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Una guerra che non doveva mai cominciare. I contributi di Gad Lerner e Stefano Massini

segnalati dalla Redazione


Lo scoppio di una guerra sancisce sempre il fallimento della politica, ma ciò non toglie che bisogna attivare tutte quelle leve che si sarebbero potute utilizzare per evitare il disastro.
L’analisi delle cause deve servire non tanto ad attribuire colpe, quanto a capire su cosa lavorare per arrivare ad un accordo.
Per la guerra a cui stiamo assistendo, possiamo valutare un paio di cose.

Putin con la sua invasione non ne esce pulito, per quanto, dopo gli eccidi perpetrati nel 2014 alla popolazione russa di Odessa, possa accusare l’Ucraina di avere un’impronta nazista. E’ e resta un invasore, ma è la sua logica di difesa, come ci ha spiegato Stefano Massini giovedì sera a Piazza pulita. E’ da piccolo che, cresciuto per le strade di Leningrado (San Pietroburgo), ha imparato che la miglior difesa è l’attacco. E lui ha sempre attaccato per primo.

D’altro canto il mondo occidentale, dall’Europa all’USA, pur vedendo le operazioni di spostamento carri armati e militari verso i confini occidentali, non ha preso nessuna iniziativa per smontare un’eventuale escalation, anzi ha continuato ad assumere posizioni di apertura alla NATO sia per la Georgia che per l’Ucraina. Era più che ovvio che Putin non sarebbe stato a guardare. Ora si può anche dire che Putin vuole fare di nuovo una grande Russia, secondo il modello zarista o quello sovietico (a scelta), ma resta che è tenuto a tutelare i confini della sua nazione. Quello su cui non si può transigere è l’uso delle armi, la guerra.
Forse che i nostri grandi paesi che si dicono democratici e amanti della pace  non lo sapevano? Lo sapevano e come. E allora? Pensavano forse che Putin avrebbe ingoiato il rospo? Questa è vera insipienza e irresponsabilità.

Comunque sia, adesso bisogna agire con gli strumenti della pace, come stanno chiedendo i popoli nelle piazze. Le sanzioni servono a far veder che siamo disposti a soffrire, a privarci del livello di benessere di cui ancora godiamo, visto che non crediamo “nella guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11 della Costituzione della Repubblica italiana).
Ma dobbiamo aprire al più presto dei canali diplomatici validi e accettabili da ambedue i contendenti,  Russia e Ucraina.

Noi italiani dobbiamo batterci per questo e lo dobbiamo a 200.000 ucraini presenti nel nostro paese, la quasi totalità dei quali è costituita da badanti che aiutano i nostri anziani, come scrive Gad Lerner.

In formato .pdf  l’articolo di Gad Lerner da Il Fatto Quotidiano del 25/02/2022:  Le tanti badanti ucraine e quelle verità sgradite

C’era una volta un bambino. Breve storia di Vladimir Putin – Il racconto di Stefano Massini
(cliccare sul link per il video)

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