Attualità

Pasquino isolano

di Giuseppe Mazzella
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Quel che sta accadendo in questi giorni sul nostro sito è estremamente interessante.
È  bastato inserire alcune scenette in dialetto ponzese che analizzano con amarezza e ironia delle questioni dibattute e/o controverse, che si è scatenata una vera levata di scudi.
È un buon segno. Significa che la massificazione informativa non ha sopito del tutto le coscienze.
La scelta redazionale di ospitare testi peraltro già in rete su Facebook, quindi a tantissimi già noti, ha trovato critici attenti e legittimi in quanti hanno rilevato che la linea deontologica che Ponza racconta si era data fosse stata tradita: pubblicare solo autori di cui si conosce l’identità.
Ma il caso di di Sang ‘i retunn’ non è un’eccezione.

Non siamo qui a valutare il valore letterario di queste ‘scenette’, ma è il messaggio dolente e allarmato che da esse proviene, che le rende attuali.
E di questa scelta debbo dare atto della nota correttezza e acume di Silverio Lamonica che, pur non condividendo appieno la decisione di pubblicarle, sul pezzo “La politica” è entrato nel merito delle questioni, senza nascondersi dietro ragioni di opportunità o di stile.
Concordo con Silverio che molti sono i “forestieri” che hanno arricchito culturalmente e civilmente la nostra isola.
I veri “forestieri” sono invece quelli, locali e non, che non amano Ponza e non fanno niente per migliorarla.
Basta fare una visita al nostro cimitero per leggere i nomi di tanti che, dopo aver vissuto Ponza, l’hanno scelta anche come estrema dimora.

“Forestieri”, infatti, non si è solo rispetto alle proprie radici, ma quando si cerca di sommergere l’isola con progetti e azioni che non sono ad essa congeniali, stravolgendone l’identità.
Solo a questi “forestieri” noi diciamo di stare lontani. A tutti gli altri non solo siamo grati, ma apriamo da sempre la nostra antica e mai smarrita ospitalità.

Per l’identità di Sang’ ’i retunn’, tasto dolente di analisi, ripeto più che legittime, i nostri critici fanno un po’ di confusione tra “anonimo”, cioè senza nome, sconosciuto a tutti e quindi anche alla Redazione, e “pseudonimo”, cioè sigla dietro la quale si nasconde una persona in carne e ossa, che per paura di ritorsioni non si dichiara apertamente.
Quanti sono i quotidiani che da sempre tutelano l’identità di chi può trovarsi in condizioni di rischio di qualsiasi genere? Senza stare a scomodare il grande Pasquino, la funzione che le “scene dialettali” svolgono è la stessa.

Ponza, lo sappiamo, ha sempre prodotto lettere anonime e denunce di ogni genere che hanno affollato per anni i protocolli dei Tribunali e delle Procure. Ora assistiamo, ancora una volta, al proliferare di fogli che denunciano, sempre più apertamente, inquietudine e perplessità.
È un segnale che non solo non va sottovalutato, ma va compreso e analizzato.
Se una delle motivazioni di Ponza racconta è preservare la nostra realtà storica, valorizzandola negli aspetti migliori, allo stesso modo è necessario interrogarsi anche sui suoi aspetti più in ombra.
Sang’ ’i retunn’ sta assolvendo, con la sua produzione estemporanea e vivace, a questa funzione: interrogare le coscienze, prima che la globalizzazione ne annulli la capacità di analisi e di critica.
Una missione che il nostro sito ha da sempre sposato.

 

4 Comments

4 Comments

  1. vincenzo

    9 Marzo 2014 at 20:29

    Oddio, Ponzaracconta sta tutelando la sopravvivenza dell’unico poeta ponzese che con le sue illuminanti macchiette tra Sang’ e Retunne e Gigì mette alla berlina il potere costituito. Il regime del Forestiero trema, le coscienze del popolo vengono plasmate, la rivoluzione è vicina.

    Ma Sang’ e Retunne chi prende per i fondelli, il regime del Forestiero o i ponzesi!? …ricordandogli di essere incapaci, individualisti, vigliacchi, egoisti …e tutte queste accuse sotto forma di comica da tre sordi le dice nascondendosi la faccetta.

    Mentre gruppi di giovani si danno da fare per far vivere l’isola, per allacciare rapporti con il palazzo e il paese, mentre giovani riuniti in Associazioni cercano di dare l’esempio a tutti i sang’ ‘i retunne di Ponza che è giunta l’ora di fare, di contribuire per non essere costretti a partire, arriva l’anonimo e dice: ma pensa alla salute, fatti una risata, statt’ buono tanto rimarrai sempre un Sang’ e Retunne.

    Su altri siti tipo “Verità ponzese” oltre al nostro eroe c’erano altri anonimi e il dialogo tra di loro era veramente comico e alla pari; in questo sito io ed altri mettiamo la faccia, il nostro eroe mette il nulla.

  2. Giuseppe Mazzella

    9 Marzo 2014 at 21:06

    Il nulla o il poco Ponza racconta l’ha sempre ospitato, senza per questo mortificare chi scrive o fa qualcosa per Ponza. Basta scorrere gli oltre 3500 articoli che la rendono, come è già stato scritto, una importante fonte della nostra storia, e non solo a futura memoria.
    C’è chi per dire nulla usa molte parole, chi poche. Preferiamo i secondi.

  3. Lino Pagano

    10 Marzo 2014 at 00:43

    Caro Amico Giuseppe provo delusione in quello che tu scrivi. Mi e stato vietato di pubblicare una poesia in rime per il gemellaggio di Ponza con Ischia, non parlavo male di nessuno, mi è stato detto che sembrava brutto. La legge dovrebbe essere uguale per tutti, tutti con nome e cognome o solo con pseudonimo, non si può fare a figli sì e figliastri no, non mi piace il modo d ragionare. II Pasquino locale metta nome e cognome e continui pure a scrivere, che metta Nome Cognome e ci metta la faccia, come tutti noi che scriviamo su Ponza racconta. io ormai ne sono fuori, non scrivo più niente, ma questi scritti mi hanno fatto imbufalire. Quante persone altolocate sono state richiamate a presentarsi con nome e cognome se non ricordo male all’inizio fu ripreso anche Silverio Tomeo.
    Se non succede niente vuol dire che anche Ponza racconta cambia bandiera.

  4. polina ambrosino

    10 Marzo 2014 at 23:04

    Sono d’accordo con Vincenzo e con Lino: penso che si possa essere in disaccordo con la linea che Ponza Racconta sta seguendo in merito al personaggio in questione. Chiunque altro ha scritto in anonimato, pur non destreggiandosi in scenette pseudoteatrali, probabilmente aveva i suoi validi motivi. Dunque, perchè non accettare anche gli altri? Perché era giusto far sì che chi pretende di scuotere le coscienze abbia innanzitutto il coraggio di scuotere la sua, propria, mettendoci la faccia e affrontando commenti e critiche. Pasquino lasciamolo riposare in pace. Oggi non servono Pasquini, servono UOMINI CON UNA SOLA FACCIA.

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