La Giornata della Memoria è diventata, negli anni, anche la palestra utile ad esercitare la nostra retorica ipocrita e senza arrossire ricerchiamo le parole giuste per il momento giusto. Ma quanta lontananza c’è in tutti noi nella prassi dei nostri comportamenti quotidiani dall’unico insegnamento che la Storia ci ha dato: il colpevole non cercatelo nei documenti, nelle tracce che l’uomo ha lasciato in tutti i tempi, il colpevole cercatelo nell’uomo stesso. Pochi sono i carnefici che consapevolmente hanno appagato e appagano i loro bisogni di dominio e sopraffazione. Pochi sono stati gli uomini giusti, questi sono una testimonianza che l’uomo è anche un’altra cosa, la maggior parte sono le vittime, i più fortunati di questi sono quelli inconsapevoli di esserlo.
Per rimanere solo nei paraggi di PonzaRacconta e contestualizzare quello che vado dicendo: è bastato che un uomo di quasi sessant’anni portasse a conoscenza le sue convinzioni storiche sulle vicende Borboniche, che coinvolgevano la nostra isola, che un altro sessantenne lo aggredisse verbalmente in termini veementi e nessuno ha trovato il tempo di scrivere due parole sulla tolleranza e la moderazione, sintomo di maturità e di volontà di migliorare e migliorarsi per diventare poi credibili per le nuove generazioni.
E quindi questa occasione della Memoria di ripensare la Storia come ricerca della condizione umana nel tempo e in ogni regime (nazista, fascista, comunista, islamista, sionista, liberista), rimarrà quella che è sempre stata, perché un attimo prima e un attimo dopo la MEMORIA comune diventerà, in mano a pseudo storici motivo di divisione, di accusa di revisionismo, oppure di negazionismo di destra e di sinistra.
E infatti c’è chi nega i lager nazisti, chi le foibe comuniste, chi negherà lo squadrismo fascista, chi le violenze delle brigate comuniste!
Questo è l’uomo che continua a scegliersi la sua guerra preferita dagli album del passato e preferisce fingere di combattere quella, piuttosto che ammettere di essere stato ingannato da ideologismi che hanno condotto a quelle realtà che ha visto erigere lager, gulag, carceri speciali, camere di tortura, armi intelligenti.
L’occhio dello Storico è altra cosa della visione di insieme del Saggio!
Occorrerebbe essere scesi realmente nelle carceri, nei campi di concentramento, nelle camere a gas. Essere entrati un momento dopo nelle case distrutte dai bombardamenti (americani, israeliani, sovietici, italiani…), aver vissuto il dolore dei sopravvissuti, aver vissuto l’umiliazione delle donne stuprate dai vincitori di turno, aver conosciuto lo smarrimento di bambini sradicati dalle loro famiglie, per avere veramente appreso la lezione della storia. Stare fuori alla porta di camere di tortura di tutti i regimi ed in ogni latitudine su questa terra e guardare in faccia i carnefici dopo aver esercitato la loro funzione, per poter capire se quello di cui andiamo a parlare è veramente l’uomo!
Chi ha visto tutto questo, come Primo Levi, scrive:
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Certo Sandro Romano ha continuato a portare avanti le sue idee filo borboniche e c’è stata la più democratica Rosanna Conte che l’ha arginate portando a conoscenza altre carte e altre visioni dei fatti storici; questo è il giusto metodo per dialogare, ma che cosa vogliamo dire ai nostri figli? Che cosa ha insegnato la storia? Se siamo egoisti, individualisti, incapaci a cooperare e alla fine scopriamo i nostri figli vandali, disperati o “sdraiati” di chi è la colpa? Questi non conosceranno la storia ma ce l’hanno scritta nel loro DNA.