Ambiente e Natura

La Protezione Civile di Ponza

di Alessandro Romano

 .

Per fare chiarezza su un servizio essenziale per la nostra Isola.

Buona regola del volontario di Protezione Civile vuole che non bisogna rispondere alle provocazioni e non ci si deve infilare in polemiche, soprattutto quando queste sono strumentali a qualche altro obiettivo estraneo ai delicati ed essenziali compiti a lui affidati.

Il volontario di Protezione Civile lavora gratuitamente e a testa bassa solo ed esclusivamente per la tutela delle persone e per la salvaguardia dei loro beni; la sua è una missione di vita e come tale è colma di sacrifici e, spesso, di amarezze ed incomprensioni. Incomprensioni che, però, quando sfociano in calunnie e offese, visto lo spirito che anima un volontario, non possono essere tollerate nel modo più assoluto. Ecco perché dopo tanto fango, menzogne ed inesattezze sui Volontari di Ponza e, soprattutto, su chi ha dato loro fiducia è giunto il momento che anche il volontario, attraverso la voce del suo rappresentante, dica la sua.
Pertanto solo per una questione di dignità e di verità è giusto che tutti sappiano come stanno veramente le cose.

Primo punto. È stato detto (anche su Facebook) che i volontari di Ponza non avrebbero le giuste abilitazioni per condurre mezzi antincendio o per svolgere le varie attività proprie della Protezione Civile.
Ricordiamo che il “Gruppo di Ponza” è stato tra i primi organismi di volontariato di Protezione Civile della Regione Lazio, costituito dall’attuale sindaco fin dal lontano 1988, con importanti riconoscimenti per le sue attività meritorie conferiti persino dall’allora Ministro dell’Interno Jervolino; di fatto attualmente quasi tutti i componenti della Squadra hanno abilitazioni che vanno dalla conduzione dei mezzi antincendio, allo spegnimento dei fuochi, dal primo soccorso sanitario, all’indirizzamento degli elicotteri in fasi operative tra le quali l’atterraggio e il decollo, dall’abilitazione nautica per condurre unità da diporto veloci, all’utilizzo dei defibrillatori, dall’estinzione degli incendi industriali, all’abilitazione per l’utilizzo di apparecchiature radio di potenza, ecc…

Fig. 1 – Il devastante incendio del 1996

Fig. 1 bis (Incendio)

Fig. 2 – Attestato Ministero dell’Interno (Apr. 1999)

Fig. 3 – Encomio Prefettura di Latina.1

Fig. 4 – Encomio Prefettura di Latina.2

Secondo punto che va ben evidenziato, è che i volontari di Ponza, dopo quattro anni di totale abbandono gestionale ed amministrativo che li ha visti sprofondare in una grave carenza di attrezzature e nella insopportabile mortificazione di ruoli e competenze, con l’arrivo di questa nuova Amministrazione comunale hanno deciso di costituire un’Associazione di Protezione Civile con sede legale, base operativa e gestione totalmente ponzese.
E qui “apriti cielo” da parte di chi considera i Ponzesi alla stessa stregua degli “indiani d’America” che vanno rinchiusi nelle riserve per essere poi gestiti da chi viene da fuori. E mi fermo qui.

Terzo punto, fortemente legato al secondo, è che allo stato attuale i volontari di Ponza hanno ereditato il nulla dall’organismo precedente.
Probabilmente per effetto negativo di una politica di gestione incompetente ed approssimata, alla nuova Protezione Civile di Ponza ad agosto 2017, e cioè poco dopo l’insediamento dell’attuale Amministrazione comunale, è stato consegnato il deposito-grotta situato nel tunnel di Sant’Antonio. Null’altro.
È da dire che al deposito-grotta, per motivi ancora a noi sconosciuti, era stata staccata la corrente per oltre un anno fermando il potente deumidificatore che lo rendeva utilizzabile. A seguito del distacco elettrico si sono perse le altre poche attrezzature là depositate: due PC, di cui uno dedicato alle cam di avvistamento antincendio (trovati completamente ossidati e bloccati); 30 tute ignifughe (trovate ammuffite e corrose dai topi); scarponi di vario tipo (marciti e corrosi dai topi); tutto il mobilio (trovato completamente marcito), la TV e le radio Rtx di squadra (tutto ossidato ed inutilizzabile) e mandando in totale ed irreversibile avaria lo stesso impianto di deumidificazione.
Inoltre è stato disalimentato dalla corrente elettrica anche il casotto del Ponte Radio situato su Monte Core, arrecando danni irreversibili alle apparecchiature elettroniche là installate (ponte radio, rilevatore di radioattività e sismografo).

