materiale sotto il naso, anche perché si trattava di ditte molto serie, i cui titolari, nessuno escluso, erano persone per bene, molto  oneste e professionali.

  • Consegna ufficiale delle chiavi della scuola di Santa Maria, da parte dell’ex sindaco all’istituto Scolastico in data 11 giugno (giorno precedente l’elezione del 12 giugno).

Ebbene, c’erano le chiavi, ma non la debita comunicazione scritta con l’impegno del trasloco della suppellettile dalla scuola di Via Parata a quella di Santa Maria. Appena il solerte sindaco subentrante, Ambrosino, se n’è accorto – in data 5 settembre – ha immediatamente provveduto con la comunicazione allegata.

Comunque, per concludere, non era mia  intenzione creare polemiche assurde.  Nel mio precedente articolo mi sono limitato a descrivere  la cerimonia di riapertura brevemente, dando il massimo risalto ai bambini, unici a meritare grande visibilità.

E più o meno, sulla stessa lunghezza d’onda è il Comunicato Ufficiale dell’Amministrazione Comunale e ciò mi conforta.

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