di Silverio Guarino
Non avendo più ricordi personali da ricordare, eccomi a confrontarmi con un argomento “fuori tema”, come dico io, ma “non troppo”, come dico sempre io.
Il ricordo, argomento da massimi sistemi.
A Ponza (è ormai notizia che non fa notizia) quasi ogni giorno scompare qualcuno. Ma non un “qualcuno” qualunque; quando scompare, quel “qualcuno” ha, come minimo, un soprannome, una storia personale e qualche aneddoto particolare.
Rivedendo quella foto (che si trova appesa all’interno del Caffè Tripoli) più volte ripresa da Ponzaracconta, si possono riconoscere tutte le persone presenti alla premiazione di una gara di biliardo, gioco per soli uomini. Gara degli anni passati, così come è passata la maggior parte dei presenti nella foto.
Ma per ognuno c’è una storia importante, un aneddoto, un soprannome; un ricordo, insomma.
Mi immagino fra trenta-quaranta anni, con tutte le foto che vengono giornalmente scattate con i nostri telefonini, cosa mai si potrà ricordare delle persone di oggi.
Pochi soprannomi, pochi aneddoti, pochi ricordi insomma.
Erano migliori allora o peggiori oggi?
Forse allora c’erano meno persone sull’amato scoglio e tra i ponzesi di allora ognuno svolgeva un ruolo ben definito e unico all’interno del nucleo dei residenti.
O forse proprio perché di residenti veri ce n’è sempre meno e meno sono le personalità individuabili sull’isola.
O perché non c’è niente e nessuno di importante da ricordare.
Tanto, quando uno alla volta non ci saremo più, ci sarà sempre qualche ameno storiografo che dirà di noi le cose più ovvie e le più zuccherose.
Ma sarà un vero ricordo o una lezione giornalistica di “coccodrillismo”?