Ambiente e Natura

Il museo che verrà

di Silverio Lamonica

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Tra le varie iniziative dell’attuale Amministrazione Comunale di Ponza c’è la valorizzazione del patrimonio archeologico locale, rendendolo fruibile al pubblico, e l’istituzione di un Museo Civico.
Per quest’ultima realizzazione il sindaco Vigorelli ha conferito l’incarico al prof. Vincenzo Padiglione, ordinario di museografia presso l’Università di Perugia.
L’illustre docente ha già organizzato, e con successo, il Museo del Brigantaggio nel Comune di Itri.

E appunto ieri, 19 agosto, come da calendario dell’estate ponzese, il professore ha tenuto una conferenza sul tema nella suggestiva cornice della Caletta, purtroppo seguita da un esiguo numero di persone, alcune decine, a causa della scarsissima pubblicità data all’avvenimento.

Museo Ponza. Resized

Sul palco erano presenti altri due relatori: il prof. Luigi (Gino) Usai docente di italiano e storia presso gli Istituti Scolastici Superiori di Formia, nonché studioso del Confino Politico Fascista e la prof. Maddalena Carli docente di Storia Contemporanea presso l’Università di Teramo.

Nell’introdurre i lavori, il Prof. Padiglione ha delineato le caratteristiche del museo in itinere, dove non ci si limiterà ad indicare i vari reperti usando una terminologia scientifica, ma di ciascuno saranno descritte la collocazione temporale e le finalità.

La sede museale è prevista nei cameroni adibiti a ricovero dei relegati borbonici prima e dei confinati dopo, utilizzati, fino a qualche anno fa, come scuola media inferiore.
I reperti relativi al periodo del confino rappresenteranno il nucleo principale della dotazione museale, mentre ci saranno riferimenti alle varie emergenze archeologiche locali, essendo l’arcipelago un museo a cielo aperto.

Il prof. Usai si è soffermato sulle restrizioni e le angherie subite dai ponzesi durante il confino da parte dei militi fascisti, che culminarono nell’assassinio del dodicenne Salvatore Scotti perpetrato da una “camicia nera”: il ragazzino si era rifiutato di portargli dell’uva dalla vigna paterna. Tale delitto è rimasto purtroppo impunito, perché ai familiari fu imposto di dichiararne la “morte naturale”.
Altro aspetto da non sottovalutare – secondo il relatore e ne condividiamo pienamente il pensiero – è la perdita di alcuni siti storici, l’ultimo in ordine di tempo: l’ex carcere borbonico ai piedi della Torre (che ospitò tra gli altri,a più riprese, Sandro Pertini e lo stesso Benito Mussolini appena sbarcò sull’isola e subito dopo alloggiato a Santa Maria) assegnato dal demanio ad un privato nel 1997 che ne ha ricavato mini appartamenti a fini speculativi, mentre l’amministrazione di allora rinunciò a partecipare alla gara.

La dottoressa Carli ha illustrato alcune figure di confinate, soffermandosi su Camilla Ravera, leggendo alcuni suoi scritti.
Esprimo delle riserve su un punto:

Il prof. Padiglione ha affermato che il museo valorizzerà soprattutto il periodo storico che va dalle colonizzazioni ischitane e torresi fino ai giorni nostri, vale a dire dalla prima metà del ‘700 in poi e il rilievo maggiore sarà dato al periodo del confino.

Senza nulla togliere alla illustre storia degli antifascisti, cui dovrà essere dato il giusto risalto, a me sembra molto riduttivo limitarsi a questo.
Soprattutto all’estero Ponza è nota, oltre che per il mito della Maga Circe, anche per i personaggi che qui soggiornarono nel periodo dell’antica Roma e lo dimostrano le numerose traduzioni dall’inglese di saggi ed articoli pubblicati su Ponza Racconta. Inoltre rinunciare a recuperare, sia pure con una operazione non semplice ed assai impegnativa, i preziosi reperti di quell’epoca andati dispersi, mi sembra controproducente, soprattutto perché esse sono il corollario indispensabile all’enorme patrimonio archeologico visitabile: dalle Grotte di Pilato alle cisterne, all’acquedotto romano, al tunnel di Chiaia di Luna, alle necropoli, al mitreo ….
Infine, l’annuncio pubblicato prevedeva anche la discussione sulla ex miniera di Le Forna, ma l’argomento non è stato trattato, probabilmente per carenza di materiale disponibile.

 

Di Silverio Lamonica; in condivisione con www.buongiornolatina.it

1 Comment

1 Comment

  1. vincenzo

    21 Agosto 2016 at 10:38

    http://museobrigantaggio.it/

    L’illustre professore Padiglione ha affermato che “il museo valorizzerà soprattutto il periodo storico che va dalle colonizzazioni ischitane e torresi fino ai giorni nostri, vale a dire dalla prima metà del ‘700 in poi e il rilievo maggiore sarà dato al periodo del confino”.
    Operazione diverso dal museo monotematico di Itri.
    Suggerirei al professore di mettere in luce la diversa funzione d’uso che i vari Regimi che si sono succeduti nella storia hanno dato all’isola che poi hanno avuto ripercussioni sulla cultura degli isolani.
    L’isola ha avuto un duplice destino: quello di essere in alcuni periodi isola paradiso, vacanza, riposo, produzione e investimenti e in altri periodi isola di relegazione, martirio, confinio, prigione, abbandono.
    Tutto questo ha forgiato la cultura dell’isolano: diffidenza, individualismo, sfiducia.

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