Turismo

Ponza, Pnrr e recupero acque di riuso. Trasformare una debolezza in risorsa

di Tonino Impagliazzo

 

ln località Giancos in Ponza è dislocato un impianto per il trattamento dei reflui urbani provenienti dal Centro storico, dagli Scotti, dalla Dragonara, dalla Panoramica, da sopra Giancos e da Santa Maria.

L’impianto comprende una rete di adduzione, una rete di raccolta, un impianto per la depurazione che, se progettato in maniera mirata e adeguata, potrà realizzare sull’isola un “ciclo idrico integrato” che conduce all’economia circolare, al recupero delle acque di riuso e verso una tutela efficace dell’ambiente.

Il recupero delle acque di riuso ha lo scopo di fornire all’ambiente urbano ed ai cittadini un valore aggiunto, agevolando economicamente le attività produttive e commerciali dell’isola, tutelando gli ecosistemi marini e del “sotto-costa”, rilanciando i prodotti agricoli del territorio, promuovendo la vivaistica, dotando il Centro Rifiuti (zona Monte Pagliaro) di risorse idriche per la igienizzazione dei cassonetti, traducendo il tutto in un miglioramento dell’isola sia dal punto di vista della vivibilità che del decoro.

Il recupero dell’acqua di riuso è un tema che appartiene non soltanto all’Ente Gestore ma anche ai cittadini, perché se un tempo l’acqua assegnata alle isole aveva la funzione di soddisfare unicamente “una esigenza umana”, attualmente essa può determinare un valore aggiunto per l’economia dell’isola, per la tutela dell’ambiente, per gli ecosistemi e per la biodiversità terrestre e marina, qualità che, dotando l’isola di maggiore forza propulsiva nell’offerta turistica, non possono essere sottaciute.

Per le ragioni sopra esposte, il riuso dell’acqua deve ritenersi per l’isola di Ponza una risorsa per la gestione “sostenibile dell’ambiente insulare” nell’ambito dello scenario di una Economia Circolare Integrata.

I cittadini dell’isola, a tal fine chiedono a gran voce ad Acqualatina che siano immessi in mare unicamente “acqua in Tabella “B” o “acqua di riuso”, e non reflui urbani non sufficientemente trattati perché distruggono praterie di vegetali con la conseguenza di rendere il mare di Ponza simile ad un pascolo malato e atrofizzato.

A coloro che scelgono l’isola come luogo per la vacanza non possiamo offrire un sistema di trattamento reflui che diffonde nell’aria odori puteolenti che, propagandosi ai battelli ancorati ai pontili o in ormeggio libero, invadono le attività commerciali dislocate nelle zone limitrofe, gli arenili e le abitazioni dislocate nella zona fino ad arrivare al Centro Urbano dell’isola. Ne va della dignità dell’isola e della salvaguardia della sua immagine.

A tal proposito è opportuno mettere in luce che:
– l’attuale impianto destinato al trattamento dei Reflui Urbani, ubicato in località “Giancos”, utilizza  ancora un “Trattamento a insufflazione” realizzato nei primi anni ’80,  largamente superato e poco efficace;

– l’impianto realizzato negli anni ’80 fu calibrato per una presenza sull’isola di circa 2.500/3.500 abitanti mentre attualmente Ponza registra, nei periodi estivi, una presenza turistica che arriva fino a 30/35.000 persone.

– l’attuale l’impianto a insufflazione non risulta adeguato ai  quantitativi  da trattare ed  alla diversità dei prodotti presenti nei reflui per ottenere un’acqua  in  linea con la normativa vigente e la pubblica utilità.

– l’impianto per il trattamento dei reflui urbani a insufflazione attualmente non contempla la diversità dei prodotti  chimici che trasferiscono all’acqua sostanze tossico-nocive, derivanti da metalli leggeri quali potassio, mercurio, cromo, sodio, oli esausti, etc. ed altri che recano pregiudizio alla vita del mare, importante nascondiglio e snodo per numerosi avannotti.

Un refluo scarsamente trattato determina la distruzione degli habitat marini sottraendo ossigeno al mare e immettendo sostanze nocive come nitrati e potassi, compromettendo così la sopravvivenza delle praterie di vegetali e delle specie ittiche di prima grandezza (avannotteria) che rappresentano l’anello primario della catena vivente del sotto-costa.

