Ambiente e Natura

La Secca del Mariuolo

di Adriano Madonna

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Siamo a Zannone, piccola fetta di terra in mezzo al mare, misteriosa e appartata, la sorella più riservata e “scontrosa” delle altre ponziane. In tutto, solo un enorme scoglio, con una macchia mediterranea prepotente, dai profumi dimenticati, mescolati con quelli del salso, che il vento stempera nell’aria quando sferza gli arbusti bassi del monte Pellegrino; alcuni esemplari di mufloni, animali rari, che esistono nell’isola dal 1600; e le rovine di un convento benedettino del 508 dopo Cristo.

i mufloni di Zannone

 

i ruderi del convento benedettino di Zannone

A Zannone, il cielo sembra più vicino.

Lo Scoglio del Mariuolo si trova nelle vicinanze dell’approdo di Capo Negro e non so perché abbia questo nome. È un vero e proprio scoglio di modeste dimensioni, che sorge dal mare a brevissima distanza dalla costa dell’isola. È la parte emersa di un agglomerato roccioso che sott’acqua si allarga e si spezza in grandi massi e dorsali appoggiati sul fondo di sedimento grosso e chiaro. Questi danno origine a una secca, nota con lo stesso nome dello scoglio: la Secca del Mariuolo.

Mappa nautica Zannone

Allo Scoglio del Mariuolo, puntando la lampada negli anfratti oscuri, è possibile trovare diverse sorprese: abbondano i gamberi e, tra questi, il gambero meccanico (Stenopous spinosus) è frequente, così come il rosso parapandalo (Parapandalus narval) e il comune gamberetto esca (Paleamon serratus). In ogni caso, la parte alta dello scoglio, prossima alla superficie, conviene godersela a fine immersione.

gambero meccanico (Stenopus spinosus)

Partendo dallo scoglio e scendendo lungo uno dei suoi versanti, si raggiunge subito il plateau di sedimento grosso e chiaro. Prestiamo attenzione a questa immensa distesa di sedimento, che a volte è costituita da macchie di sabbia a granulometria sensibilmente più fine. In queste morbide isole circolari si trovano i più mimetici pesci bentonici. I rombi sono quelli più comuni: a volte, sono semplicemente appoggiati sul fondo e diventano praticamente invisibili, altre volte si sollevano di un palmo, nuotano con fremiti impercettibili della grande pinna circolare e sembrano aquiloni che veleggiano nell’acqua.

rombo

Lo Scoglio del Mariuolo può essere considerato come la parte più alta dell’omonima secca. Questa è costituita da raggruppamenti di scogli su un fondale che varia dai 25 ai 35 metri di profondità.

A un certo punto, la teoria di scogli sembra assumere un andamento circolare. Al centro c’è una grotta, con un ingresso comodo, di 2 metri per 3. Vi troveremo la classica fauna cavernicola: in particolare, tanti gamberi e di diverse specie, qualche musdea (Phycis phycis) e granchi di grotta.

La Secca del Mariuolo, con il suo scoglio emergente, è un punto d’immersione di grande fascino e non conviene perderlo. Inoltre, l’immersione è di facile gestione, quindi è indicata a subacquei con ogni livello di esperienza.

L'isola di Zannone

 

Dott. Adriano Madonna, Biologo Marino, Laboratorio di Endocrinologia Comparata, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

4 Comments

4 Comments

  1. Biagio Vitiello

    31 Gennaio 2014 at 07:41

    Non per polemica col professore, ma a me risulta che l’eremo di Zannone (S.S. Salvatore) sia del 1100, e che i mufloni siano stati importati dagli ultimi affittuari dell’isola (di cui il Conte Casati era uno dei soci) per dilettarsi nella caccia: di questo sono sicuro in quanto me lo ha detto mio padre che del faro era guardiano.

