Attualità

Ultim’ora: c’è un giudice anche a Catania…

di Guido Del Gizzo

 

E’ giunta da poco la notizia che i Giudici – davvero con la maiuscola, questa volta – del tribunale di Catania hanno disposto l’immediato rilascio di quattro migranti tunisini, trattenuti nel centro di trattenimento di Pozzallo, in base al recente decreto del governo: la decisione è stata motivata dal mancato rispetto dell’art. 10 della nostra Costituzione e della Direttiva dell’UE n° 33 del 2013.

E’ una notizia dirompente per l’attuale governo: a naso, ci toccheranno dei commenti sull’inadeguatezza della nostra Carta e sui giudici politicizzati.
Il problema di quattro migranti in più, a spasso per le strade del nostro paese, resta tutto da risolvere, ovviamente: il Tribunale di Catania, però, ha chiarito che va affrontato in modo civile.
Che vuol dire, prima di tutto, restare civili, senza scorciatoie di fidejussioni assurde o periodi di detenzione camuffata di diciotto mesi.

Quello che è davvero in gioco, in questo tempo, non è la sopravvivenza della nostra “etnia” o delle nostre “radici”, ma il senso di civiltà alla base della nostra democrazia: è questo che dobbiamo difendere e la nostra Costituzione è lo strumento che ci siamo dati.

Sul tema dell’immigrazione, oltretutto, va fatto un vero esercizio di onestà intellettuale: il candore ipocrita che, di solito, accompagna le valutazioni universalmente positive sul metodo “Minniti”, disumano, brutale e vigliacco quanto possibile, vale quanto il cattivismo miserabile di questi giorni.
Nessuno però ha mai sollevato dubbi costituzionali sulla collaborazione con Gheddafi e la guardia costiera libica, colpevole, ancora in questi giorni, di atti orrendi, compiuti con l’impiego delle motovedette fornite dal nostro paese.

Mi sono spesso domandato cosa farebbero i Ponzesi, se dovessero affrontare il problema.
I marinai Ponzesi, come tutti i marinai, soccorrerebbero la gente in mare, se capitasse: non c’è dubbio.
E poi?
Se arrivassero dei migranti a Ponza?
I Ponzesi tornerebbero con la memoria a quando i migranti erano loro?
Difficile, i Ponzesi di oggi non ne sanno nulla.
Che succederebbe, dove potrebbero stare?
Rendere disponibile, al volo, la ex centrale SEP, svuotandola e attrezzandola?
Ripristinare in quattr’e quattr’otto il “Pallone” a Cala dell’Acqua?
E cosa potrebbero fare?

Beh, questa è semplice: circa 300 ha (ettari!) di terrazzamenti da ripristinare e rimettere in produzione, raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta super efficiente, solo per cominciare; poi la sentieristica sull’isola, tutte le manutenzioni possibili… sarebbe una mano santa.

Ma la domanda vera, poi, sarebbe un’altra: ai Ponzesi interessa davvero qualcosa dell’assetto idrogeologico dell’isola, della raccolta dei rifiuti, della sentieristica, delle manutenzioni?
Non ne ho idea.
Ma sarei molto curioso di saperlo.

***

Appendice del 3 ottobre 2023 (cfr. commento di Sandro Russo)

L’articolo di Carlo Galli su la Repubblica di oggi: Sgambetto a Montesquieu di Carlo Galli. La Repubblica 03.10.2023

 

8 Comments

8 Comments

  1. Guido Del Gizzo

    1 Ottobre 2023 at 11:04

    In tedesco, il verbo (zu) essen significa “mangiare”.
    Primo Levi racconta di come i carcerieri invece usassero, nei confronti degli internati nei campi, la parola fressen, che si usa per definire l’alimentazione degli animali.

    Primo Levi rifletteva sulla perdita di umanità, imposta alle vittime ma, in sostanza, condivisa dai carnefici: non ci si può ritenere umani e civili, comportandosi da aguzzini.
    Le parole sono importanti: indicano la conoscenza che abbiamo acquisito e, soprattutto, quello che non abbiamo imparato.
    “Nomina si nescis, deperit et cognitio rerum”: se non conosci i nomi, decade anche la conoscenza delle cose.
    Ricordare la massima di Linneo non è un vezzo da intellettuale, ma la coscienza di un dato di fatto che ci riguarda, drammaticamente, tutti.