Ciò posto, l’attuale Amministrazione, nella necessità di riavviare immediatamente il Servizio (urgente e necessario) ha assegnato, ma non ancora erogato, i famosi 10 mila euro sui quali molti ignoranti (di come stanno davvero i fatti) si stanno impegnando a fare insulse allusioni.
A completare il quadro va detto – e ci sono svariati testimoni non ultimo i rivenditori stessi e le fatture di acquisto come prove – che siccome i fondi assegnati dal Comune non sono stati ancora erogati (per i normali tempi tecnici), di fatto sono state effettuate notevoli spese a carico dei volontari (N.B. – che non saranno rimborsabili perché antecedenti all’erogazione comunale) per l’acquisto di tutto il materiale necessario a rendere praticabile la sede (calce, portalampade, lampade, fili, deumidificatore, sifoni, guarnizioni ecc.), nonché per l’acquisto delle 10 radio di pronta reperibilità, del ponte radio e di quanto altro è stato necessario per avviare un servizio essenziale.
Infatti, nel frattempo, gli incendi sono stati puntualmente spenti.

Va anche detto che i due gommoni comunali, che per effetto della trascorsa gestione erano ridotti al limite della tenuta pneumatica, sono stati rimessi totalmente a nuovo gratuitamente, come dono riconoscente alla Protezione Civile, dal prof. Domenico Musco che colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente. Mentre la parte meccanica degli stessi è stata sistemata dai meccanici delle banchine con apposito impegno di spesa da parte del Comune.

Fig. 5 – I lavori di sistemazione della sede (ex deposito-grotta)

Fig. 6 – Idem

Fig. 6ter

Fig. 6 quater

Fig. 7 – La sede rinnovata

Fig. 8 – Idem 

Fig. 9 – Idem 

Quarto punto: l’autobotte.
Va necessariamente premesso che l’autobotte fino a giugno 2017 è stato in carico al Comune di Ponza, quando poi è stato affidato dalla Regione Lazio ai Volontari di Latina.

Raggiunta la Regione personalmente, si è potuto appurare che in quattro anni, e cioè nel corso della precedente amministrazione:
1) non è mai stata ritirata l’assicurazione dell’autobotte assegnata al comune;
2) non sono stati fatti i periodici controlli e l’annuale revisione;
3) non sono state fatte le riparazioni nemmeno le più urgenti.
Termini questi, che hanno indotto il Responsabile dei mezzi regionali a ritenere che il mezzo assegnato al Comune di Ponza si trovasse in uno stato di abbandono totale. A tal proposito è interessante e significativo rilevare che nel maggio 2017, l’Amministrazione precedente (poco prima delle elezioni) cercando di rimediare alla grave inadempienza, ha inviato in continente l’autobotte con il proposito di risistemarlo alla meglio e di fargli passare la revisione. Probabilmente dalla Regione sarà arrivata l’ennesima intimazione a “provvedere immediatamente”, pena il ritiro del mezzo. Sta di fatto che a giugno l’autobotte è ritornata (dopo quasi un mese) a Ponza, ma senza manutenzione e senza revisione. La cosa incredibile è che dopo qualche settimana è arrivata la fattura di chi avrebbe fatto la manutenzione mai fatta. Naturalmente di tutto quanto riportato ci sono le prove scritte e documentate.

Ed allora ecco il vero motivo del perché la Regione Lazio ha affidato l’autobotte ai Volontari di Latina: portarlo in continente, farlo sistemare ed assegnarlo a chi ne ha fatto richiesta e ne terrà cura. In altri termini, abbiamo ereditato i guai di chi se ne è fregato per quattro anni e se adesso Ponza è senza autobotte, finalmente sappiamo dove esattamente cercarne le colpe e le responsabilità.

Fig. 10 – L’autobotte regionale FRESIA

Fig. 11 – Autobotte (part.)

