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La poesia di Trilussa per il Natale del 1916

Proposta dalla Redazione nella presentazione di Stefano Massini, dal sito di Repubblica

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https://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/stefano-massini-il-miei-auguri-ai-lettori-di-repubblica-con-una-poesia-di-trilussa/373593/374207

 

Natale de guera
di Trilussa (*)

Ammalappena che s’è fatto giorno
la prima luce è entrata ne la stalla
e er Bambinello s’è guardato intorno.
– Che freddo, mamma mia! Chi m’aripara?
Che freddo, mamma mia! Chi m’ariscalla?

– Fijo, la legna è diventata rara
e costa troppo cara pè compralla…
– E l’asinello mio dov’è finito?
– Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: è requisito.
– Er bove? – Pure quello…
fu mannato ar macello.

– Ma li Re Maggi arriveno? – E’ impossibbile
perchè nun c’è la stella che li guida;
la stella nun vo’ usci’: poco se fida
pe’ paura de quarche diriggibbile…-
Er Bambinello ha chiesto: – Indove stanno
tutti li campagnoli che l’antr’anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c’è neppuro un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta…

– Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pe’ vanga’ la terra
adesso vie’ addoprata unicamente per ammazza’ la gente…
Guarda, laggiù, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi? – 

Ner dì così la Madre der Signore
s’è stretta er Fijo ar core
e s’è asciugata l’occhi co’ le fasce.
Una lagrima amara pe’ chi nasce,
una lagrima dòrce pe’ chi more…

(*) – Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (Roma, 1871 – Roma, 21 dicembre 1950), è stato un poeta, scrittore e giornalista italiano, particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco (da Wikipedia).

6 Comments

6 Comments

  1. vincenzo

    26 Dicembre 2020 at 09:47

  2. Sandro Russo

    26 Dicembre 2020 at 12:09

    Rispondo io perché l’ineffabile Vincenzo Ambrosino ha postato il suo ambiguo link sotto un articolo che avevo scelto io di pubblicare sul sito.
    Vincenzo, a chi giova presentare il punto di vista de Il Tempo su fatti che angosciano tutti?
    Non so del Washington Post, ma Il Tempo e tu stesso proponete delle misure alternative ai decreti del Governo? Avete un’altra soluzione per arginare la pandemia? A quanto leggo pare che Giuseppe Conte sia il responsabile di ogni nefandezza.
    Ci pensi a quello che proponi ai Lettori del sito e ti stupisci del perché qualche volta dobbiamo limitare le tue intemperanze?
    Spero che il tuo commento servirà a far intervenire altre persone sul tema: non delle misure adottate contro la pandemia, ma della libertà di opinione. E dell’opportunità di esprimerla su un sito che non condivide il tuo punto di vista.

  3. silverio lamonica1

    26 Dicembre 2020 at 13:14

    Il grande Trilussa, se fosse tra noi, di certo ci avrebbe lenito l’angoscia di questo maledetto virus, con un altro suo divertente e magistrale componimento. In “Natale de Guera” Trilussa rifletteva sul Natale “in tono minore” a causa della guerra: un male che viene causato e scatenato dall’insipienza e dall’avidità dell’uomo. Per cui in un’economia di guerra il Natale diventa “misero”, dal punto di vista consumistico e non solo, perché vengono meno anche i generi di prima necessità ” Fijo, la legna è diventata rara” per scaldarsi.
    Il covid 19 chi lo ha causato? Probabilmente c’entra anche l’uomo, causa prima dell’inquinamento globale.
    Quando calamità del genere si verificano, i governanti si affidano di solito ad esperti. Il nostro governo si è affidato ad un team di virologi, infettivologi e così via, di fama internazionale, i quali hanno dato dei suggerimenti per contenere l’espandersi della pandemia, che si va per giunta diversificando!
    Siamo “in guerra” contro il virus, le strategie messe in atto, degli effetti “collaterali” purtroppo li provocano. Ma occorre vedere il risultato finale.
    Io suggerirei al direttore del Washington Post di scrivere un articolo sulle strategie messe in atto dal governo Trump negli USA, che registra il triste primato di contagiati e di morti, purtroppo.

  4. Tano Pirrone

    26 Dicembre 2020 at 13:33

    L’altra Roma persa ne Il Tempo Perso della Nostalgia è la Roma coi Morti, con la Peste che cola, coi Preti che falciano anime fresche.
    Tolleranza zero: se non si capiscono gli elementi base della difesa da un nemico invisibile e che non scende a patti vuol dire che si è talmente scemi da tagliarsi gli attributi per far un dispetto alla moglie. I tardi epigoni di un passato oscurantista che ancora si dilettano a fare i giornalistini con i soldi della nobiltà nera ex-papalina (che mo’ Francesco fa il comunista e so’ c**** loro!), e con i soldi della borghesia palazzinara: quella sì che ha seppellito la città.
    Mi vergogno pure a rispondere…

  5. Luisa Guarino

    27 Dicembre 2020 at 17:39

    Come riesce ad essere fuori posto Vincenzo non ci riesce nessuno: tutta l’arte e la profondità leggera di Trilussa, tutta la sensibilità e la raffinitezza di Massini banalizzati da un link preso dal Tempo! Per dire cosa poi, non si sa. Certo che l’antico detto “di un bel tacer non fu mai scritto” lui non lo conosce proprio. E continua a pubblicare a sproposito i suoi commenti, che poi commenti non sono. Inutile, fastidioso, banale: insomma, peggio del Grinch a Natale.

  6. vincenzo

    27 Dicembre 2020 at 20:25

    Luisa buon natale e felice anno nuovo non era mia intenzione di fare il guastafeste quel link parlava di romani in carne ed ossa che vivono il momento oggi sotto ai nostri occhi. Non esistono problemi? Esistono e non ne dobbiamo parlare perché ci pensa Peppino? A che serve parlarne?
    Hai ragione meglio una bella poesia di Trilussa:
    http://www.inrete.ch/cult/pagine/trilussa/trilussa08.htm

    [Intervengo (Sandro Russo) come redazione solo per svolgere “in chiaro” il link proposto da Vincenzo]:

    La Giustizia aggiustata

    Giove disse alla Pecora: – Non sai
    quanta fatica e quanto fiato sciupi
    quando vieni a raccontarmi i guai
    che hai con i Lupi.
    È meglio che stai zitta e li sopporti.
    Hanno torto, lo so, non si discute:
    ma i Lupi sono tanti e troppo forti
    per non aver ragione.

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