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2021. Ottant’anni dal Manifesto di Ventotene (1981-2021)

di Tonino Impagliazzo 

 

per la prima parte
[2021. Ottant’anni dal Manifesto di Ventotene (1941-1981) – (leggi qui [1])]

 

Nel 1981 Altiero Spinelli ritornò sull’isola di Ventotene, insieme ad un gruppo di federalisti e dirigenti del MFE, per commemorare il 40° anniversario del “Manifesto”.

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I lavori si svolsero nella sala consiliare del Forte Torre sito in Piazza Castello sulla quale si affacciava l’abitazione di Silverio Gargiulo concessa in fitto, nel periodo del confino, ad Eugenio Colorni e Ursula Hirschmann. Era quello il luogo in cui fu elaborato e scritto il “Manifesto per una Europa libera e unita”.

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Riconoscibili in prima fila a partire da sinistra: con gli occhiali scuri
Ursula Hirschmann, il prefetto Orefice,
il Colonnello dei Carabinieri di Latina, Ada Rossi (moglie di Ernesto Rossi)
e, con il pizzetto, Luciano Bolis (anche lui confinato ai tempi di A. Spinelli
e oggi seppellito a Ventotene)

Terminati i lavori, i partecipanti si portarono al Ristorante per una colazione di lavoro offerta dal Comune di Ventotene, ma non appena vi giunsero la nave che li aveva portati comunicò con una serie di fischi prolungati che sarebbe partita in anticipo per le mutate condizioni del tempo. La cosa determinò scompiglio tra i presenti inducendoli a preparare con urgenza i bagagli e raggiungere in fretta il porto.

Negli anni di soggiorno a Sabaudia Spinelli e Ursula avvertirono la necessità di riconciliarsi con l’isola di Ventotene, luogo simbolo dov’era maturata la consapevolezza di un progetto sublime e, quindi, luogo da consegnare alla storia.

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Nel libro, “Come ho tentato di diventare saggio” al capitolo decimo (Ventotene, 1939-1943) così si legge:
“Quegli anni in quell’isola sono ancora oggi presenti in me con la pienezza che hanno solo i momenti ed i luoghi nei quali si compie quella misteriosa cosa che i cristiani chiamano elezione” e poi ancora “ … compresi… che in quegli anni in quel luogo nacqui una seconda volta, che il mio destino fu allora segnato, che io assentii ad esso e che la mia vera vita, quella che sto ora portando a termine, cominciò.

Fu allora (era il 1981) che Altiero Spinelli suggerì che Ventotene diventasse sede di iniziative di formazione federalista, essendo stato il luogo dove, assieme ad  E. Colorni ed E. Rossi, avevano lanciato la proposta politica per una ”Federazione degli Stati Europei”.

Nel 1982 la Regione Lazio, autorizzò il primo “Seminario federalista” sperimentale, diventando l’anno successivo definitivo, articolato in due sezioni: una italiana (Regione Lazio e altre Regioni) per un numero complessivo di circa 80 partecipanti ed una europea con studenti provenienti da diversi Stati dell’Europa per circa 40 partecipanti.
Nello stesso periodo venne consentita la partecipazione in audizione a federalisti simpatizzanti provenienti da vari paesi “extra Europei”, come la Russia, l’India , o appartenenti all’Africa o ai Federalisti Mondialisti.

La partecipazione di alcuni docenti universitari di Mosca (1985-1990), portò sull’isola anche la Ministra della Cultura delle Repubbliche Sovietiche (anno 1988- periodo Gorbaciov), la quale espresse un giudizio positivo sull’ organizzazione dei seminari di “formazione federalista” e considerò di massimo interesse l’iniziativa per una “Confederazione Federalista per le Repubbliche sovietiche”, sul modello del “Manifesto di Ventotene”.
Negli anni 1990-91 Gorbaciov, nella faticosa, difficile e contrastata transizione liberale, affermò che l’Europa doveva considerarsi “casa comune anche per la Russia“.

Ricordo che Luigi Einaudi, nel libro “per l’Unità politica europea” così scrive:
“Vano è predicare pace e concordia, quando alle porte urge Annibale, quando negli animi di troppi Europei tornano a fiammeggiare le passioni nazionalistiche. Non basta predicare gli Stati Uniti di Europa ed indire congressi di Parlamentari. Quel che importa è che i parlamentari di questi minuscoli Stati i quali propongono la divisa Europea, rinuncino ad una parte della loro sovranità a pro di un parlamento nel quale siano rappresentati, in una camera elettiva, direttamente i popoli europei nella loro unità, senza distinzione fra Stato e Stato ed in proporzione al numero degli abitanti, e nella camera degli Stati siano rappresentati, a parità di numero, i singoli Stati”

Fu nel 1984 che Spinelli ottenne il miglior risultato dell’azione politica da lui condotta nel Parlamento Europeo, con il voto del parlamento a favore del “Progetto di Trattato di istituzione dell’Unione Europea” (14 febbraio 1984), ma nel 1986, gli appartenenti al “Club del Coccodrillo” (club privato) con il consenso dei governi nazionali, accantonarono il “Progetto di Istituzione dell’Unione Europea ” per adottare (febbraio 1986) l’ “Atto Unico Europeo”, che Spinelli apostrofò definendolo come “la montagna che ha partorito un topolino“.

