Tanti anni erano trascorsi da quando ci eravamo persi di vista. Ci siamo rincontrati, tu seduto alla panchina io di passaggio fugace. Mi sono fermato, ti sei alzato, ci siamo abbracciati, ci siamo guardati e capiti a fior di pelle. Gli anni sono svaniti: è come se ci fossimo incontrati quotidianamente. Speravo di incontrarti, come sempre: un appuntamento, al solito posto. Io affamato e voglioso di sentire e di chiedere, tu pronto e disponibile ad esaudire i miei desideri quasi prima di proferir parola. Un vuoto, un tremendo vuoto; passerò, cercandoti, vicino alla panchina, scruterò il mare navigando con i pensieri tra gli anfratti e gli scogli sorgenti e affioranti che tu conoscevi puntigliosamente ed amavi. Navigherò nei testi e nelle storie. Le stringerò e, gomena robusta, le avvinghierò al mio cuore infranto. Addio caro, caro amico avrei voluto gustarti di più, ma il tempo è reo: a lui non importa ciò che gli uomini sentono. Il Signore questo lo sa e ci consola. Addio : Pasquale.