di Luisa Guarino
Apprendiamo ora della scomparsa di Alfredo Vitiello, zi’ Alfredo: i funerali oggi a Napoli; successivamente le sue ceneri saranno portate a Ponza, accanto all’amata moglie Velia. Alleghiamo due foto del suo ultimo compleanno, i cento anni cui teneva tanto.
Ci teneva moltissimo, a compiere cento anni prima di chiudere gli occhi per sempre. E il suo desiderio è stato esaudito: Alfredo Vitiello, per tutti zio Alfredo, è morto nella notte del 29 gennaio a Napoli, la città dove ha sempre vissuto per motivi di lavoro, ma che da quando era in pensione, e soprattutto da quando era rimasto vedovo, abbandonava volentieri per lunghi soggiorni nella sua adorata Ponza. I funerali si sono svolti questa mattina a Napoli: le sue ceneri saranno poi tumulate nel cimitero di Ponza, dove dal ’94 è sepolta la moglie. Il traguardo dei cento anni lo ha festeggiato lo scorso 14 agosto proprio a Napoli, circondato dalla presenza e dall’affetto di nipoti e pronipoti.
Con lui se ne va una parte importante della storia di Ponza e mia personale. L’ho sempre chiamato zio e gli ho sempre voluto un bene sconfinato, insieme a zia Velia Capozzi, sua adorata e bellissima moglie. Lei del resto era per mia madre Olga come una sorella: avevano condiviso la vita e gli studi nel collegio di Torino riservato alle figlie di militari scomparsi nella I guerra mondiale. Zio Alfredo e zia Velia nella mia vita ci sono sempre stati, per quelle scelte e quelle affinità del cuore che spesso superano per intensità i legami di sangue.
Zio Alfredo è stato sempre quello che si definisce “un signore”, una persona affabile, elegante e compita con tutti, con il sorriso pronto e un pensiero sempre vivo per ciascuno. A me ad esempio chiedeva sempre di mio fratello Silverio, che negli ultimi anni vedeva poco, o di Dante, mio marito, che sapeva spesso in Africa per motivi di lavoro. Anzi nell’ultimo periodo la sua curiosità al riguardo si era fatta ancora più forte: sapeva che Dante era in Kenya, e mi chiedeva sempre notizie. Infatti lui proprio in quel Paese aveva trascorso un periodo di prigionia durante l’ultima guerra, e ne conservava, malgrado tutto, un ricordo bello e indelebile.
L’ultima volta che gli ho parlato è stato proprio in occasione delle sue cento candeline, e come sempre mi ha risposto con vivacità, ringraziandomi con entusiasmo e chiedendomi del resto della famiglia.
Naturalmente ero ‘preparata’ all’idea che prima o poi ci avrebbe lasciato, ma quando ho saputo che era successo è stato difficile mandare giù quel groppo in gola. Mi mancherai, zio Alfredo, e dovrò fare uno sforzo enorme per non alzare la testa per cercarti, sul balcone di casa Di Monaco a Sant’Antonio, sopra alla farmacia, dove fino a poco tempo fa ti mettevi a fare le parole crociate e a leggere i quotidiani. O forse continuerò lo stesso a cercarti. E tu ci sarai.
Zio Alfredo nel 2007. Foto inviata da Paola Capozzi (leggi nei commenti a seguire)
La famiglia di Alfredo Vitiello
1 Febbraio 2013 at 13:10
La famiglia di zio Alfredo Vitiello desidera ringraziare la Sig.ra Luisa Guarino per aver ricordato una persona speciale che ha lasciato traccia indelebile in chiunque l’abbia conosciuto.
Paola Capozzi
6 Febbraio 2013 at 14:11
Carissimi, avrei voluto inserire direttamente il mio commento al post in memoria di zio Alfredo ma ho incontrato qualche difficoltà. Per cui vi prego di farlo voi, se è possibile. Allego anche una sua foto che potete pubblicare con il consenso di sua nipote Anna Maria.
Grazie per Ponza racconta, è un lavoro prezioso.
Per tutti zio Alfredo, per me mio zio Alfredo: Velia mia zia, la sua amata compagna di una vita, cugina di mio nonno Filiberto e zia di mio papà Gennarino, come lo chiamavano a Ponza. Mia nonna donna Angelina De Luca, era figlia di questa bellissima isola dove ho trascorso tra i momenti più intensi della mia infanzia e della mia giovinezza tra mare e cielo, nei vicoletti abbaglianti di calce e sole, respirando l’aria pregna di salsedine. Quanti ricordi…
E zio Alfredo che mi teneva sulle sue ginocchia e mi aiutava a fare i cappiuoli per catturare le lucertole e mi canzonava perchè non ci riuscivo mai! Negli anni zio Alfredo e Ponza sono finiti col diventare per me quasi una cosa sola, ad identificarsi in un’armonia di suoni, immagini, voci, odori e colori che rappresenta la parte forse più vera e profonda della mia anima.
Caro zio Alfredo, fai un buon viaggio. Lo so che ti ritroverò quando tornerò sull’isola, lì tu ci sarai sempre.
Paola Capozzi
Nella foto del giugno 2007 – riportata alla fine dell’articolo di Luisa Guarino – zio Alfredo e accanto, che si intravede, mio papà Gennarino Capozzi