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La Natura e l’UomoProposto da Sandro Russo . Se c’è un termine da cui il ponzese medio è particolarmente infastidito è “verde” (aggettivo qualificativo dispregiativo) come ben aveva focalizzato il nostro (anonimo) antropologo Sang’ ’i Retunne. Bastava nominarlo e la mano di Giggino automaticamente correva al fucile (non si sa per propria rassicurazione o intrinseca aggressività… Ma chest’è). Ci sarebbe da fare un discorso generale sulla Natura, su cui ho idee ben precise e radicate che ancora una volta collimano con quelle di Michele Serra (vedi sotto). Su la Repubblica di ieri sono comparsi due articoli a commento della recente aggressione da parte di un orso/a di due escursionisti in Trentino (padre e figlio) che si sono salvati per miracolo. E della successiva delibera del governatore (leghista) della Provincia di abbattere l’orso. Qui di seguito Michele Serra e quindi sulla stessa pagina de la Repubblica di ieri (domenica 5 luglio)l’articolo di Angelo Bonelli, coordinatore della Federazione dei Verdi La natura non è comoda È l’uomo, non l’orso, che ha deciso di ripopolare di orsi le Alpi centrali. Spetta dunque all’uomo garantire la convivenza tra uomini e orsi, che come tutte le convivenze è passibile di momenti di attrito (pochi, e fino adesso mai gravi). Per questo la decisione delle autorità trentine di abbattere un’orsa che ha avuto modi bruschi contro due uomini che attraversavano il suo territorio appare, più che crudele o esagerata, pavida e incolta. Non è un atto di governo, è il suo contrario. È l’atto di paura di chi rinuncia a governare. La potestà umana sulla natura è, da molti secoli, un’evidenza più che una scelta. Lo strapotere tecnologico della nostra specie la rende oggettivamente responsabile dello stato di salute del Pianeta. Antropocene vuol dire anche questo: siamo così smisuratamente potenti, e ingombranti, che ci tocca reggere le sorti del mondo, orso compreso. Come si dice al bar, hai voluto la bicicletta, pedala. Pretendere che le Alpi diventino i giardini pubblici della Pianura Padana è insensato. Quando vado nei boschi in Appennino so che devo stare attento ai cinghiali e ai lupi, chi cammina nelle montagne del Trentino sa che deve guardarsi dalle orse con i piccoli. Il rischio zero non esiste, la natura è ricca di meraviglie ma anche irta di insidie, ogni anno sulle Alpi muoiono molte decine di scalatori e sciatori ma nessuno ha mai pensato di denunciare le pareti di roccia, o le slavine, per omicidio volontario. L’uomo viziato dalle comodità sappia che la natura non è comoda. Altrimenti, se ne stia a casa. Appello per JJ4 Caro direttore,
Le foreste sono un’altra cosa e bisognerebbe andarci con attenzione e con rispetto. Se in città una macchina investe un pedone o un ciclista – ogni anno sono migliaia le persone che muoiono travolte dalle auto – il sindaco non emette la condanna a morte dell’automobilista e le macchine non sono messe al bando, interviene la legge dispone la sospensione della patente e si avvia un processo. È quello che è accaduto anche con i lupi, si chiede di abbatterli dopo che l’uomo ha alterato l’equilibrio naturale costringendoli a scendere sempre più a valle per procurarsi il cibo. Viviamo in un’epoca in cui noi esseri umani siamo diventati anche una minaccia per noi stessi ed è ora di iniziare a riflettere sull’impatto che abbiamo sulla Terra e rispettare l’ecosistema, se vogliamo evitare l’autodistruzione. Ricordate il film Il pianeta della scimmie? È il racconto di una civiltà che si isola e chiude la porta verso gli altri, senza cercare soluzioni ai problemi se non attraverso l’uso della violenza. L’autodistruzione è quanto accaduto agli “umani”, un aspetto che rende il film Il pianeta delle scimmie (1968 – NdR) nelle sue varie rivisitazioni quanto mai di attualità. Salviamo l’orsa e fermiamo Fugatti. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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