Trasporti

Collegamenti & Trasporti

di Pasquale Scarpati

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Cari redattori e gentili lettori
ero indeciso se inviare o meno questo mio contributo sui trasporti perché, non essendo un vero “esperto” in materia, non vorrei fare il “ciccio cappuccio” (saputone) della situazione; inoltre non ho alcun legame “materiale” con l’Isola se non il vago desiderio di avere lì la casa… “eterna”. E detto ironicamente: quando me ne andrò, se altri decidessero di seppellirmi lì, avrei diritto al biglietto da… residente?
Ma, nel contempo, vorrei dare il mio contributo senza pretese. Alla fine mi sono risolto a scrivervi.
Un saluto da Pasquale

Quando le ferrovie erano private le carrozze erano nuove, poi, con il passare del tempo, divennero fatiscenti e tali rimasero: poca cura o manutenzione. Le cause: molteplici. Tanto: quando succedeva qualcosa, finiva tutto in una… “bolla di sapone” o quasi. Altri tempi!? Oppure no?

Si sa l’imprenditore privato tende a manutenere nei limiti delle normative ciò di cui dispone a meno che non abbia un nuovo e più proficuo tornaconto nel fare nuovi investimenti. È legge di mercato. Anche in famiglia noi un elettrodomestico non lo cambiamo a meno che non funzioni più bene oppure non ci sia un effettivo tornaconto come ad esempio un risparmio energetico, o altro tipo di risparmio tale da giustificare la spesa.
Ora se sulla tratta per le isole Ponziane non c’è concorrenza oppure non si fa nulla per incentivare i viaggi o migliorare la portualità, nessun privato, penso, metterà a disposizione natanti consoni.
Ricordo, tantissimi anni fa, che sulla linea qualche volta ci fu, per breve tempo, una nave “gemella” dell’Isola di Ponza (il Procida). Questa impiegava dai quindici ai venti minuti in meno (come oggi il Tetide) rispetto alla gemella Ponza (che impiegava tre ore esatte). Chiesto il perché, mi fu risposto che quella aveva i motori più “spinti”.
Perché questo? Sulla tratta che normalmente faceva (da Napoli per Procida – Ischia) vi era… concorrenza.
Uno dei motivi per cui chiunque si pone o porrà sulla tratta fa quello che vuole è, per l’appunto, la mancanza di concorrenza.
Tanti anni fa, sulla tratta Civitavecchia – Olbia, la Tirrenia impiegava otto ore buone. Quando anche la Moby poté fruire della stessa tratta ed impiegava cinque ore, anche la Tirrenia dovette adeguarsi: la stessa nave che prima impiegava otto ore, in seguito impiegò anch’essa cinque ore. Aveva modificato i motori o li “spingeva” di più? Non importa.

Il secondo motivo è che la portualità a volte non è adeguata: ad esempio banchina troppo bassa o troppo alta per l’attracco di nuove unità o altri motivi.
Terzo motivo nessun incentivo per indurre a viaggiare anche durante i periodi meno attraenti e non dico in pieno inverno ma in autunno ed in primavera. Le navi, intanto, viaggiano lo stesso e hanno gli stessi consumi sia che trasportino cinquanta 0 cento passeggeri! O sbaglio!?
Altri trasporti: aerei, ferrovie, cercano di incentivare attraverso varie promozioni. Perché? Ovvio: il treno o l’aereo devono viaggiare lo stesso, sia a pieno carico che con pochi passeggeri.
Altra domanda: qualora si attuassero degli sconti o delle promozioni, esse inciderebbero negativamente sul bilancio della Compagnia di Navigazione, a fronte di un ipotetico maggior numero di passeggeri? Penso di no.
Ad esempio un carnet di viaggi scontati in un determinato periodo dell’anno, escludendone altri! (così come avviene con i treni) Anzi probabilmente alcune persone, indotte dalla promozione, già in anticipo potrebbero versare nelle casse della Compagnia quanto dovuto.  Anche a loro “rischio e pericolo” perché potrebbero non partire più. Intanto la Compagnia ha… incassato! Questa iniziativa potrebbe anche essere un… flop! Ma quali sono i costi per la compagnia? La stampa di qualche carnet di viaggi a prezzo scontato! O forse subentra la burocrazia che allunga i tempi e succhia denaro? Ma forse il problema è un altro: in quelle stagioni, la recettività delle isole non è adeguata ad un eventuale maggior afflusso di viaggiatori!

Se la compagnia di navigazione fosse pubblica non è detto che le cose andrebbero meglio perché il disavanzo (se ci fosse) graverebbe su tutti i cittadini e non è detto neppure che si migliorerebbero i collegamenti a mano che non ci fosse un atteggiamento diverso da parte di chi gestisce il tutto. Ne abbiamo di esempi in altri settori! Anche qui vige la logica imprenditoriale.
Ben venga, a mio avviso, un Comitato permanente isolano, ma a condizione che possa agire e far sentire la sua voce a 360 gradi e soprattutto confrontarsi, fare proposte e mediare!

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