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Raccolta rifiuti, la risposta di Vigorelli a Ferraiuolo

Riceviamo da Piero Vigorelli e pubblichiamo

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E’ del tutto evidente che, sui rifiuti e non solo, Ponza ha un’amministrazione rifiutata.

Sono quindi semplicemente patetici i “pensierini” che il sindaco Ferraiuolo, ormai giunto alla fine della sua disastrosa gestione, ha voluto affidare a Ponza Racconta, per tentare di giustificare lo scempio che ogni Ponzese e ogni turista vede, scaricandone la responsabilità sull’ex Sindaco Vigorelli.

Avendo Ferraiuolo rigorosamente taciuto nel Consiglio Comunale di sabato 31 luglio che ha fissato le tariffe della tassa sui rifiuti, ha scritto per voi un compitino che, se fosse stato ancora in cattedra a scuola, avrebbe bocciato.
Più che una smentita alle balle, urge quindi fare chiarezza.

1) – I costi dei rifiuti. L’appalto alla ditta De Vizia, che era oggetto di una delle molte imputazioni a carico dell’allora amministrazione comunale, prevedeva un costo per il Comune di 1,6 milioni di euro l’anno.

Ma il costo della discarica (350.000 euro) all’epoca era a carico del Comune, così come i costi della raccolta degli ingombranti e Raee (150.000 euro), della pulizia dei sentieri e delle spiagge (36.000 euro), della derattizzazione e dei bagni chimici (30.000 euro).
Il totale fa quasi 2,2 milioni di euro, per questi che erano e sono i complessivi “servizi d’igiene urbana”, che non si limitano ai soli rifiuti.

Con l’innovativo e ecologicamente sostenibile bando di gara dell’Amministrazione Vigorelli, vinto dalla ditta Diodoro, i costi per il Comune sono dimezzati.
Con 1,3 milioni di euro, infatti, la Diodoro assicura la raccolta dei rifiuti, il loro conferimento in discarica, il pagamento della discarica e la raccolta degli ingombranti e Raee.
Questa è la prima e fondamentale differenza da tener presente.

2) – Il pareggio entrate-spese. Vale anche la pena ricordare che con il governo Monti (2013) è fatto obbligo ai Comuni di pareggiare spese e entrate per la raccolta e il conferimento dei rifiuti. I Comuni non possono spendere più di quanto incassano con la tassa sui rifiuti. Ai tempi della De Vizia si era fuori per un milioncino, adesso Ponza è a norma.

Ma le tasse devono essere riscosse, mentre con il sindaco Ferraiuolo per due anni Ponza non ha avuto una ditta per la riscossione dei tributi.
Così i Ponzesi, dal luglio a dicembre 2021, in soli sei mesi, sono adesso costretti a pagare la Tari del 2020 e del 2021.

Addirittura, per alcune attività già colpite dalle ristrettezze dovute alla pandemia, come le barche a traffico della Cooperativa Barcaioli, Settemari e il Fauno, per la prima volta dovranno pagare la TARI, perché i geni del Comune hanno equiparato il piatto di pasta che le barche offrono a un’attività di ristorazione.
Nello stesso tempo, mancando la riscossione, la Diodoro deve avere dal Comune quasi due milioni di euro.

Questo è il capolavoro dell’incapacità dell’amministrazione Ferraiuolo.

3) – Convento povero e fraticelli ricchi. Senza la riscossione delle tasse (Tari, Imu e altre) è ovvio che il convento-Comune sopravvive in povertà e si riempie ogni giorno di debiti. Il bilancio comunale è, di fatto, in dissesto.

Ma i fraticelli (sindaco, vicesindaco, assessori, consiglieri comunali) ed anche il segretario comunale e i funzionari dirigenti, non si sono fatti mancare nulla in questi anni di governo.
I “politici” si sono attribuiti uno stipendio (noi invece abbiamo lavorato gratis per tutti i cinque anni).
Poi tutti hanno comprato nuove scrivanie, nuovi armadi, scaffali, lampade, poltrone, sedie, tende, computer, pareti divisorie e hanno ridipinto le pareti degli uffici. Il sindaco si è anche dotato di tre scintillanti fasce tricolori. A cosa gli serviranno? Boh.
Il tutto è stato fatto spendendo parecchie decine di migliaia di euro, attinte nelle esangui casse comunali.

