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L’affondamento del Teseo (3)di Alessandro Vitiello (Sandro) . Morirono trentasei persone, ufficialmente disperse. I quattro ufficiali del Teseo, tra cui il comandante, si salvarono. Morirono sette sottoufficiali tra cui quello che accompagnava il gruppo di mio padre a Civitavecchia. Tutte le navi che avevano partecipato al salvataggio e che avevano dei marinai salvati a bordo, dopo l’affondamento del Teseo, e dopo essersi assicurati che non si poteva salvare più nessuno, fecero rotta verso Golfo degli Aranci, in Sardegna. Intanto nel salone del Trieste i naufragi che non avevano mangiato da due giorni chiedevano cibo e da bere. La mattina successiva in quel salone arrivò ogni ben di Dio da mangiare. Il Teseo aveva subito il danno che poi l’avrebbe portato all’affondamento a dodici miglia da Civitavecchia. A Golfo Aranci la mattina stessa del tredici dicembre tutti i naufraghi vennero passati sul Trieste. La mattina del quattordici la nave riprese il mare verso La Spezia. Quasi tutti i giorni c’era un interrogatorio da parte dei giudici che volevano sapere dettagli di quanto era successo. In primavera mio padre tornò a Ponza a godere della licenza natalizia. Una mattina di una quindicina di anni dopo mio padre incontrò per caso sulla spiaggia di Giancos il papà di quel ragazzo di Ponza che era morto nel naufragio; inutile raccontare i dettagli di quel triste incontro. PS.: i marinai che si salvarono furono 44 sul Trieste, 39 sulla Acaralissa, 1 sulla nave merci che finì in Olanda e 20 sull’altra nave merci.
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