Quinto punto: l’iscrizione dell’Associazione di Protezione Civile di Ponza alla Regione Lazio.
Va premesso che l’iscrizione alla Regione non abilita ad essere o meno un’Associazione di Protezione Civile.
Un’Associazione di Protezione Civile è tale quando ha un ben determinato atto costitutivo, uno specifico statuto, un’assicurazione per i singoli, la sede e la registrazione all’Agenzia delle Entrate.
L’iscrizione nei Registri regionali serve solo ed esclusivamente ad accedere alle eventuali erogazioni di fondi regionali (all’Associazione non al Comune) e ad essere affidataria dei mezzi della Regione.

Il 9 settembre 2017 a Ponza è stata costituita da 14 soci fondatori (ora 20 con altre 3 domande ancora in giacenza) l’Associazione Protezione Civile Isole Ponziane che ha immediatamente provveduto (come previsto per legge) alla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate di Latina, a stipulare apposita (e costosa) assicurazione ed a predisporre e consegnare, tramite i sistemi telematici, la domanda (con la relativa documentazione richiesta) di iscrizione negli elenchi territoriali di Protezione Civile della Regione Lazio (da cui si attende l’imminente iscrizione).

Solo a seguito di ciò, effettuati i dovuti accertamenti ed acquisita la necessaria documentazione, il Comune di Ponza ha provveduto a stipulare un’apposita e dettagliata convenzione con l’Associazione Ponzese. Pertanto tutto legittimo e regolare. Fig. 12 – Estremi identificativi dell’Associazione di Protezione Civile di Ponza
  Fig. 13 – Il Vice Rappresentante Legale Antonio Infante

Appare quindi evidente che la registrazione alla Regione Lazio con la partenza dell’autobotte, fatte le opportune premesse ed anche in base a quanto appena illustrato, c’entra poco e niente. Infatti se si considera che anche se un mezzo regionale per il momento non può essere ancora guidato dai volontari ponzesi nella veste di appartenenti all’Associazione di Ponza (come visto ancora in attesa di registrazione alla Regione), qualora il mezzo venisse riassegnato al Comune, gli stessi uomini (come abbiamo visto, da anni dotati di apposite patenti ed abilitazioni) potrebbero guidarlo come autisti incaricati dal Sindaco, esattamente come si è fatto per oltre 27 anni.

In conclusione, è chiaro che tutti coloro che scriteriatamente continuano a mortificare e discreditare i Volontari di Ponza criticando anche chiunque li voglia in qualche modo sostenere ed aiutare, non solo offendono e fanno del male ingiustamente a queste persone generose, ma mettono in serio pericolo tutta la Comunità ponzese che rischia di restare senza una forza di prevenzione e pronto intervento preziosa per un’isola.

Alessandro Romano
Legale Rappresentante dell’Associazione Protezione Civile Isole Ponziane

 

Le foto che seguono mostrano alcuni incendi a Ponza:

 

 

 

1 Comment

1 Comments

  1. Luisa Guarino

    26 Dicembre 2017 at 16:09

    Ringrazio a nome del sito e di tutti i ponzesi Sandro Romano per aver fatto il punto sulla Protezione Civile, una realtà che esiste sull’isola da quasi trent’anni, e che non aveva certo bisogno di amministratori venuti da fuori per essere scoperta o riscoperta. Non condivido in senso lato il quotidiano battibecco che corre su Fb o su altri social sui temi più disparati, ma in questo caso lo scritto di Romano è di tutt’altro genere, ed è utile e necessario per ristabilire la verità su un aspetto così importante per la salvaguardia dell’ambiente dell’isola e per la sicurezza delle persone che ci vivono, sia in estate che nel corso dell’anno. Ogni tanto mi riferiscono di attacchi al sito, ai suoi redattori e a me personalmente: certe cose preferisco non saperle proprio, anche perché noi siamo abituati ad andare avanti per la nostra strada e abbiamo in noi stessi e nei nostri lettori e collaboratori le ragioni per farlo. Mentre ci fanno solo pena quanti si reggono unicamente sul livore verso gli altri, e senza i loro commenti su cose che spesso dimostrano di non avere neanche capito, non avrebbero motivo di esistere. Insomma per noi vale il principio: “Non ti curar di lor, ma guarda e passa”. Ma per loro?
    Tornando alla Protezione Civile di Ponza, ancora grazie, Sandro, a te e a tutti i tuoi collaboratori.

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