Dentro gli uffici, ora regna un discreto lusso.
In giro per le strade di Ponza, al contrario, si trova la monnezza accatastata e si assapora una puzza insopportabile.

4) – Porta a porta e isola ecologica. Torniamo alla gara sui rifiuti… La gara e il capitolato speciale erano e sono innovativi e anche rivoluzionari.
Tutto si basa sulla raccolta “porta a porta” e sulla realizzazione di un’isola ecologica al Monte Pagliaro.
Il “porta a porta” è il metodo migliore per una raccolta differenziata.
Si tenga presente che Ponza è il fanalino di coda nella Provincia di Latina, con neanche il 5% di differenziata.  E questo comporta una sanzione pecuniaria che la Provincia ci infligge, e che ricade sulla Tari che ciascun Ponzese deve pagare.

La differenziata ha bisogno di un “centro di raccolta”, di un’isola ecologica, dove ci sono compostiere per trasformare i rifiuti umidi in concime (da distribuire gratis ai Ponzesi), dove ci sono compattatori che schiacciano vetro, plastica, metalli leggeri, carta e cartoni.
Compostiere e compattatori ridurranno, fino a dimezzarli, i viaggi dei camion/scarrabili verso le discariche sulla terraferma. Quindi si riducono i costi della raccolta e del conferimento dei rifiuti, – con la conseguenza che i Ponzesi pagheranno meno tasse, poiché il servizio costerà di meno.

Non a caso, stando al bando di gara e al suo Capitolato, nei sette anni della durata dell’appalto il costo passava da 1,3 milioni di euro a circa 750.000 euro e la differenziata dal 5 al 75 per cento.

Il tutto, in presenza di un “centro di raccolta” al Monte Pagliaro, che si prevedeva fosse attivato entro due anni dall’aggiudicazione dell’appalto.
Lo scoglio da superare era (e purtroppo lo è ancora) il fatto che l’area del Monte Pagliaro era oggetto di sequestro da parte della magistratura, essendo stata per anni, dagli Anni 80 quando era sindaco sempre Ferraiuolo, una discarica a cielo aperto.

5) – La decisione criminale dell’amministrazione Ferraiuolo. La gara sui servizi di igiene urbana è stata indetta nel settembre 2014 e l’aggiudicazione alla ditta Diodoro è del giugno 2016.

In questi anni l’Amministrazione Vigorelli ha lavorato sodo per ottenere il dissequestro dell’area, – grazie soprattutto all’allora responsabile dell’ambiente, Giuseppe Mazzella, che si era avvalso di due consulenti molto qualificati.

Dispiace e fa ribrezzo che un cretinetto specializzato nell’adulazione dell’amministrazione Ferraiuolo “per grazia ricevuta”, abbia definito il dirigente Giuseppe Mazzella come uno che sapeva solo firmare le carte d’identità. E’ stato un dirigente di grande professionalità e di grande lealtà istituzionale.

Ricordo alcune date e passi decisivi:

 

– 3 agosto 2014, approvazione del Regolamento del “porta a porta”

– 3 settembre 2014, approvazione del bando di gara e del capitolato speciale

– dicembre 2014, acquisizione di un contributo della Provincia per realizzare l’isola ecologica

– 25 marzo 2015, bando di gara e acquisto di tre compattatori

– 27 settembre 2015, prima Conferenza dei Servizi per la bonifica dell’area al Monte Pagliaro

– 18 dicembre 2015, autorizzazione della Procura di Latina per accedere all’area

– 25 gennaio 2016, approvazione del progetto dell’INGV (il prestigioso Istituto Nazionale  di Geofisica e Vulcanologia), per l’esecuzione di indagini magnetotermiche e tomografia elettrica dell‘area (costo per il Comune. 13.000 euro)

– 8 giugno 2016, eseguite le indagini, l’INGV ha consegnato il rapporto al Comune

– 24 giugno 2016, procedura MEPA per l’acquisto della prima compostiera (finanziamento della Provincia)

– 27 giugno 2016, seconda Conferenza dei Servizi per approvare il piano di caratterizzazione

– acquisto della seconda compostiera e del quarto compattatore (finanziamento della Provincia)

– gennaio 2017, la ditta ponzese Edilfenicia ha eseguito gli scavi, fino a 10 metri di profondità, per l’attività di caratterizzazione

– dopo una quarta Conferenza dei Servizi, il Comune ha chiesto alla Procura il dissequestro del sito.

