Defunti

Ciao Nanni

di Domenico Musco e Emanuela Siciliani

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Spesso mi sono fatto questa domanda: – Si è ponzesi solo se si è nati a Ponza?
O è sufficiente amarla, davvero, per diventarne parte?

E’ il caso del nostro amico Nanni – che magari da tanti miei compaesani sarà stato considerato come un “forestiero” – perché appartenente alla categoria dei turisti che comprano casa a Ponza.
Ma Nanni ha da subito acquisito la patente di “ponzese” per aver scelto la casa di Ernesto Prudente, e fin qui va bene, che lui l’avesse scelta, ma il fatto che Ernesto abbia acconsentito a darla proprio a Nanni – Ernesto con quel carattere che tutti conosciamo –  la dice lunga. Diciamo che già con quel lasciapassare di Ernesto, il nostro amico Nanni aveva acquisito, quasi di diritto la cittadinanza ponzese.

E sì, caro Nanni… nonostante le tue origini importanti, il tuo lavoro di grande responsabilità e prestigio, tu sei stato un ponzese vero. Hai amato questo scoglio, ma in punta di piedi, rendendoti sempre disponibile ad aiutare qualunque ponzese avesse bisogno di aiuto con la burocrazia, le famose carte,  mettendo a disposizione il tuo tempo e la tua grande esperienza nel campo commerciale, notarile, giuridico e chi più ne ha più ne metta…

Ma scegliere di fermarti a Ponza per vivere il mare con il tuo gozzo Cyrano e la bella casa su all’Acquedotto, interrompere il tuo girovagare  come velista, ha fatto anche sì che ti mettessi alla testa del gruppo di amici romani fondatori della “Schiocca” , nome che a tutt’oggi non ho ben capito a quale parte del gozzo di riferisca.

Infatti tu e tutti quelli dell’associazione La Schiocca mi avete riempito la testa di come si chiamano tutte le parti delle barche di legno che fanno parte della storia della marineria non solo ponzese ma anche mediterranea: ruota di prua / paramezzale /osterigio, sono alcune delle più semplici, per non parlare di tutte quelle parti che formavano un bastimento oppure una burchiella,  che andavano pure a vela. Non ce la facevo a seguirvi e capire quella nomenclatura così difficile e ostica a me, che apprezzo i motoscafi in vetro resina con pochissima manutenzione.

Nanni e Grazia. Sotto, nel viaggio in Sri-Lanka

Anche Nunzio, noto mastro d’ascia ponzese, con il suo carattere un po’ austero, è caduto nella maglia della vostra passione per le barche antiche, mettendo a disposizione il suo cantiere a Cala Feola  per far rivivere vecchi scheletri di gozzi abbandonati e farli tornare di nuovo a navigare.

Il termine gozzo – ‘u vuzz’ -, da sempre in uso a Ponza per definire la tradizionale barca di legno, è stato rivisto in Filuga Ponzese, barca che aveva la specifica caratteristica di andare a vela, a remi e a motore, per i grandi spostamenti dei ponzesi attraverso tutto il Mediterraneo. Questa nuova definizione di Filuga è stata di fatto acquisita dalle nuove generazioni di marinai dell’isola, poiché ci avete insegnato che la Filuga è molto particolare rispetto al comune gozzo, per le tante, troppe per nominarle qui, caratteristiche che lo rendono speciale .

Anche a me alla fine mi hai convinto ed ho, malgrado la mia ritrosia, ereditato il gozzo di Giuantonio, che, a dire proprio il vero, ormeggiato a Sant’Antonio in mezzo a tutti quei gommoni e barche di plastica, si erge maestosamente con il suo albero tra tutta quella gomma e vetroresina, incutendo rispetto per la grande bellezza.

E sì, caro Nanni… mi hai fregato… mi hai convinto a fare la passerella espositiva delle filughe storiche a San Silverio e poi le tante riunioni per la presentazione del libro di tuo  cugino Giovanni sulle Filughe ponzesi e non so ancora per quando ti ringrazierò o ti rimprovererò per l’enorme lavoro che devo fare ogni anno per mettere in acqua il  “Giuantonio”, tra verniciatura, calafatura, inchiodatura, levigatura, sostituzione di tavole marce, solo a fare questo elenco già mi viene il male di testa ma non mi pento però di  averti dato retta..

Amavi Ponza così profondamente, con tutti i suoi pregi e i tanti difetti, perché, come mi diceva il grande maestro Scotti “vuaglio’, a Ponza ce stann’ sule sagliute“… a Ponza ci sono solo salite.

Amavi Ponza e non a caso tanti ponzesi sono venuti a darti un saluto nella parrocchia di S. Prisca, giusto accanto alla tua casa, e persino Don Ramon ti ha raggiunto per un ultimo saluto, concelebrando la funzione nella chiesa gremita di amici e di commozione.

I tanti amici del quartiere, incontrando me ed Emanuela, in quanto ponzesi, pur senza conoscerci, ci hanno riconosciuto come amici del cuore, amici di Ponza: – Ma voi siete gli amici di Ponza di Nanni, quanto vuol bene Nanni a Ponza, ha solo Ponza nel cuore….

Amico mio fai buon viaggio alla guida del tuo fido gozzo Cyrano, naviga verso il confine che confine non è ma solo infinito, dove mare e cielo si fondono in un unico magnifico colore. Noi non ti perderemo mai, comunque, di vista…

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