La depurazione dei Reflui Urbani è un “biglietto da  visita” da spendere nell’immediato e non può essere accantonato perché già oggi l’isola vanta numerose presenze di “alto bordo”, personaggi dello spettacolo, dell’arte, della moda e dell’industria nazionale e internazionale.

Quale depurazione? (Sistemi Biologici a Membrane)

Premesso e ritenuto che sia poco noto:
– l’esatto quantitativo di refluo urbano che viene prodotto giornalmente sull’isola, nonché la “natura chimica del refluo” nella composizione chimica attuale, è opportuno:

  • aprire un ventaglio di ipotesi per “un impianto tipo” da installare sull’ isola di Ponza che definisca l’isola, in relazione alle scelte turistiche da privilegiare, in quota a “patrimonio dell’umanità”;
  • che l’impianto riservi una quota rilevante al “riuso dell’acqua” per la qualità e la bontà del trattamento che devono porsi in sintonia con i parametri della “sostenibilità ambientale” sia terrestre che marina.

In detto ambito si sottolinea l’intenzione di suggerire, come progettualità integrata attraverso  il  “trattamento in  MBR”(Sistemi biologici a membrana – Membrane Bio Reactor):

  1. a) un impianto di Mini Digestione Anaerobica ad alta efficienza con controllo delle alimentazioni allo scopo di ottenere un ammendante di qualità;
  2. b) una produzione di acqua in Tabella A – intendendo come tale acqua da bere o acqua di riuso – ottenuta dal “Trattamento MBR.“ (Sistemi biologici a membrana e/o altra opzione da verificare con esperti di settore), riservando e destinando l’eventuale trattamento dei fanghi attivi residuali al Centro Fanghi Attivi della Società Acqualatina, in Formia.

Una scelta tecnica questa che sarà capace di accrescere la qualità dell’offerta turistica in un territorio ricco di risorse e di elevate potenzialità.

Una scelta tecnica che potrà consentire il ripristino delle vecchie cisterne sottostanti le abitazioni e la realizzazione di serbatoi (almeno 3 da 2/4.000 mc°- cad.) per l’accumulo dell’acqua di riuso, allo scopo di garantire continuità e sufficiente capacità di riserva.

Va realizzato inoltre un “Piano Nuovo” di Rete Idrica Urbana e rurale per completare e soddisfare le esigenze più diverse.

I cittadini devono farsi carico che l’acqua del mare che circonda l’isola sia tutelata e non deturpata da scelte poco trasparenti e che la produzione di acqua destinata all’uso umano ricerchi soluzioni meno inquinanti e più compatibili con l’ambiente.

Per le ragioni sopra esposte è opportuno suggerire e chiedere ad Acqualatina l’apertura di un “Tavolo di concertazione” tra l’Ente Comune e la Società delegata alla gestione per attuare un’azione ben coordinata e finalizzata all’utilizzo delle opportunità offerte dal Pnrr e al soddisfacimento delle esigenze del territorio.

1 Comment

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  1. Luisa Guarino

    14 Marzo 2022 at 16:43

    Ho un conto aperto con il depuratore di Giancos. Lo detesto. Anche se lui, né nessun altro finora, lo sa. Prima che venisse costruito infatti avevo l’abitudine in tarda mattinata di sedermi tra la diga e gli scogli con sulla destra Frisio: leggevo i giornali con una brezza costante anche nei giorni più caldi, assistevo all’arrivo di navi e aliscafi che scandivano l’orario senza bisogno dell’orologio, qualche volta incontravo amici e conoscenti di passaggio, scendevo in mare per fare una nuotata verso la Marinella dei morti, mi facevo tentare da una pastarella, dalla pizza e da una bibita della Russielle.
    Insomma… un piccolo paradiso nel paradiso. Mi direte: ma anche oggi lo puoi fare lo stesso, grazie alla spiaggetta resa ospitale da Giacomino e la sua famiglia.
    Sì d’accordo. Ma non è la stessa cosa. E poi lì si stava in una posizione più alta, non ci si sporcava di sabbia. E soprattutto non c’era il fetore di oggi.
    Proprio per tutti questi motivi pretendo che questo benedetto depuratore quanto meno funzioni al meglio e non crei ulteriori problemi alla mia isola invece di migliorane le condizioni.

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