    Andrea Giambruno è un ragazzotto di bella presenza, compagno della presidente del Consiglio e, per avventura, giornalista.
    Avrebbe dovuto imparare cosa sia la transumanza sui banchi di scuola, studiando D’Annunzio, o anche una semplice storia della pastorizia, ma quel giorno era assente: così ha usato il termine riferendosi ai disgraziati che si spostano da un paese, o da un continente, all’altro, alla ricerca di prospettive di vita.

    Andrea Giambruno non è un nazista e forse ha perfino letto Primo Levi, ma non ci ha capito nulla: banalmente, partecipa inconsapevole al fenomeno più pericoloso di questo tempo, che è quello di eliminare “per semplificazione” i principi elementari di civiltà.
    Come la frottola, raccontata ai quattro venti, che “avendo vinto la elezioni” si ha il mandato popolare per fare tutto e il contrario di tutto.
    Per fortuna, poi, ci sono i Giudici di Catania….

  2. Piero Vigorelli

    2 Ottobre 2023 at 20:38

    Vorrei poter dire al signor Guido Del Gizzo che a Catania NON c’è un giudice.
    A Catania c’è la dott.ssa Iolanda Apostolico, originaria di Cassino, che è una militante dell’estrema sinistra che di professione fa il magistrato.
    La dott.ssa, che sta vivendo il suo momento di gloria sinistra, è anche una “meschinedda” piuttosto vile perché, dopo aver tirato il sasso, ha nascosto la mano.
    Infatti si è affrettata a cancellare il suo profilo Facebook, per paura che si scoprissero le sue pulsioni politiche.
    Peccato, per costei, che alcuni giornalisti del Giornale e di Libero erano entrati nel suo profilo prima della cancellazione e hanno potuto scoprire i suoi collegamenti con le ONG Open Arms e Sea Watch, i suoi post per le manifestazioni di “Potere al popolo” (il cui slogan è: “Non siamo di sinistra, noi siamo comunisti”), o per quelle di Unione Popolare. Non manca il link con il deputato Soumahoro, che di accoglienza dei migranti se ne intende.
    Tra parentesi, il marito (o compagno) della dott.ssa, Massimo Mingrino, funzionario amministrativo al tribunale di Catania, è un militante di “Potere al popolo“.
    La dott.ssa Apostolico svela sui social quelle che sono le sue, legittime, idee personali e politiche.
    Ma queste non possono riversarsi in una sentenza, che ha rimesso in libera circolazione quattro tunisini entrati illegalmente in Italia.
    Costoro, fra l’altro, non sono dei poveri cristi, derelitti o perseguitati. Le “motivazioni” della loro fuga in Italia fanno ridere anche i polli: uno per fuggire alla famiglia dell’ex fidanzata che voleva lavare l’onore, un altro perché braccato dai cercatori di pepite d’oro in virtù delle linee delle mani indicatrici di ricchezza, un terzo perché inseguito dai creditori…
    Queste ridicole “motivazioni” rendono ancora più vergognosa la decisione politica della dott.ssa Apostolico.

  3. Guido Del Gizzo

    3 Ottobre 2023 at 05:48

    Caro Vigorelli,
    La convinzione che una legge sia immediatamente ed universalmente applicabile, solo perché proposta da un governo democraticamente eletto, è completamente estranea ai concetti di Stato di Diritto e separazione dei poteri, dalla Rivoluzione Francese in poi.
    Provare a sostenere il contrario, da parte sua o della sua parte politica, non porta comunque lontano.
    Per effetto della sentenza del Giudice di Catania, dal centro di trattenimento di Pozzallo non sono usciti solo i tre individui di cui parla lei, ma proprio tutti gli “ospiti trattenuti”: se i decreti sono scritti male, questo è il risultato.