 

Quindi si era in perfetta sintonia con il bando di gara, che prevedeva l’attivazione dell’isola ecologica entro due anni dall’aggiudicazione dell’appalto.

 

Nel giugno 2017 è però subentrata l’amministrazione Ferraiuolo, che all’inizio ha proseguito il lavoro predisposto sempre da Giuseppe Mazzella, acquistando (con un finanziamento della Provincia) tre piccole compostiere “di quartiere”.
Quasi tutti questi “mezzi” sono belli e impacchettati pronti all’uso, dentro e davanti il manufatto dell’ex inceneritore (che l’Amministrazione Vigorelli ha ripulito e ha rimesso a norma l’impianto elettrico).

Tuttavia, a fine 2017, l’Arpa Lazio ha chiesto al Comune un ulteriore approfondimento della bonifica dell’area del Monte Pagliaro, che sarebbe costata al Comune circa 14.000 euro.

Fatta questa nuova indagine, ci sarebbe stato il via libera al dissequestro dell’area e all’attivazione dell’isola ecologica, nel corso della quinta Conferenza dei Servizi.

Ebbene, l’amministrazione Ferraiuolo si è rifiutata di finanziare il supplemento d’indagine chiesto dall’Arpa Lazio.
Una decisione criminale, che ha stoppato il dissequestro dell’area e l’attivazione dell’isola ecologica.

Quindi il sindaco Ferraiuolo ha la responsabilità e la colpa di aver boicottato l’isola ecologica ed è vergognoso che attribuisca all’Amministrazione Vigorelli l’aver promosso un bando di gara fondato sull’impossibilità di un’isola ecologica.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

Invece, nonostante la tragedia,  c’è anche uno spazio per ridere a crepapelle perché, il 9 maggio 2019, il cosiddetto “portavoce della casa dei ponzesi” ha pubblicato una nota su Ponza Racconta nella quale si affermava (falsamente) che l’area al Monte Pagliaro era stata dissequestrata e che – testuale ! – “per oggi è anche prevista la firma del Protocollo d’Intesa con la Diodoro Ecologica per il corretto utilizzo dell’area oggetto del dissequestro”.

Qualcuno ha mai visto quel Protocollo?
Da due anni ad oggi, qualcuno ha visto nascere e attivarsi l’isola ecologica al Monte Pagliaro?
Ogni Circo ha il suo clown e il suo buffone.

6) – Il bando non andava bene? Ferraiuolo ha avuto quattro anni per modificarlo. E non l’ha fatto. Qui casca l’asino, caro sindaco a fine mandato.

Ricordo, a chi non lo sapesse, che il relativo Contratto con la ditta Diodoro è stato firmato il 29 novembre 2017, in piena amministrazione Ferraiuolo, con la garanzia dell’allora segretario comunale Riccardo Feola.
Consta di ben 106 pagine, compresi gli allegati.
Nulla impediva al sindaco Ferraiuolo, in questi quattro anni,  di rinegoziare alcune parti del capitolato con la Diodoro e addirittura di risolvere il contratto (con le modalità previste all’art. 19).

L’ha fatto? No, non l’ha fatto.
E allora perché il sindaco Ferraiuolo imputa ad altri responsabilità che sono solo sue?

Giova ricordare che in altre occasioni il sindaco Ferraiuolo ha cestinato, rifatto daccapo, modificato, decisioni prese dall’Amministrazione Vigorelli.

Non ha forse rimodellato il bando di gara per il Trasporto Pubblico Locale predisposto dall’Amministrazione Vigorelli, magari con la segreta speranza che non vincesse una ditta “forestiera”? Invece ha vinto la Schiaffini e il Comune ha impiegato due anni per riconoscere quella sacrosanta vittoria.

Non ha forse buttato al macero la toponomastica realizzata dall’Amministrazione Vigorelli e pagata dalla Regione Lazio con circa 31.000 euro, indicendo una nuova gara per rifare tutto daccapo e che costerà al Comune la bellezza di quasi 240.000 euro?

