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La mia fiction
Martedì sera intorno alle undici e venti è calato il sipario su “Un’altra vita”. In realtà il sipario era calato un po’ di mesi fa, subito dopo Pasqua quando gli ultimi camion bianchi del cinema hanno lasciato l’isola (leggi qui). Su Facebook gira l’immagine di un omino su un pavimento bianco, con la scritta: “La crisi esistenziale che ti assale dopo il finale di una serie TV” – “E adesso?”. Il mio stato e credo anche quello degli isolani è stato un po’ quello, con la differenza che la serie era solo finita ‘di girare’. Non vedere più i “volti noti” nei vari viaggi in aliscafo, tecnici e attori gironzolare per l’isola nei momenti di pausa, le luci forti in piena notte per girare le scene, lasciava un vuoto. Lo scorso 11 settembre ha cominciato ad andare in onda. La puntata passa così, tra le battute nostre sopra quelle degli attori e alla fine il commento comune è: – Mah, me la vedrò solo per Ponza. Al di là delle polemiche sulla bravura dei vari attori o se i ponzesi ne siano usciti bene o male – tutte valutazioni di gusto personale – un unico appunto vorrei fare… Seguendo un’altra fiction Rai, girata a Fabriano, prima dell’inizio della puntata c’è un promo di due minuti in cui i protagonisti presentano la regione Marche e i posti più significativi di essa.
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