Ventotene – 05 settembre 1986 (giornata commemorativa della morte di A. Spinelli)

Altiero Spinelli muore a Roma il 23 maggio 1986 ed avendo indicato che le sue ceneri fossero trasferite nel cimitero di Ventotene (“Le ceneri di Altiero Spinelli a Ventotene” [5]Ponzaracconta, 21 febbraio 2017), il Comune, su suggerimento di Ursula, scelse il 5 settembre 1986 come giornata commemorativa in suo onore.
Presenti alla cerimonia i rappresentanti del Movimento Federalista, dell’Istituto A. Spinelli , dell’AICCRE, della Regione Lazio e della Provincia di Latina. C’era anche la figlia Barbara, il Prefetto di Latina Orefice, Ada Rossi, Luciano Bolis e numerose Autorità civili e militari, nonché i partecipanti al Seminario federalista di Ventotene e moltissimi cittadini dell’isola.

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Barbara Spinelli  alla tomba del padre

La collina di “Punta Eolo” sull’ isola di Ventotene, dove riposano attualmente le ceneri di Altiero Spinelli, è associata a luogo Omerico, sacro alla libertà del mondo, che Spinelli stesso scelse come ultima dimora.
In un passaggio del libro “Come ho tentato di diventare saggio” si legge:
“… per questo motivo sono tornato più volte a Ventotene, quasi in pellegrinaggio , con Ursula e con gli amici federalisti vecchi e giovani, e vagheggio che le ceneri mie e di Ursula siano portate a Ventotene e di lì sparse dal vento sull’isola e sul mare“
Intervennero alla cerimonia, a ricordo dell’uomo e del personaggio, Beniamino Verde, sindaco di Ventotene, Gianfranco Martini, Segretario generale AICCRE, Gabriele Panizzi, Vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Sebastiano Montali, Presidente Regione Lazio, Antonio Signore, Presidente Provincia di Latina e Gino Majocchi, Segretario Naz.le del MFE .

Ventotene – 07 settembre 1991 – (50° Ann. del Manifesto di Ventotene)

Il Presidente del Senato Giovanni Spadolini, su invito del Presidente della Regione Lazio, accettò di commemorare sull’isola il 50° Anniversario del Manifesto di Ventotene, scritto in questo luogo di “Confino” nell’anno 1941 da alcuni confinati politici che la polizia fascista puntigliosamente individuava e toglieva dalla circolazione.

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Beniamino Verde e Giovanni Spadolini



I Paesi dell’Europa, memori delle guerre scatenate dal nazionalismo nazifascista, negli anni successivi non tardarono ad elevare le loro parole in favore di un continente unificato e di una “federazione Europea”, come unica soluzione alle degenerazioni del nazionalismo e del razzismo.
Nel discorso ufficiale della Celebrazione, alla presenza del Vice-Presidente del Parlamento Europeo, Fernando Perez Rojo, del Presidente del consiglio regionale del Lazio, Antonio Signore e per il governo dal Ministro delle Finanze, Rino Formica, Spadolini volle rendere omaggio innanzitutto al luogo, sacro alla libertà del Mondo, e indicare il Manifesto di Ventotene come uno dei testi sacri più condiviso del federalismo europeo.

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Un breve cenno su Umberto Terracini che nella lapide ai quartieri dei confinati antifascisti aveva ricordato ed esaltato le virtù umane e civili di quanti, attraverso la loro vita di sacrificio e di studio, si erano prodigati per un’ Italia rinnovata nella libertà.
Un breve cenno anche sulle provenienze ideologiche dei personaggi: Spinelli che proveniva dal comunismo, Rossi che anticipava Giustizia e Libertà, e Colorni che militava nel partito socialista di Pertini e di Nenni. Tutti avvertirono che c’era una sola via d’uscita dalla tragedia ricorrente del vecchio continente: superare l’idea della sovranità nazionale e avviare la costituzione di un’ Europa federale fra le nazioni Europee.  (in calce, allegato, in formato pdf l’intervento integrale- dell’ On. Spadolini).