    È una caratteristica di questo esecutivo, dal decreto “rave” in poi, quella di farsi prendere, figuratamente, “a pesci in faccia” perché delle norme scritte a favor di telecamere non reggono poi all’esame di legittimità.
    Sorprende che una persona del suo spessore sorvoli sulla questione centrale di questa faccenda: se un giudice ritiene che un decreto legge sia in contrasto con la Carta Costituzionale, non può consentirne l’applicazione…

    Se poi fossero vere tutte le informazioni raccolte sulla Giudice, e validi tutti i giudizi, assolutamente arbitrari, sulla sua moralità e terzietà, la situazione sarebbe ancora peggiore: perfino l’ultimo degli incompetenti sembrerebbe in grado di contrastare la “Politica della Nazione”… Stiamo messi bene!
    Ma le cose, per fortuna, non stanno come dice lei.

    La dott.ssa Apostolico ha un riferimento preciso, che, evidentemente, le sfugge: la Costituzione Italiana, appunto.

    Art.10 Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha il diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

    Art. 13 La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

    Il “copyright” non è di Open Arms, Sea Watch o Potere al popolo, come potrebbe sembrarle, ma dell’Assemblea Costituente eletta nel 1946, quando questo Paese scelse di ritornare ad essere una democrazia: e, già che c’era, decise anche che la solidarietà e il rifiuto della guerra fossero valori fondanti.
    La sentenza di Catania ci ricorda questo.

    Il Centro di Trattenimento di Pozzallo vuoto è un problema: ma, di sicuro, non può essere un metodo, né la soluzione.

  4. Sandro Russo

    3 Ottobre 2023 at 07:02

    Sul politologo Carlo Galli abbiamo pubblicato recentemente sul sito l’interessante recensione che ha fatto Ezio Mauro del suo ultimo libro, in questo articolo:
    https://www.ponzaracconta.it/2023/09/26/lezioni-di-politica-4-la-democrazia-ha-concluso-il-suo-ciclo/
    Mi ha colpito che a proposito della vicenda dei migranti di Catania, Galli abbia espresso gli stessi concetti (e usato quasi le stesse parole) con cui Guido Del Gizzo ha ribattuto a Vigorelli, nei due commenti pubblicati sul sito. Sembrerebbe che ne sia stato addirittura ispirato. Solo che la risposta di del Gizzo è stata immediata: ricevuta sulla Posta del sito alle h. 23,33 di ieri, prima che de la Repubblica uscisse anche la versione on-line.
    “Un’idea che va contro la tradizione moderna della democrazia costituzionale: a partire da Montesquieu e da Locke è stata operata una distinzione profonda fra le funzioni della sovranità, che non è mai tutta intera presso alcuna istituzione: una democrazia vive di equilibri, e di contrasti regolati, fra legislativo, esecutivo e giudiziario. Senza il momento elettorale, certo, non c’è democrazia; ma le elezioni, da sole, non bastano a definire una democrazia compiuta né a legittimare la superiorità dell’esecutivo”.

    L’articolo di Carlo Galli, su la Repubblica di oggi 3 ottobre in edicola (pag. 32) in file .pdf nell’articolo di base