Non ha forse buttato nel cesso la delibera unanime del Consiglio Comunale, votata anche da Ferraiuolo, per l’uscita dal Parco del Circeo? Con il Parco è convolato a nozze con un nuovo Protocollo d’Intesa che valuta in 14.000 euro il miserrimo canone d’affitto del Parco della nostrissima isola di Zannone.

Non ha forse fatto una parte della campagna elettorale sbeffeggiando i “bagni chimici” istallati dall’Amministrazione Vigorelli, per poi acquisirli durante il suo mandato e pagandoli tuttavia anche il doppio?

7) – La questione dei giorni di raccolta dei rifiuti.  Stoppato in modo criminale dal sindaco Ferraiuolo il processo per il dissequestro dell’area del Monte Pagliaro, per l’isola ecologica e il “porta a porta”, a Ponza la raccolta dei rifiuti avviene di conseguenza con le modalità del passato.

Vuol dire: raccolta quattro giorni la settimana dall’autunno alla primavera inoltrata, quando la popolazione residente sull’isola è di circa 1.500 persone e “contributo integrativo” alla ditta durante i mesi estivi, quando si arriva anche a superare 15.000 presenze.
Nulla di più e nulla di diverso.

Con l’Amministrazione Vigorelli, sia la ditta “transitoria” Gea che la Diodoro, hanno avuto un contratto integrativo di circa 70/75 mila euro per raccogliere i rifiuti nei mesi estivi, tutti i giorni, anche due volte al giorno, assumendo da 4 a 6 operatori ecologici Ponzesi anche per assicurare lo spazzamento e la raccolta nei cestini fino all’una di notte.

Ponza, allora, era pulita, ancora più bella e accogliente, – a detta dei Ponzesi e dei turisti.

L’amministrazione Ferraiuolo ha fatto la stessa cosa, ha stipulato l’integrativo ma ha aumentato il contributo alla Diodoro a quasi 190.000 euro.
Quest’anno 2021, invece, ha proposto alla ditta di tornare a circa 70.000 euro.
Facile comprendere lo stupore della Diodoro, aggiunto al fatto che il Comune le doveva oltre 1,5 milioni di arretrati (ora diventati quasi due milioni).

L’amministrazione Ferraiuolo si è così rivolta ad altre ditte.
Si è presentata la Tailorsan, quella dei bagni chimici Made Ferraiuolo, che si è aggiudicata un primo appalto per 74.000 euro, poi un secondo appalto per altri 77.000 euro e che, a sua volta, ha subappaltato il tutto alla ditta Velia Ambiente.
E chi pagherà il conferimento alla discarica in terraferma? La nuova ditta o il Comune di Ponza? La cosa non è chiara.

Infine, come se non bastasse, il Comune ha ingaggiato, a pagamento, una ditta edile Ponzese per la raccolta dei cumuli di carta e cartoni e, in un paio di occasioni è ricorso piangente e supplicante a un’altra ditta edile Ponzese per raccogliere i sacchi di monnezza che debordavano dai cassonetti da giorni.

Il tutto è finito accatastato nell’area al Monte Pagliaro, che viene di nuovo criminalmente inquinata, dove il terreno è intriso di percolato, ci sono vermi lunghi come bisce, zoccole e gabbiani con posate e bavaglino che se la godono alla grande.

Quindi il Comune sta spendendo oltre 170.000 euro per la raccolta dei rifiuti in questi mesi estivi, e ha a disposizione ben tre ditte che la fanno.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ponza ha discariche a cielo aperto.
I Ponzesi sono incazzati perché devono pagare nei prossimi sei mesi la Tari di due anni, e nello stesso tempo vedono che l’isola è invasa dai rifiuti maleodoranti.
I turisti sono allibiti, anche quelli di Roma o di Latina che pure sono abituati allo spettacolo immondo dei cumuli di rifiuti nelle strade.
Oggi Ponza è bellissima ma sporchissima.

Invece il sindaco Ferraiuolo, che è il primo responsabile della salute dei cittadini, su Ponza Racconta ha la faccia tosta di assicurare che il peggio è passato, che è tutto a posto, che tutto va bene Madama la Marchesa.

La sua, sui rifiuti e non solo, è un’amministrazione rifiutata.

 

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