  2. Adriano Madonna

    31 Gennaio 2014 at 22:01

    Rispondo a Biagio Vitiello, che ringrazio per aver corretto lo svarione della data del convento benedettino di Zannone. Ciò mi conferma la convinzione che i biologi non hanno proprio la stoffa degli storici.
    In quanto ai mufloni, mi dicono che, sì, erano già nell’isola da tempi antichi e
    che il marchese Casati ne importò degli altri per integrare la popolazione di questi animali, che era sensibilmente diminuita di numero. Non so, però, se ciò risponde a garantita verità. Per la data del convento benedettino, ha ragione Biagio Vitiello, che ringrazio ancora per la rettifica.

    Post scriptum. Ancora sulla data del convento benedettino di Zannone.
    Leggo in Internet, in un sito dedicato alle Isole Ponziane, in particolare Zannone, quanto segue:
    “San Silverio divenne così il primo eremita illustre, sia pure involontario, a frequentare le Pontine. Qui alla fine del VI secolo si erano formate piccole comunità monastiche contro le quali si sarebbero accaniti, a partire dall’813, anno della prima scorreria, i saraceni”.

    Le comunità monastiche di cui si parla, certamente abitavano un convento e se questo risale al VI secolo, la data del 508 riportata nel mio articolo coincide. Forse, il convento fu abbandonato nel 1200 ma fu costruito circa 700 anni prima? Ecco, sollevo con piacere la discussione e attendo lumi da chi ne sa più di me sulla storia delle nostre Ponziane.
    Saluti

  3. Biagio Vitiello

    2 Febbraio 2014 at 07:58

    Vorrei precisare (a riguardo del muflone di Zannone) che il Tricoli, nella sua monografia a pag. 66, narra che in detta isola “pascolano pecorini e caprini”.
    A pag. 72, elenca tutti gli animali presenti nelle isole, ma non ci sono i mufloni.
    Secondo Wikipedia, il muflone è presente nelle isole Mediterranee perchè importato, infatti ha forti somiglianze genetiche e morfologiche con l’Ovis Orientalis.
    Riguardo al Monastero di Zannone, risulta (Tricoli pag. 188 e successive) che esisteva una comunità di frati nell’anno 813 “…che furono sorpresi dai barbari, nell’atto che erano presso l’Oratorio del beato Pietro, e quelli che scamparono dalle loro perfidie si fissarono in diverso luogo”.
    I monaci ritornarono nell’isola, provenienti dal cenobio di S. Angiuolo di Gaeta: Fra’ Pietro abbate ed altri frati: era il 29-06-1213.
    In quel tempo il monastero si chiamava Santa Maria di Zannone. Nel 1267, tali monaci adottarono la regola Circestense.
    Successivamente, e sempre a causa dei pirati, andarono via, e edificarono presso Gaeta un monastero con lo stesso nome, era l’anno 1295.
    Mentre sul sito http://www.cistercensi.info/abbazie, è riportato che nel 1246 con bolla papale di Innocenzo IV, Zannone divenne sede di Abbazia col nome di Santo Spirito. La comunità monastica lasciò Zannone il 1295, trasferendosi nei pressi di Gaeta.
    Queste due ultime notizie sono coincidenti; divergono solo per il nome.

  4. Adriano Madonna

    5 Febbraio 2014 at 07:30

    Le fonti storiche di Biagio Vitiello sono certamente più autorevoli delle mie, che mi limito solo a girellare qua e là per Internet, dove, lo sappiamo bene, si trova di tutto: cose giuste e cose sbagliate.
    Biagio invece, “sfodera” il Tricoli, davanti al quale non possiamo fare altro che inchinarci. Ringrazio, quindi, l’amico Vitiello di aver fatto luce sul convento dei frati di Zannone e sulla origine dei mufloni.
    In ogni caso, parlare di Ponza e delle sue sorelle è sempre bello.
    Un caro saluto a Biagio Vitiello e a tutti.
    Cordialmente.
    A. M.

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