di Francesco De Luca
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Ponza come l’Italia, l’Italia come il mondo: questa affermazione fiorisce sulla bocca di molti concittadini, ed ha un fondamento di verità. Per coglierne il significato educativo però occorre accompagnarla da spiegazioni specifiche, settoriali, localistiche direi, se no è voce dispersa nel vento.
Questo argomento non può essere trattato in modo puntuale perché i riferimenti in un piccolo Comune come Ponza sono facili da fare e si rischia la diffamazione, pur trattandosi di fatti veri, sotto gli occhi di tutti, ma la cui matrice corruttiva è da appurare, e nessuno può sostituirsi alla magistratura.
Tuttavia i fatti sono fatti e non possono essere né ignorati né negati. Anzi devono essere valutati dal corpo elettorale. Nonostante i tentativi di occultazione o di mistificazione. Perché sicura e dura è la sfacciataggine di chi affibbia le brutture della propria azione politica alle conseguenze di maneggi esterni. Ritenendo il corpo elettorale un branco di pecore alle quali è possibile far credere di tutto, tanto il loro intendimento è seguire il capo.
Stanno spuntando come deformi gemme personaggi noti, vestiti a nuovo, con la supponenza che con loro l’isola presentava un volto più lindo e ordinato. Ora, il volto dell’isola in questa estate 2021 non è certamente da cartolina, ma quello che appare non corrisponde alla motivazione. Per capirci, c’è da distinguere l’inefficienza causata da dissidi interni, e questa è palpabile, documentabile, intollerabile, da quella originata da appalti privatistici, da concessioni parentali.
Sono fatti cui abbiamo assistito nelle Amministrazioni precedenti, e di cui stiamo ancora pagando le scelte.
Perciò se, come ho scritto in un altro articolo, un espediente fra i tanti, per rendere più abbordabile eticamente la politica, è la trasparenza delle decisioni, un altro espediente è la valutazione delle personalità che intendono accaparrarsi la fiducia elettorale. Il percorso di vita pregresso degli uomini garantisce credibilità.
Credere aiuta a vivere, essere creduloni destina al fallimento.