Ventotene – 21 maggio 2006 – (Il Presidente G. Napolitano a Ventotene)

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, volle compiere un gesto altamente simbolico partecipando a Ventotene al ventesimo Anniversario della morte di A. Spinelli. Intese segnare la continuità con il suo predecessore Ciampi che, nella precedente legislatura, aveva dovuto fungere da contrappeso e freno alla deriva antieuropeista del governo Berlusconi. Napolitano con l’occasione intese riaffermare la volontà dell’Italia di tornare a partecipare alla costruzione dell’ Europa, con gli altri governi Europei, in primo luogo con quello tedesco della Sig.ra Angela Merkel.

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
all’arrivo a Ventotene

Alla cerimonia di Ventotene parteciparono tre importanti ministri del Governo Prodi: Tommaso Padoa Schioppa, Ministro dell’Economia, Giuliano Amato, Ministro dell’Interno ed Emma Bonino, Ministro delle Politiche Europee. Un secondo aspetto riguardò la dimensione culturale e ideologica del messaggio federalista con riferimento alla tradizionale concezione della nazione e del patriottismo. Napolitano nell’occasione difese l’idea dell’Europa come seconda patria e celebrò il Manifesto di Ventotene come un testo cruciale della Resistenza in cui è racchiuso un messaggio di pace, di democrazia e di rinnovamento delle nazioni Europee.

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Giorgio Napolitano e Barbara Spinelli

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Barbara Spinelli, Giorgio Napolitano e Renata Colorni

Al termine del discorso volle recarsi al cimitero, con Barbara Spinelli e Renata Colorni,  per deporre una corona di fiori sulla tomba di Altiero Spinelli. (in calce, allegato, in formato pdf l’intervento integrale del Presidente Giorgio Napolitano)

Ventotene -22-08 2016 – Vertice Trilaterale e omaggio alla tomba di A. Spinelli

Il pellegrinaggio europeo alla tomba di Altiero Spinelli nel cimitero di Ventotene, di A. Merkel, F. Holland e G. Renzi, racchiude un invito alle nazioni dell’Europa a prendere coscienza che alcune emergenze possono essere affrontate e risolte non più con gli strumenti politici, culturali e istituzionali dei vecchi stati-nazione, ma con risposte globali a problemi universali. Alcune emergenze europee, migranti, difesa, ma anche la crescita, la sanità, la scuola ed i giovani, all’interno di una mondializzazione del mercato, per essere risolte necessitano di nuovi strumenti della politica e di nuova energia ancorata a un’idea comune.

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F. Holland, M. Renzi e A. Merkel 

Il pellegrinaggio sulla tomba di Spinelli è un sigillo autorevole sulla giustezza del pensiero federalista di Ventotene e per la realizzazione della “Federazione Politica dell’Europa”.

Anno 2021 –  80° Anniversario del Manifesto di Ventotene

Quest’anno Ventotene, l’isola della Pace, porta d’Europa, si aprirà, compatibilmente con l’andamento della pandemia da Covid, alle manifestazioni degne di questo Anniversario.
Tra le prime autorità ad arrivare ci sarà la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, insignita del premio “La Chiave d’Europa” [14].

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Ursula van der Leyen

La imminente visita della Ursula Von der Leyen è un omaggio al “Manifesto per un’Europa libera e unita” ed alla Sig.ra Ursula Hirschmann (nata a Berlino) che collaborò nella formulazione e nella diffusione del documento.

Mi piace ricordare, a chiusura di questo articolo, quello che mi disse Carlo Azeglio Ciampi in un incontro al Campidoglio, nella sala Protomoteca, in occasione del ventennale della morte di Altiero Spinelli. Era l’ottobre del 2006 e da poco era terminato il suo mandato presidenziale. Confidenzialmente mi ricordò che, per onorare la memoria di Sandro Pertini e Altiero Spinelli, avrebbe voluto fare una visita all’isola di Santo Stefano ma l’Aeronautica militare sconsigliò il viaggio perché l’isola non era dotata di una pista di atterraggio e subito dopo aggiunse: “Un filo rosso unisce Auschwitz a Santo Stefano di  Ventotene, due luoghi simbolo che hanno reso sublime la memoria di un’Europa Federata: il carcere di Santo Stefano come la Shoah rappresenta il ‘monumento della memoria per eccellenza’ e non può essere ricordato come ‘rudere della storia’”.

 

[2021. Ottant’anni dal Manifesto di Ventotene (1981-2021) – fine]

all. 1 Spadolini – Discorso per 50° ann. Manifesto di Ventotene [16]

all. 2 INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA G. NAPOLITANO [17]