Ambiente e Natura

Epicrisi 256. La biblioteca di Babele

di Sandro Russo

 .

È opinione comune che per comprendere le cose, sia necessario guardarle dalla “giusta distanza”; non troppo coinvolti in esse; in qualche modo dall’esterno. Così come è solo dal futuro che si riesce a mettere in un ordine logico e ordinato una sequela di eventi del passato, evidentemente del tutto confusi mentre li si viveva.
Quindi “una presa di distanza” oppure, come alternativa, essere dotati di “visione”, la dote rarissima negli uomini, di percepire le cose prima che siano chiare, prima che accadano.
Senza dubbi, uno dei più grandi visionari del Novecento è lo scrittore argentino Jorge Luis Borges.

Come con solo pochi altri scrittori accade, la lettura delle sue novelle apre sprazzi di comprensione, la sensazione di star sul punto di scoprire la verità e subito dopo quella si sottrae e diviene di nuovo inafferrabile. Mi riferisco in particolare a una raccolta di scritti pubblicata nel 1944 intitolata Finzioni. Tra di essi soprattutto: Il giardino dei sentieri che si biforcano e La biblioteca di Babele.

È proprio quest’ultima novella breve che mi è venuta alla mente considerando la quantità e varietà di scritti comparsi nell’ultima settimana sul sito. Una affascinante e in parte incomprensibile bottega delle meraviglie; ciascun pezzo (o gruppi di scritti) dotato di vita propria, di difficile amalgama con gli altri in un insieme che abbia senso.

Maurits Cornelis Escher. Relatività. 1953

Per affrontare la confusione, mettiamoci dunque in viaggio tra gli articoli della settimana, dal generale al particolare… e cominciamo dalla lettera “A”.

A, come Africa (leggi qui e qui) nello scritto di Dante Taddia. Alla fine del secondo è stata aggiunta una sommaria antologia di articoli del sito che negli anni hanno raccontato il grande continente.
Ho scritto tempo fa anch’io dell’Africa (leggi qui) e del dolore che mi procura il solo pensiero: “il mio sentimento prevalente, è la perdita della speranza. Impossibile da vincere, pesante da sostenere”.
Ogni volta leggo le cronache di Dante nella speranza di lenire questa pena. Raramente mi accade.

A come Antartide in cui Isidoro Feola ci informa della missione scientifica tra i ghiacci del polo Sud di Chiara Tartarello. Particolare curioso: è l’articolo che nella settimana ha avuto più accessi sul sito: oltre 1500 a tutt’oggi. Potenza della curiosità di sapere “a chi appartiene” questa giovane studiosa, come si è chiesto appunto Silverio Lamonica nel suo commento (…e non solo lui!).

“A” ancora come Almar’à, l’orchestra di donne del Mediterraneo, che è meritevole di ascolto e di visione per svariati motivi (espressi nell’articolo).

Il tema della settimana su Ponzaracconta è stato sicuramente la ricorrenza dell’Immacolata – la processione mattutina degli uomini si starà svolgendo proprio in queste ore, in contemporanea con la preparazione/pubblicazione di questa Epicrisi – protagonista con ben sei articoli di Franco De Luca e Tonino Esposito [digitare – Immacolata – nel riquadro “Cerca nel sito”, in Frontespizio].
È una tradizione molto bella, cui anch’io ho partecipato qualche anno fa.

Nata dalla fantasia e dalla devozione di un sol uomo – ’u parrecchiane Luigi Dies, pastore di anime della comunità ponzese in anni cruciali – ha formato un’intera generazione – quella degli attuali giuvene d’a ’Mmaculata – che ne hanno fatto un rito identitario, una cerimonia di riconoscimento e di vicinanza. In parte per fede; ma in parte maggiore – credo – in memoria della gioventù trascorsa insieme e del tempo passato.
Ricordo in proposito queste bellissime parole apposte sulla lapide d’u parecchiane, nella cappelletta del Cimitero di Ponza (il cui Autore è del tutto riconoscibile): “A chi ha dato alla nostra fede un volto, alla voce un canto, alla giovinezza un senso. Un ricordo perenne”.

Santo chiama Santo, e prima dell’Immacolata (l’8 dicembre), è venuta Santa Barbara (la ricorrenza è il 4 dicembre), protettrice dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare e invocata da tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco e con le morti violente improvvise come gli artiglieri, gli artificieri, ma anche campanari, muratori e ombrellai”. 

Per analogia segnaliamo pure l’inizio dei festeggiamenti natalizi al Santa Maria Village (riportato come fotoracconto di Rossano Di Loreto).

Ancora Ponza protagonista ne La stradina (dimenticata?) per il faro della Guardia

e con I consigli sulle parracine, ancora di Dante Taddia.

Mentre con Ponza c’entra e non c’entra il sig. Ponza, il protagonista dell’opera teatrale “Così è se vi pare” di Pirandello; così come le fototrappole per stanare gli incivili che lasciano rifiuti ed altri ingombranti per strada, che sono state applicate a Latina e non a Ponza ma, come dice Enzo Di Fazio nel suo commento, potrebbero arrivare anche nella nostra isola, visto che con le buone non si riesce a venire a capo del problema.
E infine possiamo considerare facente parte dell’universo ponzese anche Il paguro Bernardo.

Altri articoli di rilievo della settimana, i confetti rossi per Carlotta Monti (e qualche settimana prima c’erano stati quelli per Fabiana Arrigo).