  5. Piero Vigorelli

    3 Ottobre 2023 at 15:42

    Distinto signor Guido Del Gizzo, voi sinistri vi rifugiate sempre sotto l’ombrello della “Costituzione più bella del mondo” quando non avete altri ragionevoli argomenti per argomentare.
    Lei cita il comma dell’art. 10 della Costituzione sul diritto d’asilo, sbandierato dal giudice Iolanda Apostolico a sua difesa.
    Ma la legge fondamentale dello Stato italiano riserva il diritto d’asilo allo “straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana”. Il diritto d’asilo è quindi riservato ai soli perseguitati (politici, religiosi, razziali), com’è sacrosanto che sia.
    Nel caso della dott.ssa Apostolico, al contrario, mi pare che non rientrino nella fattispecie del diritto d’asilo il tunisino inseguito dai genitori dell’ex fidanzata, o il tunisino che è scappato dai creditori che ha turlupinato, oppure il tunisino che i cercatori d’oro tunisini vorrebbero ingaggiare per le sue doti rabdomantiche…
    Perseguitati a quale titolo?
    Più che garantire ai tre tunisini il diritto d’asilo, lo Stato italiano ha il dovere di espellere i tre clandestini a cui dà vitto e alloggio, con l’aiutino della dott.ssa Apostolico.
    In secondo luogo, mi piace sempre ricordare una massima del Giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia nel settembre 1990, che la Chiesa ha proclamato beato sulla base di una guarigione miracolosa ad una Signora la cui storia ho raccontato in una mia trasmissione televisiva.
    Livatino sosteneva che un giudice non deve solo essere, ma anche apparire imparziale.
    Lo diceva nel 1984, quando ancora non esistevano i social (Facebook in italiano è nato nel 2008).
    Ora, si da il caso che la dott.ssa Apostolico non nascondesse affatto le sue idee politiche sui social, in materia di immigrazione a tutto spiano, di condivisioni delle tesi estremiste del gruppuscolo Potere al popolo, di Rifondazione comunista, di condanna delle posizioni sui migranti degli ex ministri dell’Interno Minniti e Salvini, e così via cantando l’Internazionale o Bandiera rossa.
    Si da anche il caso che nelle linee deontologiche per i giudici stilate dal Consiglio d’Europa si sostiene che i giudici dovrebbero astenersi nel fare commenti e nei like, perché potrebbero compromettere la fiducia dei cittadini sulla loro imparzialità.
    Lo ha ricordato stamane anche il giudice Luciano Violante, che è stato Presidente della Camera dei Deputati e che è stato eletto dal Pci.
    Ed allora, con quale imparzialità la dott.ssa Apostolico che si è dichiarata pubblicamente paladina della immigrazione senza regole e controlli, può pronunciarsi su un decreto legge anti-sbarchi?
    E’ normale che un giudice possa sentenziare su una materia che da anni lo vede pubblicamente esposto?
    Questa è solo giustizia politica, che non è parente della Giustizia.
    Aggiungo – a Sandro Russo e a Del Gizzo che me lo attribuiscono – che non metto in causa la divisione dei poteri.
    Se si vuol fare politica in libertà, si fa politica e si concorre alle libere elezioni.
    Se si vuole fare il magistrato, si fa il magistrato che applica le leggi, non che le redige.
    Proprio la divisione dei poteri non consente di fare politica e legislazione, facendo il magistrato.

  6. Guido Del Gizzo

    3 Ottobre 2023 at 20:59

    Caro Vigorelli,
    Visto che mi ha preso di mira, le rispondo volentieri.
    Vedersi dare del ”sinistro” da un ex-craxiano – mi potrei davvero sbizzarrire – fa decisamente sorridere: che dice, restiamo nell’ambito delle buone maniere?

    Per ritornare alla nostra discussione, il punto centrale non è quanto la giudice sia dichiaratamente di sinistra (diamo per scontato che lo sia, anche se le indagini di Libero o del Giornale non mi sembrano la Bibbia), oppure quanto i tre immigrati siano dei delinquenti (ma non sono stati né internati, né rilasciati, in considerazione della loro fedina penale, che non era, né doveva, in quella sede, essere oggetto di esame).
    L’ordinanza ha stabilito che, sulla base delle norme vigenti, nessun richiedente asilo può essere privato della libertà personale, d’ufficio e se serve fino a 18 mesi, in quel centro di trattenimento: delinquente, chierichetto, prostituta, pedofilo, santo o panettiere che sia, si valuta dopo e nessuno, credo, immagina che si tratti di un insieme di individui senza macchia e senza paura.
    Soprattutto, ha chiarito che il trattenimento illegale dei migranti non è un’opzione prevista dalla nostra Costituzione e , ancora più significativamente, che non è una soluzione.
    Infatti, nel Centro, a quest’ora, non c’è rimasto nessuno, e questo è il problema da risolvere.

