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Le croci di Ponza. (4). La Croce di via Scarpellinidi Mimma Califano  . Stiamo scoprendo che le croci di Ponza sono tante, anche se non sempre viene notata la loro silenziosa esistenza. In via Scarpellini, nella zona che un tempo veniva chiamata n’copp i Cuònt’ (“sopra i Conte”, inteso come cognome, un insieme di abitazioni tutte abitate da famiglie Conte), per l’appunto nel palazzo di Pietro e Lucia Conte, troviamo un’altra delle Croci dei Padri Passionisti.
I coniugi Conte, emigrati in America, avevano come sogno, lavorando sodo, di mettere da parte un sostanzioso gruzzolo, costruirsi una bella casa e ritornare a vivere nell’isola natìa (desiderio, peraltro, comune alla maggior parte nei nostri emigranti). Agli inizi degli anni ’30 del novecento, sembrava che cose andassero secondo i loro desideri, infatti con le prime rimesse avevano iniziato a far sistemare per poi sopraelevare una abitazione di proprietà dei genitori. A lavori iniziati, probabilmente su sollecitazione di una loro parente molto devota, chiesero ai Padri Passionisti di porre una loro Croce in un piccolo locale – posto alla base del palazzo che stava nascendo – e per lo scopo ristrutturato e adattato. La costruzione del palazzo fu portata a termine nel 1935, come testimonia proprio la data incisa sulla facciata della cappella, ma una dura realtà doveva colpire questa famiglia. La foto della famigliola riunita La giovanissima Maria (foto superiore, con lunghe trecce), venne a mancare pochissimi anni dopo il completamento del palazzo di via Scarpellini. La causa della loro prematura scomparsa, non è mai stata totalmente chiarita. La signora Lucia a chi chiedeva cosa fosse successo, raccontava di una rapina o aggressione in casa, ad opera della mano nera (vedi nota) che avrebbe talmente traumatizzato le figlie, fino a provocarne il decesso; di Maria quasi subito, e anche di Concetta, a distanza di anni, senza che si fosse mai completamente ripresa. La bella deposizione del Cristo morto, posto sul davanti della Croce è di cartapesta e fu comprata a Napoli dalla signora Lucia immediatamente dopo il completamento del palazzo. Fino agli inizi degli anni ’90, era adorna di molti monili d’oro, appartenuti alle due ragazze. Durante l’estate del 1992, l’oro fu rubato attraverso le sbarre del portoncino. Vale la pena di chiarire un equivoco in cui parecchie persone di Ponza sono incorse. Sulle Croci dei Passionisti, che sono sempre di colore nero, tra i tanti simboli, è riportata anche una mano (a ricordo dello schiaffo dato dal servo del sommo sacerdote a Cristo – leggi qui). Ora, poiché la causa della prematura scomparse delle ragazze Conte, è stata attribuita dai genitori alla mano nera (il cui significato non è a tutti noto), intorno a questa coincidenza sono sorti degli aloni di mistero ed anche qualche tetra considerazione sulla cappella stessa. I quadri sul lato destro sono dei dipinti eseguiti da una nipote e raffigurano un’altra persona di famiglia e un ritratto del Cristo con la corona di spine.  Panorama da fuori del vano della cappelletta. Versante di Levante Panorama dall’altro lato (a Ponente) Nota  (a cura dell’ Autrice) Enzo Catania: “Dalla mano nera a cosa nostra. L’origine di tutte le mafie e delle organizzazioni criminali†–  2006; Ed. Boroli. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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