Pioggia di confetti che aveva dato la stura alla serie di comizi di Vincenzo contro il neo-liberismo; o forse, l’altra occasione era stato il tono politicizzato di “Una canzone per la domenica” con cui Enzo Di Fazio aveva presentato “Destra e Sinistra” di Giorgio Gaber. O anche il tentativo di Franco De Luca di legare i “massimi sistemi” economici alla realtà ponzese in: Riflessione generale su questioni locali (e commenti correlati).
Abbiamo perfino tentato come redazione di esporre il tema nella maniera più rigorosa, possibile con un articolo dalla stampa nazionale (si sperava super-partes) come Non c’è economia senza diritti.
Intendiamoci: qui voglio anche ringraziare Vincenzo che suscita e rinfocola il dibattito sul sito; quel che non condivido è il proselitismo da crociata, il tono accusatorio di chi ha scoperto il complotto alla radice di tutti i mali e in base a quella sicurezza nega la pluralità delle opinioni. Mi viene come un’allergia per assonanza con altre ossessioni, dalle scie chimiche alla campagna anti–vaccini, dal complotto demo-pluto-giudaico-massonico allo Stato imperialista delle multinazionali. Come se non fossimo tutti consapevoli delle disuguaglianze sociali e della situazione potenzialmente esplosiva di molti paesi al mondo (non esclusa l’Italia e perfino Ponza!).


Direi che si è qui per capire – vediamo, leggiamo e cerchiamo di capire -, soprattutto per cercare soluzioni e possibili alternative, ma per far questo le argomentazioni e i termini devono essere chiari. Senza forzare il significato delle parole e mirando a convincere, più che a vincere la tenzone dialettica. Perché votare Salvini o Zingaretti non può essere la stessa cosa (con la motivazione che sono entrambi neo-liberisti?). Perché non è vero che Trump ha capito tutto (non hanno capito niente quelli che l’hanno votato e rischiano di portarci verso in rovina).

Da qui, se non si era capito, il pensiero della Biblioteca di Babele; di informazioni e chiavi che ci sono, ma non aprono nessuna porta; nessuno disposto a lasciarsi segnare dalla craunella, come muro bianco….

Buona festa dell’Immacolata e buona domenica

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    8 Dicembre 2019 at 09:27

    Bello, caro Sandro, lo spunto “della Biblioteca di Babele”: immenso luogo dove viene conservato l’enorme sapere dell’uomo.

    Uno spazio: “E’ un universo di torri “stellate” esagonali, la cui sezione è una specie di fiocco di neve”

    I volumi: “La biblioteca risulta essere composta da un numero sterminato di volumi, talmente alto da sembrare infinito, ma tale numero non è infinito..”

    Consideriamo solo i volumi sensati: ci troviamo comunque di fronte a un’idea paradossale: la quantità di cose esprimibili non è infinita!

    La Storia: i libri di storia del passato e del presente sono tutti già impilati nella biblioteca, quelli del futuro no, ma i caratteri con cui verranno scritti probabilmente saranno uguali a quelli già presenti. “Se la biblioteca contiene tutte le combinazioni possibili dei caratteri non dovrebbe contenere anche quel volume?”

    Ma le idee, i sogni, i bisogni, i desideri umani ci sono in questa Biblioteca?

    C’è chi ha dei sogni e li sta realizzando e questi sono l’1% della popolazione mondiale.
    In che modo? Imponendo le loro idee economiche e politiche!
    Ma questo è già successo nella storia?
    Forse… questo libro di Storia non c’è in Biblioteca perché deve essere ancora scritto?

    Andiamo in biblioteca per cercare di capire!
    E dopo aver cercato abbiamo dei dubbi però ci facciamo guidare da un ragionamento: “non tutte le idee sono buone, appunto, e allora il pensiero serve a capire, a distinguere quelle buone da quelle cattive, quelle che uniscono e quelle che dividono, quelle che servono a molti e quelle che servono a pochi, quelle che rinforzano i privilegi e quelle che li abbattono.”
    Ma qui è palese la conclusione: l’1% che decide sta imbrogliando il 99% che subisce!

    Ma che cosa dici Vincenzo: “questi Neoliberisti hanno vinto contro i Comunisti, hanno vinto la lotta di classe per cui stanno nella ragione. L’economia di mercato è quella giusta crea benessere per tutti, si autoregola…
    Tu cerchi fantasmi, non c’è nessuno che vuole la fine delle democrazie. La tecnocrazia è uno strumento che serve all’umanità per funzionare meglio: stai tranquillo!”

    Voglio concludere con le parole del ‘vostro’ Michele Serra:
    “In realtà ho dei dubbi, perché l'”economia”, se è teoria economica è pur fatta di idee, e se invece è intesa come insieme di forze e rapporti di forze sono sempre forze umane e rapporti fra umani. “I mercati” sono comunque insieme di uomini pensanti. I macchinari e i robot sono comunque progettati e usati da umani pensanti. La terra produce se viene coltivata, i soldi si moltiplicano se c’è qualcuno che li investe in un modo piuttosto che in un altro; ci sono idee anche dietro le imprese industriali.
    E in fondo Marx non ha mai detto che le idee sono false, ha detto che le idee possono essere usate in modo falso se non sono utilizzate consapevolmente, se agiscono travestite da altre cose”.

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