Ambiente e Natura

Cerco casa

di Tano Pirrone

 

Ogni marinaio sogna di andare a riposare, nei suoi anni tardi, in una casa in campagna, un pezzo di terra da cui si vede il mare, il proprio cane a fianco, un vaso di basilico sul davanzale…
Ecco una fantasia del nostro navigatore in una pausa del viaggio.
La Redazione

 

Nella campagna attorno a Roma, lontana da centri abitati, cerco una casa a piano terra con una stanzona molto grande, rettangolare, una camera da letto e un bagno con la doccia.
Nella stanzona devo sistemare a giro 2500 libri, 1000 fra vinili e Cd con tanto di piatto e amplificatore Accuphase 60/60 e casse Celestion, divine per jazz e musica da camera; 2000 film, un grande schermo 240×200 con relativo proiettore; un televisore di ultima generazione da 60′ con attaccati due masterizzatori, un lettore VHF, il Nintendo; e l’home theatre.
Devo anche sistemarci i miei 5 o 6 computer d’antan, due stampanti e tanti oggetti che mi si sono calcificati addosso mentre scappavo verso il nulla, e un comodo divano letto per Bam e per me, quando il viaggio verso il letto è una diaspora insostenibile.
E ho bisogno degli spazi attorno alla casa per portarvi tutte le mie piante. E poi ho da sistemare macchine fotografiche e foto, quadri, disegni, bottino di una vita nomade, come devono essere le vite che contano.
Devo metterci wi-fi e prese elettriche dovunque. Ho bisogno di una cucina e di una piccola lavabiancheria. E di un armadio per i miei maglioni e le camicie.
Lì potrò sopravvivere, se non mi troveranno.

Nel frattempo metterò a posto i miei progetti per il passato, l’unico ambito in cui sia possibile costruire, cercare e costruire, utilizzando tutti gli scarti dell’inutile presente, piegato e piagato dall’ansia di ciò che non esiste e che chiamiamo con complicità beota “futuro”.
Ho una bella semplice scrivania, che mi porto dietro da 50 e più anni. Piena di cassetti in cui infilare in ordine tutti gli oggetti raccolti in una vita. Ho bisogno assoluto e vitale di sistemarmi in una casa così.
Il camino? È gradito. Ci vuole. Come farne senza! Il mare in lontananza è un lusso che posso ancora permettermi.
Trovatemi una casa così e vi assicuro che ci abiterò a lungo.

 

6 Comments

6 Comments

  1. gianni pianalto

    17 Giugno 2017 at 11:26

    Caro Tano,
    “Casa” è il nostro luogo ideale, è un luogo della mente.
    É il posto dove sappiamo regna la pace, dove le ansie si placano, dove conserviamo tutti quegli oggetti la cui sola vista ci riapre piacevoli ricordi di vita vissuta e immagini di chi abbiamo amato…
    É il luogo dove “qui ed ora” ci piace vivere con intorno ciò che amiamo, è il luogo che ci restituisce la nostra identità più intima, dove scopriamo, con un profondo senso di appagamento, che la nostra stessa identità si scioglie e si estende all’orizzonte, diventa un tutt’uno con il mare, le piante, la terra, il sole …
    Talvolta questo accade e allora mi capita di sentirmi “a casa”, in quel luogo che tu hai descritto e che, sono sicuro, hai già trovato anche tu.
    Un caro saluto
    Gianni

  2. Liliana

    17 Giugno 2017 at 18:11

    Ma ce l’hai già la casa! Sono i tuoi ricordi, i desideri che assecondi e fai crescere, la curiosità per gli altri e per le creazioni degli altri, gli sdegni che ti infiammano, le pacificazioni con te stesso… Sì, cerca la casa in cui mettere e custodire tutto questo, ma il perno, il nodo del tutto sta dentro di noi.

  3. Tano Pirrone

    17 Giugno 2017 at 18:16

    Riusciremmo mai ad essere noi stessi senza un’instabilità emotiva, esistenziale, che ci fa sentire stranieri ovunque e soli con chiunque, sempre alla ricerca di un punto di equilibrio interiore? Un luogo unitario in cui raggruppare tutti gli appigli che ci hanno portato allo stato attuale. Un luogo a piano terra per raggiungere il suolo esterno con pochi passi senza discese e senza salite. Finalmente. Un piano “zero” che permetta di ri-pensare la propria vita e scandagliarne le potenzialità sprecate e le occasioni perdute. Il viaggio di Ulisse che mai è stato se non questo? Il futuro non esiste, è uno specchio deformante in cui viene ri-macellato l’attimo presente. Abbiamo spazio d’indagine solo nel passato. E per raggiungerlo è necessario creare l’accumulo di energie, e che tutte le urne in cui lo abbiamo conservato siano disponibili ed aperte.

  4. Siretta

    18 Giugno 2017 at 05:07

    Ehi Tano!
    Ma io quella casa la conosco bene!
    Una struttura bella solida, attaccata alla terra, campagna intorno e davanti un pergolato, tavolo e sedie e da lì sì si vede il mare e camminando un po’ ci si può arrivare.
    Ci vado di tanto in tanto quando mi prende la malinconia esistenziale.
    Leggere i tuoi pensieri, mi dà soddisfazione.
    Grazie, ciao.

  5. Patrizia Montani

    20 Giugno 2017 at 09:29

    Caro Tano,
    ho letto il tuo “annuncio”, e come al solito vi ho trovato qualcosa che risuona profondamente nell’animo: la destinazione definitiva di Ulisse (non ci saranno altri viaggi), la desolazione della solitudine (piante, libri, musica, film ma nessun essere umano tranne Bam); inoltre quando ne hai accennato l’altro giorno hai parlato di “testamento spirituale”.
    Forse ho proiettato sentimenti personali su quello che tu hai scritto, ma sai, è il destino delle opere d’arte, talmente ricche di spunti che ognuno può trovarci qualcosa.
    Ciao Poeta
    Patrizia

  6. Tano Pirrone

    16 Giugno 2022 at 16:26

    Sono giusto cinque anni che su PNZRKK è stato pubblicato il mio annuncio, cinque lunghi anni, farciti, anche, di vecchiaia, pandemia, guerre, disamori… La casa non l’ho trovata, anzi ho smesso quasi subito di cercarla: ci stavo già dentro, con le cose che amo e le persone che mi sono indispensabili per vivere. Ma non cancellate l’annuncio, qualcuno ancora chiama e attacchiamo bottone…

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