Storia

Le presentazioni del Centro Studi

di Rosanna Conte

 

Questa estate il Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane – Associazione di Promozione Sociale (CeSDIP-APS) con un tour de force non indifferente ha partecipato al Cartellone delle attività di Ponza Estate 2022 con la presentazione di cinque libri nell’arco di 12 giorni. 

Escludendo Antonio Winspeare e la colonizzazione delle Isole Ponziane che, come le altre pubblicazioni del CeSDIP-APS, riporta il resoconto arricchito di un precedente convegno doverosamente restituito alla comunità,  gli altri libri si sono imposti  alla decisione di presentarli per il forte legame che avevano con l’isola.

La specificità storica del nostro Centro non è esclusiva in quanto la promozione sociale (APS) che lo caratterizza lo spinge a muoversi anche nelle altre direzioni culturali e già dallo scorso anno  con gli alunni dell’ITT Filangieri ha avviato un percorso più ampio includendo esperienze connesse alle Scienze naturali, all’abitudine alla lettura e alla formazione di partecipazione e solidarietà sociale.
E questa estate, accanto a libri di storia che per motivi diversi riguardavano Ponza c’è stata un’opera narrativa anch’essa legata a Ponza.

Era indubbio che, dopo aver pubblicato su Ponza racconta  le vicende di Lina Meiffret, conosciuta come la gattara di Frontone, si dovesse far conoscere il lavoro di ricostruzione storica della sua figura  arricchita dell’aspetto letterario. Polina Ambrosino ha letto due poesie scritte in italiano da Lina, qui a Ponza, e dedicate una a Tommaso Lamonica e l’altra a Palmarola.  Il libro, oltre alle fonti archivistiche e storiografiche, riporta i manoscritti della Meiffret, traduzioni e lettere.
Il lavoro di Sarah Clarke e Daniela Cassini è stato davvero paziente e minuzioso e i ponzesi, più colti e meno colti, possono oltre che ripercorrere alcuni momenti tragici non tanto lontani della nostra storia nazionale, anche recuperare lo sguardo con cui veniva guardata dai primi frequentatori la nostra isola: oasi naturale di pace e tranquillità in cui recuperare le forze fisiche e anche morali. Lina Meiffret, arrivata a Ponza subito dopo la guerra e il corpo e lo spirito segnati da vicende strazianti, nel 1947 acquistò i terreni a Frontone e vi costruì la sua casa. Da allora non è mai mancata sull’isola, in tutti i periodi dell’anno, fino alla morte avvenuta nel 2004.

Presentare gli ultimi libri di Silverio Corvisieri, per il CeSDIP-APS, era più che naturale. Oltre che essere ponzese, l’autore, con i suoi lavori su Ponza che risalgono al 1985 e al 2004, è il punto di riferimento storico della nostra isola dal Settecento ad oggi. Politico e giornalista, ha dato una lettura appassionata della nostra storia sostenuta sempre da una rigorosa consultazione delle fonti tanto che viene ripreso in lavori storiografici anche recentissimi. Penso a Hugo Vermeren che nella sua Memoire de Recherche: Contrebandiers par tempérament, pêcheur par habitude et bandits par occasion, presentata all’Académie des Science Morales e Politiques nel 2020, ha studiato la storia dei pescatori a la Galite e riporta frequenti riferimenti a Silverio Corvisieri. I suoi ultimi lavori, pur trattando tematiche diverse – Schiaffo al duce tratta di un’azione partigiana avvenuta fra il 22 e il 23 marzo del 1945 a Salò, nel cuore della Repubblica Sociale Italiana, e Un cattivo maestro parla di Indro Montanelli sono legati da un filo che parte dalla posizione di chi non dà mai nulla per scontato e si possono collocare tra quelle  pubblicazioni poco inclini a seguire il pensiero dominante.  Il primo ci immerge nel contesto del crollo del fascismo, con le sue divisioni interne e il seguente trasformismo; il secondo segue il comportamento giornalistico di Montanelli nell’informazione su fatti rilevanti della nostra storia dove la deontologia del proprio mestiere è del tutto messa da parte, dove il verosimile è più vero del vero.

L’opera narrativa, Liberazione, scritta da un ponzese italo-americano, Emilio Iodice, non poteva passare inosservata perché, oltre all’appartenenza dell’autore al contesto isolano, narra vicende collegate ai momenti più intensi della seconda guerra mondiale, quelli della lotta di liberazione. I personaggi prendono spunto da persone vissute in quel periodo a Ponza, negli Usa, sul fronte di guerra e il contesto storico ha uno sguardo ampio pur se centrato sul mondo degli italo-americani che emergono intorno ai valori della famiglia, della solidarietà, della religiosità, della cultura del lavoro. Pur così diversi tra loro – soldati, suore, preti, semplici lavoratori, staffette, spie – hanno in comune la capacità di essere eroi, cioè la capacità di essere pronti a sacrificare la loro vita come se fosse la cosa più naturale del mondo, perché  agire secondo coscienza è il loro dettato morale. Ovviamente l’opera narrativa ha esigenze diverse da quelle storiche e se queste richiedono rigore scientifico nell’utilizzo delle fonti (che vanno sempre riportate con indicazioni precise), la narrazione ha bisogno di tecniche narrative come la suspense, molto ben utilizzata in Liberazione, caratterizzazioni più o meno marcate, azioni funzionali alla visione del mondo che si vuole trasmettere.
Ascoltare la voce di chi è rimasto ancorato affettivamente all’isola di provenienza e coltiva giustamente un forte legame col proprio paese, gli USA, è interessante per le nuove generazioni, che hanno un’altra dimensione del mondo – pensiamo alla globalizzazione – e del concetto di emigrazione che oggi ha caratteri completamente diversi. Quella che ha coinvolto i ponzesi della prima metà del novecento a New York era connotata da radici forti nel passato tanto da ricreare nel Bronx una Little Ponza e la continuità di questo tipo di legame nel tempo è quella che Emilio Iodice ha narrato in Liberazione che è stato presentato due volte, alla Caletta il 20 agosto e a Le Forna il 28.

 

 

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