Attualità

Anpi: i pericoli di presidenzialismo e autonomia differenziata

a cura della Redazione

Si cominciano a delineare le posizioni dei partiti per le prossime elezioni. Mentre nella vasta zona che va dal centro- destra di Calenda e Renzi alla sinistra di Fratoianni e Bonelli passando per il PD si è ancora alla costruzione delle alleanze, a Destra le idee sono chiarissime. Fra le varie proposte, come la flat tax che abbassa le tasse per i ceti più agiati e non tocca quelle dei meno abbienti, ci sono anche l’introduzione del Presidenzialismo e l’autonomia regionale differenziata, i cavalli di battaglia rispettivamente di Fratelli d’Italia e della Lega.  Questi due cambiamenti implicano interventi rilevanti sulla Costituzione che subirebbe un vero scardinamento negli aspetti istituzionali e sociali. Il presidente nazionale dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo, è fra i primi  ad esprimere le sue preoccupazioni, con una dichiarazione pubblicata sul sito dell’ANPI e che qui, integralmente riportiamo.

Nelle prime riunioni della coalizione di destra sono stati fissati due punti programmatici, il presidenzialismo e l’autonomia differenziata, in base a una logica di scambio fra FdI e Lega. Questo programma prevede lo scardinamento della Costituzione, a partire dall’elezione del Presidente della Repubblica a suffragio universale e diretto. Vorrebbe dire affidarsi a un “uomo forte”, abolire la funzione del Presidente come custode e garante e trasformarlo nel rappresentante di una parte, eletto dopo un’aspra competizione elettorale. L’autonomia differenziata, oltre a rompere l’unità nazionale, aumenterebbe in modo esponenziale e irreversibile le diseguaglianze azzerando il principio di solidarietà e quello di eguaglianza (art. 2 e 3 della Costituzione). Per contrastare la dilagante sfiducia e delusione, per salvare l’Italia, occorre fare l’esatto contrario: restituire poteri e autorevolezza al parlamento con una legge elettorale che lo renda davvero rappresentativo, promuovere autonomie locali e Regioni in chiave di reciproca solidarietà e non di competizione.

Una delle caratteristiche della iniziata battaglia elettorale sarà certamente l’uso improprio di molte parole d’ordine, come la parola “riforma” che da sola non significa niente. Chi parla di riforme dovrebbe spiegare in cosa consistono e non lasciare indovinare a proprio piacimento agli elettori. Travolti dall’estate avremo poco tempo per riflettere seriamente sulle proposte che verranno fatte, ma cerchiamo di comprenderle per non risvegliarci il 25 settembre con un forte senso di frustrazione per aver scelto secondo gl’interessi altrui a danno dei propri.

 

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