    La giudice ha inopportunamente – sono del tutto d’accordo – manifestato le proprie opinioni politiche in modo esplicito? È un tema sul quale non perderei tempo e sa benissimo che, se volessimo, potremmo stare a discutere sull’etica costituzionale dei funzionari pubblici, fino allo sfinimento: abbiamo avuto un Presidente della Repubblica che era stato il principale referente di una struttura segreta, “Stay Behind”, costituita per contrastare, con le armi, l’eventuale successo delle sinistre nel nostro Paese, ricorda?

    Senza scomodare i miracoli del compianto giudice Livatino, è dal 51 a.C., dal divorzio di Cesare da Pompea, che si pone il problema che non basta essere, ma anche sembrare onesti: la famosa vicenda della moglie di Cesare.
    E ho visto anch’io l’intervista di Luciano Violante, per il quale non ho mai nutrito grande simpatia, che quest’oggi ha dichiarato:
    “Non credo che sia opportuno che un magistrato scriva le sue opinioni nei confronti del governo su Facebook”.
    Però poi ha aggiunto, a proposito della reazione del governo (ma lei ha dimenticato di citarlo) che:
    “Lo scontro tra potere politico e magistratura riguarda tutte le democrazie. È inevitabile perché in democrazia la politica fa le regole, ma chi controlla l’attuazione delle regole è un altro soggetto. Avrei preferito un atteggiamento meno muscolare”.

    Il problema, per lei, è che la nostra civiltà, quella che abbiamo cercato di ampliare con la CEE prima e con l’UE adesso, ci impone la ricerca di soluzioni solidali e non punitive nei confronti di chiede asilo e accetta il rischio di morire in mare, per cercarlo.
    Infine, è irrilevante quanto piaccia la nostra Costituzione a quelli come me ( a me piace moltissimo) , o quanto dispiaccia a quelli come lei (non lo so).
    Il problema, caro Vigorelli, è che quelli come lei non hanno ancora capito a che serve.

    Al piacere di reicontrarla di persona,
    Con viva cordialità
    Guido Del Gizzo

  7. Sandro Russo

    3 Ottobre 2023 at 22:06

    Sottoscriverei subito e incondizionatamente la risposta che Del Gizzo ha appena dato a Vigorelli se non fosse che mi è restato il ricordo, da quando giocavo a pallone, che esiste un fallo detto tra noi del “due contro uno” (avrà anche un nome più tecnico, ma ora non lo ricordo) e noi redattori di Ponzaracconta tendiamo ad essere sportivi e “sinistramente” leali.
    Volevo solo riportare l’attenzione – prima di cominciare a disquisire delle preferenze sessuali della giudice che ha preso la contestata decisione (perché di questo passo a quello si arriverà, se non è già accaduto sui famosi social) – al vero problema, di cui nessuno ha ancora la soluzione, che è quello di arginare in qualche modo l’emergenza migranti. Non la povera premier che si è trovata la patata bollente tra le mani e si barcamena come può, anche con un occhio allo “sgomitante” Salvini; non l’Unione Europea, né tantomeno i singoli paesi che la compongono (da considerare separatamente la Francia e la Germania; i cugini di (s)ventura Spagna e Grecia; e i “convitati di pietra” Polonia e Ungheria. Tutti come i polli di Renzo di manzoniana memoria, intenti a beccarsi tra loro, anche nel momento della massima emergenza. Il comune buon senso si aspetterebbe dai politici europei e nazionali un maggior pragmatismo e un lavoro più serio sulla “mitigazione del danno”, ma con un occhio – come spesso sottolineato su queste pagine – all’umanità. Per favore focalizziamo sui fatti importanti perché sono “persone”, uomini-donne-bambini, quelle che continuano a morire affogate nel nostro mare.

  8. Biagio Vitiello

    4 Ottobre 2023 at 07:40

    Buongiorno, ho letto la “querelle” su Ponzaracconta tra Del Gizzo e Vigorelli:… Ma è mai possibile che le dichiarazioni di Vannacci abbiano destato tanto clamore a sinistra, mentre sui post del pensiero politico della giudice (che lei ha subito rimosso) ,gli stessi tendono a minimizzare? Non sarebbe corretto dire che – chi più e chi meno – hanno sbagliato entrambi?
    Mannaggia, non voglio passare per il difensore di Vigorelli…

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