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Ugo Anello narra di Tarchetti (1)di Francesco De Luca . “Quel fine settimana venne con due modelle. Belle… che te lo dico a ffà… belle come quasi tutte le donne che portava a Ponza. Da Napoli… perché lui dimorava a Napoli dove trafficava fra le botteghe d’ arte. Diceva d’essere un pittore. E io, come lui desiderava, lo chiamavo “maestro”. Avevano dormito all’albergo Mari e quella mattina voleva mostrare alle ragazze di essere di casa a Ponza. Era passata l’euforia di agosto e l’isola ritornava al quieto fluire del tempo fra le bellezze della natura. “Ugo – mi chiamò Tarchetti – prepara la barca che andiamo a fare un giro con le ragazze”. Totonno, l’altro marinaio, sulla prua, Ughetto ai comandi della pilotina, Tarchetti e le ragazze nel vano-poppa. Partirono. E Maurino, guardandoli uscire, sorrise sornione. “Maestro – sottolineò Ugo – bada che l’ acceleratore non risponde bene ai comandi…” La barca dirigeva a velocità sostenuta verso le grotte. “Totonno… presto… prendi il mezzomarinaio” – gridò Tarchetti. Ma Totonno, prevedendo che ci sarebbe stato l’impatto: “Cu cazzo… nun serve a niente”. E infatti la pilotina si imbucò nella grotta centrale e, a quella velocità, superò la barriera dello scoglio all’imboccatura e finì nella vasca . Lì urtò pesantemente e si fermò. E ora? “E così – chiude Ugo – mi feci tutto il percorso a nuoto. Al porto organizzai con Maurino il recupero”. “E le ragazze?” – chiedo. [Ugo Anello narra di Tarchetti (1) – Continua] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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